A quarantuno anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, sembra di essere sempre al punto di partenza. La domanda dovrebbe essere soltanto una: cosa è accaduto in quel caldo pomeriggio del 22 giugno 1983? Eppure si continua a voler spostare l’attenzione su aspetti che nulla competono con la sparizione della quindicenne cittadina vaticana. In ultimo un titolo pubblicato su Dagospia dopo l’incontro pubblico tenutosi con Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, al Campidoglio nei giorni scorsi. Un incontro in cui ha posto l’attenzione su circostanze che, se correttamente approfondite, potrebbero in qualche modo svelare ciò che accade quel giorno. Condurci a Emanuela. Su Dagospia, invece, leggiamo quanto segue: “E dacci oggi le favole quotidiane di Pietro Orlandi. Perché non racconta come mai la sua esperienza allo IOR, dove fu assunto, per opera di Papa Wojtyla, è finita anzitempo?”.
Frasi a cui Pietro Orlandi ha risposto così: “Purtroppo ci sono giornalisti asserviti a novanta gradi a certi ambienti che lavorano solo per disinformare, creare confusione, e far contenti (detti ruffiani) i loro padroncini. Questo articolo nella presentazione ne è l'esempio tipico, una presentazione senza senso che fa perfettamente comprendere il livello di questo soggetto, giornalista frustrato disposto a tutto pur di emergere dal fango dove vive. I giornalisti veri, e ce ne sono, dovrebbero incazzarsi nei confronti di soggetti che cercano di infangare, oltre le vittime, anche la categoria alla quale pretendono di appartenere. Se questo soggetto avesse avuto un po’ di attributi sarebbe venuto all’incontro e gli avrei risposto a tutto quello che voleva sapere, ma avrebbe perso la faccia. Per certa gente e più facile offendere dietro un computer, ancor di più quando scrivono senza firma”. Durante l’incontro particolare attenzione è stata posta sulla pista inglese: davvero Emanuela Orlandi, dopo la sua scomparsa, è stata portata a Londra con un volo riservato chiesto dal Vaticano al Ministero della Difesa? Questo il racconto che stato fatto a Pietro Orlandi da una persona che al tempo lavorava proprio nella segreteria particolare del Ministero: “Nell’agosto del 1983 c’è stata una richiesta da parte della Santa Sede di un volo riservato con le linee Cai, usate dai servizi, per quattro persone da Roma a Londra, e che quel volo partisse da Ciampino di notte”.