Giovedì scorso, Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, ha presentato i risultati finanziari del 2024, con un utile netto di 1,1 miliardi di euro e dividendi per 737 milioni. Tuttavia, l'attenzione del mercato era concentrata sulla posizione della banca nella possibile scalata di Montepaschi a Mediobanca, operazione in cui il governo, primo azionista di Mps con l'11,7%, gioca un ruolo centrale. Mediolanum detiene il 3,5% di Mediobanca, a cui si aggiunge un ulteriore 0,96% tramite Finprog, partecipando all'accordo di consultazione che governa l'istituto con l'11,6% del capitale. Doris ha finora sostenuto il Cda di Mediobanca guidato da Alberto Nagel, difendendo le strategie dell’istituto, incluse le operazioni con Generali. Questo lo pone in una posizione delicata, poiché l'offerta pubblica di scambio (Ops) di Montepaschi su Mediobanca è sostenuta dal governo, insieme a Delfin della famiglia Delvecchio e a Francesco Gaetano Caltagirone. Nonostante le ipotesi di una possibile fusione tra Mediolanum e Mediobanca, Doris ha dichiarato che al momento non ci sono trattative in corso. Inoltre, ha evitato di prendere una posizione netta sull'Ops, limitandosi a sottolineare che la decisione spetterà ai consigli di amministrazione coinvolti. Riguardo alla quota detenuta dalla famiglia Doris, ha dichiarato che la scelta potrebbe allinearsi a quella di Mediolanum, ma non necessariamente.

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La posizione di Mediolanum è influenzata anche dal contesto politico: Forza Italia, partito con legami diretti con la famiglia Berlusconi, ha mantenuto finora un atteggiamento cauto sulla scalata di Mps a Mediobanca, evitando di entrare in contrasto diretto con il governo. L’unico commento esplicito di Doris sull’operazione ha riguardato il prezzo offerto da Siena, considerato troppo basso rispetto ai valori di Borsa. Nel frattempo, il governo continua a muoversi per rafforzare la propria posizione. Giovedì, a Roma, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha incontrato Rob Kapito, presidente di BlackRock, terzo azionista di Mediobanca con il 4,2% e detentore di un 2% di Montepaschi. Secondo fonti del Tesoro, l’incontro aveva carattere istituzionale e non riguardava l'Ops, anche se Mediobanca è un tema centrale per gli investitori istituzionali, che detengono circa il 35% del capitale dell’istituto milanese. L'operazione Mps-Mediobanca rimane quindi al centro dell'attenzione del mercato, con il governo determinato a influenzarne l'esito e gli attori finanziari chiamati a prendere posizione in un contesto di equilibrio precario.
