Quello non era un set, ma un ufficio: qui sta la differenza. A parlare è Filomena Mastromarino, una volta Malena, intervistata da Roberta Rei nell'ultimo servizio sui casi di presunti abusi sessuali da parte di Rocco Siffredi ad alcune ragazze che hanno girato con lui. Il servizio è andato in onda ieri, nel corso dell'ultima puntata de Le Iene. In molti si erano chiesti se sarebbe intervenuta sulla questione, ed eccola qua. L'intervista dell'ex pornostar è stata la risposta a chi ha sollevato facili sentenze sulle testimonianze raccolte dalla iena nei servizi passati. A cominciare dall'obiezione per cui, qualora non ci si voglia prestare a determinate pratiche, basta alzarsi e andarsene. Filomena, che qui parla ricordando i tempi di Malena, ha subito chiarito di non aver subito alcun abuso fisico sui set hard, poi ha posto l'accento sui ruoli di potere: un conto un'attrice hard affermata, un altro la ragazza inesperta che inizia e non è ancora una professionista del settore. Chiaro che ci siano reticenze o che, pensando di fare carriera, si rimanga dove si è. Con Rocco Siffredi, il rapporto non era paritario. Il peso di una Valentina Nappi insomma, non è lo stesso di un'attrice sconosciuta. Ma c'è un aspetto che, più di tutti, la donna ha sottolineato: i video incriminati mostrati dal servizio, quei video una volta caricati online e poi rimossi, non sono girati in un set. Dov'è la troupe? Dove sono gli altri? A chi fare segno di fermare tutto se qualcosa non va? Per far capire la differenza, racconta di aver lavorato in set in cui appena non se la sentiva più, aveva bisogno di fermarsi o altro, le bastava alzare una mano per interrompere tutto.

Poi una distinzione importante: in quella situazione, uno studio privato, quelle ragazze non sono delle attrici, ma delle donne che si trovano in una posizione di subalternità. Una professionista sa come interrompere, ma serve appunto, che si trovi in una situazione professionale. “È vero che le ragazze sanno che stanno girando un porno, ma sanno anche che possono dire di no”, precisa Malena. Un “no” davanti a cui non esiste alcuna finzione scenica. Invece l'atteggiamento di Siffredi nei video sembrerebbe quasi qualcosa di personale: l'insistere nonostante i numerosi e ripetuti “no”, persino il pianto di una ragazza, come se ne andasse del suo orgoglio personale. Poi l'affondo: “Hai voluto essere il re? E allora ti tieni le critiche”, in riferimento alla difesa di Siffredi, secondo cui ci sarebbe un complotto ai suoi danni. L'intervista del resto, era iniziata con una netta presa di posizione in riferimento a un suo eventuale sostegno a Siffredi: “Io non ho mai difeso nessuno, mi immedesimo nelle ragazze”. Anzi, ha ammesso anche che in quella stessa situazione, nemmeno lei sarebbe riuscita a svincolarsi facilmente. Nel suo servizio, Roberta Rei ha anche ascoltato due voci maschili: uno di loro, Jack23, ha confermato le testimonianze raccolte dalla Ruggeri. Ha infatti raccontato che alcune ragazze hanno lamentato di essersi trovate a girare una gang bang con uomini che non erano attori hard, né di essere state informate esattamente per quanto tempo e come fossero strutturate le scene. Se c'è un accordo, la scena non può cambiare in corso d'opera: ma a quegli uomini, spiega Jack23, non importa niente della donna, perché loro sono lì per farsi notare da Siffredi. Sempre lui ha poi posto l'accento sulla durata delle scene: sui set di Siffredi, nell'Est Europa, si gira per ore anziché per venti minuti come negli Usa. Risultato? Iniezioni di Trimix per gli uomini e maratone estenuanti per le donne. Il servizio si chiude con un frammento di una vecchia intervista rilasciata da Rocco Siffredi a Fabio Fazio, in cui il conduttore gli ricorda una frase di cui, un giorno, avrebbe dovuto chiedere scusa alle donne: “Il 90% delle donne che ho conosciuto, ama essere picchiata”. Rocco, quel 90%, l'aveva ribadito.
