La transizione dal motore a combustione alla batteria elettrica rappresenta il principale banco di prova del mercato delle auto dei prossimi decenni. L’Unione Europea ha fissato nel 2035 l’ultimo anno entro il quale i veicoli tradizionali dovranno definitivamente lasciare il posto alle vetture ricaricate a energia elettrica. Naturalmente, la sfida è già cominciata, anche se bisognerà attendere cinque o dieci anni per assistere a un incremento significativo della quota di auto elettriche. Il nodo critico sta proprio nell’energia necessaria ad alimentarle in rapporto al fabbisogno di elettricità del nostro Paese, un passaggio tanto più problematico quanto più cresceranno i proprietari di auto a batteria.
Partendo proprio dall’ultimo aspetto, stando ai dati resi disponibili dalla società che ha in gestione la rete nazionale, Terna, l’Italia nel 2022 ha avuto un fabbisogno di energia elettrica di 316,8 TWh, flettendo di un punto percentuale rispetto al 2021. Di questo ammontare, solo il 31,3% è riconducibile a fonti rinnovabili. Ciò detto, per immaginare gli scenari futuri occorre tener conto delle previsioni stimate dal governo, contenute nella "Strategia Italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra", pubblicata nel gennaio 2021. Vi si legge che la domanda, generata non solo dalle auto ma anche dal riscaldamento elettrico, dovrà essere più del doppio dell’attuale di qui al 2050, attestandosi a 600-700 TWh, e soprattutto si auspica un aumento della copertura da rinnovabili del 95-100%.
Venendo alle stime future vere e proprie, sempre secondo Terna il fabbisogno complessivo italiano arriverà nel 2030 a 366 TWh in totale, quindi con oltre 49 TWh in più rispetto al 2022. Nello specifico delle auto elettriche, la società prevede che entro quell’anno saranno diventate 8 milioni, a cui andranno aggiunte 2,5 milioni di auto plug in, senza contare 33 mila fra camion e pullman elettrificati. Il tutto, va precisato, nell’augurio di ridurre i consumi tout court, sia pubblici che domestici, di ben il 40% rispetto agli attuali. La via è nota: rendendo gli edifici ecologicamente più efficienti e promuovendo l’utilizzo del trasporto pubblico, così da ridurre il parco delle auto private addirittura, secondo i calcoli del governo, di quasi la metà, da 40 milioni di vetture in totale a 24, di cui 19 elettriche. Vasto programma.