“Dimenticatevi l’America Latina, Pablo Escobar, El Chapo Guzman e i narcotrafficanti di Netflix. Qui, nell’estremo nord del territorio birmano, a pochi passi dai confini con Thailandia e Cina, sorge uno Stato nello Stato (per alcuni un narcostato) la cui economia si fonda sull’eroina e sulla metanfetamina che i padroni di casa, gli Wa appunto – da decenni nel mirino della Dea e della Cia – producono ed esportano in tutto il globo”. Più di anno fa dedicavamo ampio spazio alle nuove rotte del traffico mondiale di droga raccontando quello che succede in Myanmar, perfettamente ricostruito nel magistrale reportage Narcotopia (Adelphi) del giornalista investigativo Patrick Winn. Ecco, oggi quel traffico è diventato più intenso, coinvolge ancora più Stati, Paesi, gruppi di narcotrafficanti, e, soprattutto, ha generato una vera e propria crisi. Una crisi che sta travolgendo l'Asia e che molto presto farà altrettanto anche con Europa e Stati Uniti, se nessuno si muoverà in tempo per fare qualcosa. Il Washington Post ha realizzato un'inchiesta spiegando che il flusso di metanfetamine (o meth) è diventato uno dei principali problemi di sicurezza e salute globale. Il punto è che la sua portata sta assumendo proporzioni ancora sempre più devastanti. Ok, ma chi caz*o c'è dietro a tutto questo? Mettetevi comodi.
La Cina, per via di alcuni fornitori autonomi che fanno affari nel famigerato Triangolo d'Oro, sta diventando un attore chiave nel mercato globale delle metanfetamine. Le sostanze chimiche precursori - come la pseudoefedrina - partono da oltre la Muraglia e, dopo un lungo viaggio fatto di intermediari e diramazioni, vengono spediti in Messico, dove i cartelli locali li utilizzano per produrre metanfetamina in grandi quantità da destinare agli Stati Uniti. La potenza di queste metanfetamine è devastante e sta alimentando una vera e propria epidemia, non solo in Nord America, ma anche in Europa, dove la droga sta invadendo le principali rotte di traffico attraverso l'Asia centrale, i Balcani e il Medio Oriente, come evidenziato dalle recenti confische in porti come quello di Rotterdam. Il citato Messico, intanto, si afferma sempre più come epicentro della produzione globale. Qui, infatti, i cartelli messicani, ormai ben radicati nel panorama del narcotraffico, sono al centro di un inedito ciclo di produzione e distribuzione. Insomma, il traffico di metanfetamine ha superato ormai i confini di un singolo Paese: è una questione globale che attraversa continenti e sistemi economici, con conseguenze devastanti per la salute pubblica e l'ordine sociale. I numeri fanno impressione. Secondo le indagini sulle acque reflue, il consumo di metanfetamine in Australia, aumentato del 21% tra il 2023 e il 2024, è sull'orlo di un'epidemia. Nel 2022 la polizia australiana ha stimato che circa il 70% dell'"ice" del Paese provenga dallo Stato di Shan, in Myanmar. E in Corea del Sud non va meglio: il ministero della Salute ha stimato che nel 2024 il numero totale di consumatori di droghe illecite è aumentato di oltre il 60% in cinque anni, superando le 400.000 unità.
Le metanfetamine sono il simbolo di questo nuovo ordine globale: una droga che non ha più frontiere, che percorre rotte oscure legate all’economia clandestina e che alimenta un ciclo incessante di povertà, violenza e dipendenza. I funzionari delle Nazioni Unite hanno avvertito i governi del Sud Est asiatico che i produttori cinesi sono “la fonte più importante” di precursori chimici che affluiscono in Myanmar, il motore centrale della produzione di metanfetamine nella regione. “La Cina ha dato una spinta decisiva a questo settore", ha dichiarato John Coyne, direttore del programma di sicurezza nazionale presso l'Australian Strategic Policy Institute. La produzione industriale di metanfetamine nella regione “non sarebbe stata possibile” senza l'industria cinese e la criminalità organizzata. Nel 2024 nel Sud Est Asiatico e nell'Asia orientale sono state sequestrate 236 tonnellate di metanfetamine: un numero record in aumento del 24% su base annua. E il peggio deve ancora arrivare. L'Europa e gli Usa tremano...