Con il calendario definito, si avvicinano tre incontri cruciali che nei prossimi dieci giorni potrebbero delineare il futuro di Stellantis e dell’intero settore automotive in Italia. Il primo appuntamento è fissato per martedì, quando il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ospiterà un confronto tra rappresentanti sindacali e delegati dell’azienda sulla vicenda Trasnova. Quest’ultima, operante nel settore della logistica, ha recentemente licenziato circa 100 lavoratori dopo che Stellantis ha deciso di internalizzare alcune attività, annullando quindi la commessa. Il secondo incontro, il 12 dicembre, sarà un dialogo diretto tra Stellantis e i sindacati, mentre il 17 dicembre si terrà un vertice cruciale al Mimit. Qui, il governo e Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, metteranno sul tavolo richieste e proposte nel tentativo di trovare un accordo.
Le dinamiche in gioco
Secondo alcune analisi, il rapporto tra il governo italiano e John Elkann, presidente di Stellantis, sembra essere migliorato. Dopo l'addio di Carlos Tavares, Elkann ha mostrato una maggiore apertura al dialogo, nonostante permanga una certa riluttanza a confrontarsi con il Parlamento. Un altro segnale positivo è il ritorno di Stellantis nell’associazione dei costruttori europei (Acea), che sembra indicare un cambio di rotta verso l'elettrificazione. Tuttavia, tra le aspettative del governo e dei sindacati e la realtà, ci sono ancora divergenze. Per esempio, sul caso Trasnova, la multinazionale potrebbe dover fare un passo indietro, anche temporaneo, consentendo all’azienda della logistica di mantenere la commessa fino al 2025. Questo darebbe a Trasnova tempo per trovare nuovi clienti, ma al momento si tratta solo di ipotesi. La vera domanda resta: Stellantis sarà disposta a fare questa concessione?
Occupazione e investimenti: il nodo dei contratti di sviluppo
Un altro tema centrale sono i cosiddetti contratti di sviluppo. Il governo ha messo sul piatto 300-400 milioni di euro per migliorare l’efficienza degli impianti italiani. In cambio, però, Stellantis dovrebbe garantire i livelli occupazionali, impegno che finora non è stato formalizzato. Di conseguenza, i contratti restano in sospeso.
La partita della piattaforma Small Un elemento cruciale sarà l’assegnazione della piattaforma Small, prevista per il 2025, destinata alla produzione di auto di largo consumo come Panda, Lancia Ypsilon, Fiat 600 e Jeep Avenger. Portare questa produzione in Italia, magari nello stabilimento di Pomigliano, darebbe un segnale tangibile di cambiamento e beneficerebbe l’intera filiera.
La partita della piattaforma Small
Un elemento cruciale sarà l’assegnazione della piattaforma Small, prevista per il 2025, destinata alla produzione di auto di largo consumo come Panda, Lancia Ypsilon, Fiat 600 e Jeep Avenger. Portare questa produzione in Italia, magari nello stabilimento di Pomigliano, darebbe un segnale tangibile di cambiamento e beneficerebbe l’intera filiera.
L’incognita gigafactory e il futuro dell’elettrico
La questione della gigafactory, invece, sembra lontana da una soluzione. Le incertezze sul futuro dell’auto elettrica, che appare ridimensionata rispetto alle aspettative iniziali, e il coinvolgimento di altri partner come Mercedes e Total nella joint venture Ace, rimandano ogni decisione al prossimo consiglio di amministrazione previsto per il 2025.
Il governo spinge per la filiera italiana
Il governo, da parte sua, ha incrementato il fondo per l’automotive portandolo a 750 milioni di euro. Si abbandonano incentivi temporanei, privilegiando finanziamenti strutturali per chi investe in Italia. Tuttavia, il ridimensionamento di altri fondi, come il tesoretto da 4,6 miliardi previsto dalla legge di bilancio Draghi per l’elettrico, sta alimentando critiche dall’opposizione.