Non solo delocalizzazioni, cali della produttività, perdita di quote di mercato e precarietà dei dipendenti. La gestione di Stellantis di Carlos Tavares è stata criticata anche per i dividendi che nel corso degli anni ha garantito agli azionisti del gruppo. Mentre i lavoratori finivano in cassa integrazione (che è costata allo stato 700 milioni di euro in tre anni, con 12 mila operai ancora a rischio), dal 2021 Stellantis ha distribuito ai soci circa 23 miliardi (17 di questi sono, appunto, dividendi) e 5,5 miliardi di riacquisti azionari. Exor, società controllata dagli Agnelli che possiede il 14,9% delle azioni del gruppo, ha incassato 3 miliardi in quattro anni. La strategia di Tavares è stata efficace dal punto di vista degli utili, ma le spese in ricerca e sviluppo sono state tagliate, la produttività è stata tenuta al minimo, con innalzamenti di prezzo quando la domanda saliva. I prezzi poco competitivi poi hanno danneggiato il mercato americano. Dal 2021 a oggi, però, i dividendi sono progressivamente aumentati, passando da 1 miliardo all’anno a 4,8 miliardi nel 2024. Nel 2022 e 2023 si attestavano sui 3,3 e i 4,2 miliardi. Solo quest’anno Exor ha guadagnato con la cedola 697 milioni, a cui si aggiungono le azioni della Faurecia società di componentistica che gli azionisti di Stellantis hanno ereditato. In questo caso si parla di azioni dal valore di circa 300 milioni. Di queste John Elkann ne possiede direttamente un milione, il che gli ha permesso di guadagnare 15 milioni.
Rimanendo sulle questioni di famiglia: l’inchiesta della procura di Torino sull’eredità di Lapo, John e Ginevra Elkann, pur proseguendo da tempo, non può avere accesso agli atti, dato che questi si trovano in paradisi fiscali. L’ipotesi è frode fiscale e truffa ai danni dello Stato. Ora si parla di una residenza in Svizzera della vedova dell’avvocato Gianni Agnelli, Marella Agnelli. Negli atti di successione mancherebbero poi, oltre a diverse decine di milioni, gioielli, quadri e fondi con sede alle Bahamas. Ma c’è di più: gli investigatori stanno analizzando anche la procedura della cessione della società Dicembre, la cassaforte di famiglia degli Agnelli che controlla la Giovanni Agnelli B.V. e la stessa Exor, prima azionista di Stellantis. Nessuno dei nipoti Elkann (John ha il 60%, Lapo e Ginevra il 20% a testa) avrebbe riconosciuto il compenso di 80 milioni alla nonna per il passaggio del 41,29% della Dicembre. Al contrario, Marella ha versato 100 milioni ai nipoti, tenendosi le quote fino alla morte. Manca poi il pagamento della tassa di successione. Un intreccio che avrebbe portato a un buco di 64 milioni nelle casse dello Stato. Se i documenti ritrovati nello studio dell’Avvocato sono in fase di analisi, non potrà accadere lo stesso con gli atti e i conti in Svizzera e Liechtenstein.