Quella che sta vivendo attualmente Stellantis potrebbe essere definita come una doppia realtà. Da una parte, infatti, il colosso automobilistico (con John Elkann presidente) ha a che fare con una situazione italiana piuttosto complicata, nonostante le varie rassicurazioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Dall’altra, invece, vive un momento più che florido tra ricavi in salita e profitti record, o quasi. A rappresentare la situazione attuale della società, e i suoi due volti, è il quotidiano La Verità. Nell’edizione odierna del giornale diretto da Maurizio Belpietro, la giornalista Camilla Conti rivela che “nel 2023 il gruppo ha aumentato ricavi e profitti, distribuendo ai soci 6,6 miliardi e bonus ai dipendenti per 1,9 miliardi. Ma a Torino - continua Conti - ci sono gli ammortizzatori e Pomigliano è in crisi”. In poche parole, si viene a sapere dalla fonte, in borsa l’azienda ha segnato un più che promettente +5,7%, nel frattempo Tavares ha proposto la distribuzione di 1,55 euro ad azione, in aumento del 16% su base annua, oltre ad annunciare un programma di buyback […] da 3 miliardi”. Inoltre, continua Conti, “i ricavi netti segnano un incremento del 6% a 189,5 miliardi, mentre l’utile netto è aumentato dell’11% a 18,6 miliardi e il flusso di cassa industriale si è attestato a 12,9 miliardi rendendo disponibile sul piano patrimoniale 61,2 miliardi di liquidità industriale”. E come se non bastasse, quasi a sottolineare questo trionfo, “Tavares ha rimarcato molti i premi ai dipendenti in tutto il mondo per un ammontare complessivo di circa 1,9 miliardi sotto forma di partecipazione agli utili e bonus variabili”. Un trionfo, come già definito, eppure a Torino…
“A Mirafiori - scrive Camilla Conti - dal 12 febbraio è partita la cassa integrazione che interesserà a rotazione tutti i 2.260 operai delle linee della 500 elettrica e delle Maserati fino al 31 marzo”. Nella giornata di oggi, a questo proposito, è previsto il vertice con il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Comunque sia, Tavares, nonostante la triste realtà italiana legata agli storici stabilimenti ex Fiat, continua a rassicurare: “Amiamo l’Italia e amiamo i dipendenti italiani. […] Tutti gli impianti in Italia serviranno l’obiettivo concordato da Stellantis con il governo di portare la produzione a 1 milione di auto nel Paese entro il 2030”. Prove di amore tra il Gruppo e la squadra di Meloni, forse è troppo presto per rispondere; visto che Tavares, per la chiusura temporanea di Mirafiori, punta ancora il dito verso l’indecisione politica sugli incentivi: “Tavares ha spiegato che l’impianto sospende «la produzione di tanto in tanto perché non ci sono abbastanza clienti» per la 500e, Italia e Germania, che è stata vittima della mancanza di incentivi all’acquisto in due mercati chiave”, ha spiegato Conti. Ma l’Africa rischia seriamente di diventare più appetibile di Torino (e dell’Italia intera)?
A quanto pare, infatti, Stellantis considera il continente africano come un punto strategico per il futuro. Tobia De Stefano, giornalista, su La Verità rivela che al 2023 risale “l’accordo con le autorità Sudafricane per la produzione di veicoli a Città del Capo e all’ottobre dello stesso anno l’annuncio della volontà di raddoppiare e capacità dello stabilimento in Marocco, mentre - continua sempre De Stefano - è di poche settimane fa l’iperattivismo in Algeria dove Stellantis opera con due marchi”, tra cui Fiat. Fondamentale nel progetto africano di Stellantis è anche l’accordo firmato con la banca parigina Société Génerale e il gruppo portoghese Salvador Caetano. L’obiettivo di questo accordo, come svelato da La Verità, sarebbe quello di “offrire ai clienti servizi finanziari competitivi” che sappiano interagire con la realtà africana. Così, sottolinea De Stefano, “l’ad Carlos Tavares - con un investimento relativamente basso - si è assicurato una posizione privilegia per produrre auto a basso costo”. L’obiettivo? Quello di “diventare leader di mercato nella regione del Medio Oriente e dell’Africa nel più breve tempo possibile”, ha commentato Samir Cherfan (responsabile per il Medio Oriente e l’Africa di Stellantis); e magari anche con netto anticipo rispetto ai diretti concorrenti.