Sembrava in crisi? Invece tra l'1 e il 18 agosto il turismo è cresciuto del 9,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Almeno secondo i dati diffusi dal Viminale, che segna 15,6 milioni di arrivi rispetto ai 14,3 del 2024. Federalberghi però non ci sta e smentisce: le presenze sono in calo, al massimo stabili.
La polemica sul turismo è il leit motiv di questa estate, ma stavolta sono gli albergatori a parlare. Ciò che infatti secondo l'associazione ha fatto la differenza sui numeri del Viminale è il Cin, il Codice Identificativo Nazionale: si tratta di un codice che contrassegna tutte le unità immobiliari destinate allo svolgimento di attività ricettive, il cui termine per il conseguimento era stato fissato al 1° gennaio 2025. In una nota diffusa da Federalberghi dunque, si sottolinea proprio questo: grazie all'introduzione del Cin, sono emerse tutte quelle strutture che prima erano abusive. Di conseguenza, le presenze diffuse dal Viminale risultano falsate.

Nella nota di Federalberghi infatti, si legge: “Il Viminale, elaborando i dati sugli arrivi, rileva un aumento dei turisti, ma la percezione delle imprese è diversa: nella gran parte delle località si rilevano presenze in calo o tutt’al più stazionarie. La nostra sensazione è che il trend segnalato dal ministero dell’Interno sia in buona parte attribuibile all’emersione dei tanti abusivi ed evasori che sono stati finalmente stanati”.
Il Viminale ha diffuso infatti i dati provenienti da Alloggiati Web, il portale della Polizia a cui le strutture (alberghiere ed extra alberghiere) comunicano le generalità delle persone alloggiate: gli albergatori perciò, sottolineano proprio che la fotografia non è reale, se non si tiene conto anche di come l'introduzione del Cin abbia influito su questi numeri.
La nota di Federalberghi quindi, è andata subito a frenare l'entusiasmo espresso dal centrodestra, che subito dopo la diffusione dei dati ha attaccato l'opposizione: “profezie che, per fortuna del Paese, vengono smentite dalla realtà nel breve volgere di una notte” (Andrea Delmastro, FdI), “bugie e menzogne per denigrare il Paese” (Maurizio Gasparri, FI).

A questo punto, urge un passo indietro per un riassunto delle puntate precedenti. Gli ombrelloni rimangono chiusi a giugno e luglio, la sinistra parla di crisi del turismo, poi i giornali di destra rispondono e dicono che per avere numeri reali del turismo, bisogna guardare i dati di Alloggiati Web; qualcuno osserva che in montagna invece, il turismo è in crescita. Interviene anche il geologo Mario Tozzi, con una proposta su come gestire le spiagge, ricordando che si tratta di un bene pubblico da tutelare, motivo per cul in questa proposta il 50% rimarrebbe comunque libero.
Ultimo capitolo, appunto, gli albergatori che frenano gli animi: per ottenere un risultato accurato, sarebbe opportuno analizzare il dato depurandolo dall’effetto Cin, “basti considerare che nei mesi scorsi sono stati registrati nella banca dati del ministero del Turismo più di 600mila alloggi, dei quali sino all’anno scorso si sapeva poco o nulla”. Si aggiunge Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna e a capo di Felix Hotels: “Questa -ha dichiarato a Repubblica- è stata l’estate più difficile da molti anni: già a luglio il mercato era in sofferenza, a Ferragosto ci siamo ritrovati con stanze vuote“.
Secondo gli albergatori, infine, l'incertezza economica ha cambiato il modo di andare in vacanza: la tendenza adesso è soggiorni più brevi, vacanze last minute e, ovviamente, una spesa media in diminuzione.
Agosto è ormai agli sgoccioli, ma il dibattito è sicuramente destinato a un altro capitolo.
