Stefano Stracciari è un medico estetico di Bologna, ma è soprattutto il dottor silicone. Per oltre trent’anni ha somministrato alle sue pazienti, deturpandole, olio di silicone, spacciandolo per acido ialuronico. Apre davanti a loro la confezione di acido ialuronico, la mostra sorridente ma poi abilmente, distraendo la paziente, sostituisce la siringa con una piena di materiale biancastro. L’olio di silicone industriale per uso medicale è vietato in tutto il mondo, tranne alcuni paesi dell’America latina, dal 1993, anno in cui, appena utilizzato, mostrificò decine di persone mostrando una serie impressionante di effetti collaterali. È lo stesso prodotto utilizzato per produrre e riparare i pneumatici dei camion; il medico invece lo usa, consapevolmente, per riempire rughe, labbra, zigomi, glutei e seni. In un rituale folle, al termine di ogni seduta di medicina estetica, Stracciari usa aprire bottiglie di spumante e a volte anche champagne e brindare con le pazienti, inconsapevole di star festeggiando la loro rovina non solo estetica. L’olio di silicone una volta iniettato determina infiammazioni, infezioni, deformità ed asimmetrie irreversibili. È un prodotto cancerogeno che alza notevolmente la probabilità di ammalarsi soprattutto di leucemie, linfomi, cancro alle ossa e ai polmoni. Il silicone iniettato nel corpo umano si surriscalda quando viene esposto ad alte temperature e al sole: le vittime si ritrovano con un viso che letteralmente frigge, che si lacera improvvisamente con fuoriuscita di materiale biologico. Sono quindi costrette a non uscire nelle ore più calde per il resto della loro vita.

Questo composto chimico migra dal punto in cui viene iniettato: introdotto ad esempio su di uno zigomo lo si può ritrovare sul collo o negli occhi; inoltre, dopo qualche anno, una parte si sfalda in piccole particelle e le sue fibre invadono tutti gli organi del corpo, compresi cuore, cervello ed ossa. Queste sue caratteristiche rendono anche l’azione definitiva: una volta iniettato, così come succede per l’amianto, resta nel corpo fino alla morte e oltre anche nello scheletro. Stracciari pubblicamente, con un senso del macabro particolarmente sviluppato, si pone come medico nemico dell’olio di silicone e di chi lo usa; lui stesso nei vari interventi nei convegni ma anche sui suoi canali social, informa e mette in guardia su quanti danni può procurare la sostanza biancastra e di stare quindi attenti ai medici criminali che la utilizzano. Quando iniziano a girare le prime accuse, lui sdegnato minaccia querele. Si rende anche protagonista di alcune aggressioni a pazienti che si erano presentate nel suo studio per chiedere spiegazioni. Una coraggiosa donna, Mirella Serattini, inizia una dolorosa battaglia per ottenere giustizia portando nei commissariati, sui media e poi nei tribunali, nient’altro che sé stessa ed il suo viso irrimediabilmente dilaniato dal silicone iniettatele dal dottore. Impiega circa vent’anni, ma alla fine ottiene indagini pubbliche ed istituzionali, dando coraggio e giustizia anche a tante altre vittime che per vergogna e per paura non avevano trovato il coraggio di agire contro il medico. Stefano Stracciari, dicono oggi i magistrati, non solo iniettava olio di silicone industriale, ma utilizzava farmaci scaduti, attrezzature guaste e non conformi, operava in assoluta mancanza di sterilità, violava la privacy degli assistiti, non ottemperava a nessuna delle regole sanitarie che un medico dovrebbe seguire per legge e codice deontologico. Viene sottoposto a decreto di sequestro degli ambulatori medici e sospeso dall’Ordine dei Medici ma incurante di tutto, rimuove i sigilli e continua ad operare senza neanche troppo preoccuparsi di essere scoperto. Viene a questo punto arrestato e condotto nel carcere Dozza di Bologna dai carabinieri dei Nuclei Anti Sofisticazioni. Il dottor silicone affermava che ogni iniezione di silicone che viene somministrata ad una donna è una coltellata che le si dà. Allora Stefano Stracciari tu quante coltellate hai dato?
