Gessica Disertore, 27 anni, ragazza pugliese di Triggiano, trova la morte il 27 settembre 2023, in territorio americano. Il cadavere viene rinvenuto nella propria cabina, sulla nave Fantasy di proprietà del colosso internazionale Disney, dove lavora come chef pasticcera. Anche per evitare che la nave sia sequestrata, la morte viene frettolosamente e senza riscontri oggettivi, classificato come suicidio; gli ufficiali di nave narrano almeno tre diverse versioni su come sia stato ritrovato il corpo e sull’orario; alla fine insistono che Gessica sia stata rinvenuta impiccata ad una cintura alle 5 di mattina. Grottesco è il supporto a cui si sarebbe impiccata: una debole barra di alluminio alta quasi dieci centimetri meno di Gessica che quindi avrebbe toccato ampiamente con i piedi per terra, mentre moriva. In ogni caso il corpo viene immediatamente spostato e nessun rilievo biologico, fotografico e video viene effettuato. La salma viene scaricata al porto e la nave riparte poche ore dopo; solo a questo punto, parecchie ore dopo il ritrovamento, viene avvista la famiglia della morte e la si invita a recarsi a Portorico per il riconoscimento. Il 28 settembre, l’autopsia viene effettuata in maniera paradossale. I medici portoricani confermano la tesi dell’impiccamento nonostante la mancanza assoluta di tutti i caratteristici di un suicidio ovvero il solco e le lesioni da sfregature sul collo, l’assenza di stasi di sangue nelle parti più basse, la cianosi del volto e la protrusione dei globi oculari. Vengono del tutto ignorante evidenti lesioni sparse sul corpo ed ampie ferite ai polsi da costrizione o legatura. Lo stato del corpo racconta quindi di un omicidio di natura probabilmente colposo, legato probabilmente ad un gioco erotico. A conferma di questo vi sono delle conversazioni, anche di poche ore prima della morte, ritrovate sul cellulare di Gessica, con un ragazzo presente sulla nave, in cui lei si lamenta di una eccessiva violenza nei rapporti sessuali.

Irragionevole l’accreditamento da parte dei sanitari forensi del possibile impiccamento alla lieve barra di alluminio assolutamente incapace, per minimo spessore, di sopportare il peso della vittima. Il cadavere dovrebbe essere lasciato, dai medici legali, nelle condizioni di permettere una seconda autopsia, da parte della magistratura, nel paese di origine della vittima. In realtà, la salma viene privata e consegnata in Italia senza degli organi del collo, quelli più importanti per la determinazione di un suicidio per impiccamento. Gli organi addominali vengono espiantati, sezionati ed introdotti, in putrefazione, in una busta nera utilizzata solitamente per la spazzatura, che viene a sua volta posizionata nel torace della vittima, prima di ricucirla. Infine, la salma viene imbalsamata. Gessica viene così mostrata ai genitori che stentano anche a riconoscere la figlia. Proprio dinanzi alla cabina luogo del decesso, è presente una telecamera funzionante, il cui video permetterebbe di dissipare ogni dubbio; di tale video viene ancora ad oggi negata la consegna all’Autorità Giudiziaria Italiana. Gessica, grazie anche ad un’autopsia realizzata in modalità comiche, rischia di essere inglobata nel numero spaventoso di vittime e di casi irrisolti tra omicidi, suicidi veri e falsi, incidenti e inspiegabili sparizioni che restano ben nascosti dalle compagnie delle navi da crociera, per evitare gravi danni di immagine.
