La cosa più grave detta da Lollobrigida ieri non è stata che il sacrificio di Aldo Moro è avvenuto fortunatamente. Ma un'altra. Ma come si fa a dire che il dissenso nelle università diventa necessariamente un'azione terroristica. Come se fosse una reazione diretta, una conseguenza diretta. Questo significa avere un'idea del dissenso totalmente sbagliata, vuol dire criminalizzarlo, il dissenso. Quando invece è sacrosanto. Quando invece il dissenso, la protesta sono attività vitali che pongono temi spesso fondamentali, che hanno a che vedere con i diritti civili e le libertà di ognuno di noi. Uno può essere d'accordo o no con chi dissente, può approvare o no i loro metodi ma il dire no, il ribellarsi è la base di ogni progresso. È sempre stato così nella storia, signor ministro. Sempre.
Come si fa a dire quello che ha detto il ministro Lollobrigida se solo ieri per esempio tre giornalisti che dovevano seguire le azioni di Ultima Generazione, l'ennesimo blocco del traffico a Roma, sono stati fermati, portati in caserma e trattenuti lì per due ore, impossibilitati a svolgere il loro lavoro. Eppure avevano mostrato il tesserino e tenuto un comportamento esemplare. Invece sono stati obbligati a salire sulle volanti, una volta in commissariato hanno subito una perquisizione corporale, degli zaini e un controllo dell'attrezzatura. E si sono rifiutati di firmare il verbale perché nel documento non veniva menzionata la perquisizione corporale. Questi non sono fatti isolati. È già la terza volta che giornalisti a seguito di manifestazioni di dissenso vengono portati in caserma e fermati nell’esecuzione del loro lavoro. Ma il ministro Piantedosi non ha qualcosa da dire? Lollobrigida meglio di no, se no sicuramente fa altre figure di m...