Il risiko delle banche europee si arricchisce di nuove mosse che disegnano un quadro sempre più intricato. Commerzbank, il gigante tedesco, è di nuovo al centro dell’attenzione: dopo Barclays, anche Citigroup ha incrementato significativamente la sua posizione nell’istituto di Francoforte, portandosi al 7,45% dei diritti di voto. Secondo il Corriere della Sera, una parte di queste quote potrebbe essere stata acquistata per conto di Unicredit.
Unicredit verso il controllo di Commerzbank?
La banca guidata da Andrea Orcel ha orchestrato un assalto strategico iniziato a settembre con un blitz che l’ha portata al 9,5% delle quote, per poi salire al 28% tramite derivati. Il prossimo passaggio cruciale sarà l’ok della Bce atteso per febbraio, che consentirà a Piazza Gae Aulenti di sfiorare la soglia d’Opa. "Se gli strumenti finanziari venissero convertiti in equity," scrive il Corriere, "il primo socio di Commerz sarebbe proprio Unicredit, seguita da Barclays (16%) e Citigroup (7,4%)".
Ma non è tutto rose e fiori. Il governo tedesco, che detiene il 12% delle quote di Commerzbank, osserva con sospetto l’avanzata di Unicredit, considerando l’istituto un asset strategico. Nel frattempo, il titolo di Commerzbank continua a guadagnare terreno: da 12 euro di settembre a 17,54 euro, con un balzo del +2,58% solo ieri.
Le parole di Tajani e le reazioni politiche
In questo scacchiere complesso, anche la politica italiana si è fatta sentire. Antonio Tajani, vicepremier, ha dichiarato: "Per quanto riguarda Unicredit, conta il libero mercato. Non c’è da scandalizzarsi se un’impresa italiana va a comprare altre imprese all’interno del mercato europeo. Se non si vìolano le regole, perché no?".
Banco Bpm: la prossima mossa di Orcel
Mentre Commerzbank domina i riflettori internazionali, Unicredit non perde di vista un altro obiettivo strategico: Banco Bpm. L’offerta pubblica di scambio da 10,1 miliardi lanciata da Orcel sarà al centro del cda di martedì prossimo, dove si discuterà anche di operazioni straordinarie e della possibile acquisizione di quote di Banca d’Asti.
Le mosse di Orcel non si limitano alla finanza: Banco Bpm ha riportato una vittoria legale che ha annullato un accertamento fiscale da 201,9 milioni legato alla storica scalata ad Antonveneta.
Il risiko è tutt’altro che concluso. Da Francoforte a Milano, il gioco tra governi, istituti e investitori si fa sempre più serrato. Chi guiderà il futuro bancario europeo? Le prossime settimane potrebbero riservare sorprese.