Alla fine Andrea Orcel ha abbandonato la vigile attesa che ne aveva scandito i movimenti nelle ultime settimane e ha sganciato la bomba del ricorso al Tar di Unicredit sul Golden Power imposto da Palazzo Chigi nella scalata a Banco Bpm. Un’ipotesi già ventilata in passato ma divenuta realtà appena dopo la decisione della Consob di accogliere la richiesta di sospensione dell’offerta pubblica di scambio (ops) presentata da Unicredit in merito alla scalata lanciata lo scorso novembre a Banco Bpm. Decisione motivata dal fatto che il Golden Power costituisca un “fatto nuovo” rispetto alle valutazioni fatte prima di lanciare l’ops, di fronte al quale quindi Unicredit chiede tempo. Una decisione che farà probabilmente alzare i toni dello scontro con il ministero delle Finanze e dell’Economia (Mef) e con il governo in generale. Nelle ultime ore, infatti, Fratelli d’Italia aveva criticato la decisione dell’ente presieduto da Paolo Savona, mentre la Lega ha escluso l’ipotesi di modifiche alle prescrizioni contenute nel dpcm di metà aprile. “Fonti di governo – scrive Repubblica – rivelano che la questione è finita anche sul tavolo di Palazzo Chigi, dove il voto del presidente dell’authority sarebbe stato letto come un colpo di coda velenoso in prossimità della scadenza del suo mandato, a marzo dell’anno prossimo. E nell’esecutivo c’è chi ragiona sulla possibilità di invitarlo a fare un passo indietro, anche se è allo stesso tempo è forte la consapevolezza che la mossa sarebbe tutt’altro che facile da portare a compimento”. Nel frattempo, Palazzo Chigi dovrà ora vedersela con il ricorso di Piazza Gae Aulenti, ipotesi paventata già in passato ma concretizzatasi nel bel mezzo del periodo di offerta sull’ops a Banco Bpm.

Ma nel panorama del risiko bancario non c’è nessuno di più incazzato di Giuseppe Castagna, al momento. L’ad di Bpm, ha commentato la scelta dell’authority presieduta da Savona “abnorme e in contrasto con la prassi dell’autorità medesima”. Anche la stessa Bpm avrebbe deciso di adire il tribunale amministrativo, sostenendo che la sospensione possa essere disposta “solo in caso di fatti nuovi o non resi noti in precedenza”, condizioni che avrebbero potuto pregiudicare la valutazione sul contesto generale fatta da Unicredit prima di lanciare l’offerta. Ma per Bpm “l’eventualità che il Decreto Golden Power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall’offerente sin dall’annuncio dell’ops”. In parole povere, Unicredit sapeva dei rischi del Golden Power ancora prima di provare a scalare Piazza Meda e per questo motivo rivolgersi ad una valutazione della Consob sperando in “time-out” sarebbe solo una strategia per dare al suo amministratore delegato, Andrea Orcel, più tempo per parlare con il governo cercando di ammorbidirne le posizioni. Bpm ha criticato l’allungamento del periodo di adesione all’offerta anche perché da novembre – mese dell’annuncio – offerta rimane soggetta alla passivity rule, un regime che di fatto ne limita il raggio d’azione a determinati paletti normativi. Tante cose potrebbero succedere nei prossimi mesi, come per esempio sviluppi dalla procedura europea Eu Pilot avviata da Bruxelles sul dpcm di Palazzo Chigi. E potrebbero arrivare buone notizie anche sul fronte Russia, dal momento che se ci fosse un accordo per allentare le sanzioni al Cremlino nell’ambito dei colloqui di pace allora anche la situazione di Unicredit potrebbe alleggerirsi. “Non è ipotesi peregrina – suggerisce Repubblica – che alla fine Unicredit possa decidere di fare una ritirata strategica per poi ripresentare l’ops in un secondo momento, magari a distanza di mesi con un prezzo di Bpm più abbordabile. In ambienti finanziari, c’è anche chi si spinge a considerare l’ipotesi di un cambio di cavallo con Orcel protagonista di un assalto a Mediobanca”. Nel frattempo, dai conti trimestrali pubblicati da Generali – e sui quali c’era l’attenzione anche dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel e di quello di Monte dei Paschi Luigi Lovaglio – arrivano segnali positivi con una crescita dell’utile operativo a 2,1 miliardi – un +8,9 per cento. In merito al capitolo Natixis, Generali ha dribblato le domande dei giornalisti dicendo che “non ci sono aggiornamenti specifici”, riporta il Sole 24 Ore.
