image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Attualità

Volete capire la guerra tecnologica tra Usa e Cina? Basta guardare come viene riparato un iPad

  • di Federico Giuliani Federico Giuliani

26 dicembre 2023

Volete capire la guerra tecnologica tra Usa e Cina? Basta guardare come viene riparato un iPad
In ambito tecnologico la Cina è sempre più vicina a superare gli Stati Uniti e i modi diversi di riparare un iPad difettoso ne è la prova. Mentre in Usa sostituiscono l’intero prodotto, come da noi, finendo per perdere il materiale che non è stato salvato nel Cloud, i cinesi hanno trovato un’alternativa migliore. E sarà la normalità nel futuro

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Lo schermo non dà più segnali di vita. È nero. Proprio come l’umore di chi prende in mano il suo fidato tablet di lavoro e scopre che, all'improvviso e senza alcuna apparente ragione, il dispositivo ha smesso di funzionare. Nessuna caduta, nessun danno indotto, nessun segnale anticipatore. Dal momento che stiamo parlando di un iPad Pro 11 di Apple di prima generazione, e che il marchio di Cupertino si vanta di offrire alla clientela un servizio d’assistenza completo, la scelta più razionale consiste nel mantenere la calma e telefonare al numero verde dell’azienda. Qualcuno risponderà alla chiamata d’aiuto, chiederà con la massima educazione il numero di serie dell’oggetto marchiato con la Mela di Steve Jobs – chiamandovi per nome, aggiungendo sempre l'appellativo di signore o signora – e tutto si risolverà nel migliore dei modi. D’altronde Apple è Apple. Prima della fatidica richiesta d’aiuto, per puro caso, tenendo premuto il tasto di accensione del tablet, la voce meccanica di Siri – l'assistente virtuale di Apple – rimbomba nella stanza. Questo significa che l’iPad è acceso. Guardando lo schermo controluce, con estrema difficoltà si notano le app ordinate sulla home e tutto che funziona regolarmente. Dunque il tablet funziona, ma per qualche strano motivo non ha più luminosità. L'assistenza telefonica Apple, che intanto risponde alla chiamata, propone un paio di trucchetti che non funzionano (spegnere e riaccendere, forzare il riavvio e via dicendo) e consiglia di fissare un appuntamento in un qualunque Apple Store. Sicuramente tutto si risolverà con un bel lieto fine. Peccato che, una volta di fronte al moribondo iPad, l’assistenza del negozio rimane stupita. Un primo check non segnala alcun guasto a livello di sistema.

L'Apple store Sanlitun di Pechino
L'Apple store Sanlitun di Pechino

Il dilemma del tablet difettoso

Ingenuamente, il proprietario del tablet immagina che, a fronte di un’analisi approfondita, l’Apple Store possa individuare il problema e rimettere in sesto un dispositivo colmo di progetti di lavoro, materiale sensibile, contatti importantissimi. Peccato che l’iPad in questione non sia più coperto da alcuna garanzia, essendo passati quasi quattro anni dal suo acquisto. Peccato anche che l’Apple Store spieghi che no, non si può intervenire materialmente sul tablet difettoso in questione, smontandolo e sostituendo eventuali pezzi danneggiati. L’unica possibilità coincide con la sostituzione dell’iPad con un altro prodotto: analogo o di modelli avanzati. Fantastico! Se non fosse per due problemi non da poco. Uno: la sostituzione del dispositivo implica la perdita degli importantissimi dati contenuti nel tablet guasto (impossibile tentare un backup, vista l’assenza totale di luminosità. Impossibile anche attingere a precedenti backup, visto che il proprietario non ne aveva mai fatto uno). Due: la sostituzione del dispositivo guasto è pressoché gratuita per i clienti che hanno avuto l’arguzia di aggiungere un’apposita garanzia Apple al momento dell'acquisto del prodotto. Gli altri devono pagare una lauta somma. Nel caso specifico, un iPad pro 10 di prima generazione funzionante sarebbe costato circa seicento euro; somma quasi doppia a fronte, invece, di un analogo modello di ultima generazione. Una spesa enorme, un macigno, un dilemma complicatissimo.

La “variabile cinese”

Rassegnato a perdere il suo tablet e i fondamentali progetti di lavoro, il proprietario del dispositivo difettoso si rianima quando, in maniera informale, un addetto dell’Apple store gli offre un consiglio bizzarro. “Se il dispositivo funziona, potrebbe avere un problema allo schermo. Magari c’è chi lo sostituisce. Prova a portarlo in un centro di riparazione gestito dai cinesi”, spiega l'ordinatissimo impiegato Apple. Detto, fatto. Dopo una breve ricerca per capire qual è il miglior riparatore cinese in zona, il nostro proprietario tenta l’ultima spiaggia. Si presenta nel negozio cinese più comodo da raggiungere e spiega, in poche parole, i problemi del proprio tablet. “Se è un problema di schermo, dobbiamo sostituirlo. Costerà duecentoquaranta euro. Se il tecnico troverà altre cause, ti contatterò per informarti e mi dirai come e se procedere”, comunica l'impiegato del negozio. Passano pochi giorni e arriva il primo verdetto tramite messaggio: “Lo schermo non ha alcun problema. Dobbiamo sostituire la scheda madre. Il costo è di centoquaranta euro. Dobbiamo ordinare il pezzo dalla Cina. Due settimane di tempo”. Il proprietario accetta e, passati esattamente quattordici giorni, riceve la chiamata tanto desiderata: “Il tablet è a posto. Funziona. Può passare a ritirarlo”. Fine del dramma. In sintesi: Apple non è riuscita (o meglio: non ha voluto farlo a causa delle proprie pratiche burocratiche) a risolvere un problema apparentemente semplice, come la sostituzione di un pezzo, mentre un normalissimo negozio cinese lo ha fatto a prezzo modico. La situazione appena raccontata rispecchia, se vogliamo, il braccio di ferro tecnologico in corso tra Stati Uniti e Cina, con Pechino che – in parte per capacità e in parte per una diversa concezione del lavoro – ha (quasi) superato il maestro Washington. Del resto, per tornare al caso Apple, per anni il colosso di Cupertino ha fatto affidamento su una vasta rete di produzione cinese per produrre in serie iPhone, iPad e altri prodotti popolari presenti nelle famiglie di tutto il mondo. A causa delle tensioni in corso tra le due superpotenze, l’azienda tecnologica più preziosa al mondo sta cercando di smarcarsi dalla dipendenza cinese. Wedbush Securities ha stimato tuttavia che Apple potrebbe impiegare almeno fino al 2025 o 2026 per spostare la maggior parte della sua produzione di iPhone in mercati come India e Vietnam, ma solo se “si muoverà in modo aggressivo”. Per avere un’idea di quanto sia cruciale la Cina per Apple, basti pensare che oltre il 90% dei prodotti della Mela passa dal Paese asiatico. Apple, dunque, è in un certo senso un’azienda tanto cinese quanto americana. In ambito tecnologico, intanto, l’allievo sta superando, o per lo meno raggiungendo, il maestro. Di sicuro nella riparazione degli iPad. E forse – c’è da scommetterci – anche in ambiti ben più strategici.

Un qualsiasi riparatore cinese non sostituisce l'intero iPad, permettendoti di risparmiare
Un qualsiasi riparatore cinese non sostituisce l'intero iPad, permettendoti di risparmiare

More

Green, sostenibilità e auto elettriche: la Cina non è il Paese più inquinante al mondo. Ce lo spiega l'esperto Demostenes Floros

di Federico Giuliani Federico Giuliani

mentre gli stati uniti

Green, sostenibilità e auto elettriche: la Cina non è il Paese più inquinante al mondo. Ce lo spiega l'esperto Demostenes Floros

Iphone no e Mercedes sì, ma perché? Ecco la La Rivoluzione Culturale cinese spiegata bene

di Federico Giuliani Federico Giuliani

wishful thinking

Iphone no e Mercedes sì, ma perché? Ecco la La Rivoluzione Culturale cinese spiegata bene

Ok, ma che caz*o succede in Cina con le polmoniti nei bambini? È un nuovo Covid? L’Oms chiede spiegazioni, ma...

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Nuova emergenza?

Ok, ma che caz*o succede in Cina con le polmoniti nei bambini? È un nuovo Covid? L’Oms chiede spiegazioni, ma...

Tag

  • Apple
  • Cina
  • USA

Top Stories

  • Delitto Garlasco: “LE QUATTRO IMPRONTE SUL PIGIAMINO di Chiara Poggi avrebbero consentito di risolvere il caso in poche ore”. L’accusa dell’avvocato di Alberto Stasi: “Chi ha permesso che il corpo venisse voltato e immerso in una pozza di sangue?”

    di Redazione MOW

    Delitto Garlasco: “LE QUATTRO IMPRONTE SUL PIGIAMINO di Chiara Poggi avrebbero consentito di risolvere il caso in poche ore”. L’accusa dell’avvocato di Alberto Stasi: “Chi ha permesso che il corpo venisse voltato e immerso in una pozza di sangue?”
  • CRUCIANI UNO DEI MAGGIORI INTELLETTUALI VIVENTI? Per Capezzone ha interpretato il Paese "meglio di un sociologo”. E su “Ipocriti!”, il nuovo libro del conduttore de La Zanzara…

    di Benedetta Minoliti

    CRUCIANI UNO DEI MAGGIORI INTELLETTUALI VIVENTI? Per Capezzone ha interpretato il Paese "meglio di un sociologo”. E su “Ipocriti!”, il nuovo libro del conduttore de La Zanzara…
  • Aldo Cazzullo SMONTA il matrimonio di Bezos. È la morte a Venezia? “Sì, ma dell’idea di uguaglianza”. Dalla rivoluzione francese alla città noleggiata: “Sembra Squid Game”. E sul turismo che l’Italia si merita…

    di Domenico Agrizzi

    Aldo Cazzullo SMONTA il matrimonio di Bezos. È la morte a Venezia? “Sì, ma dell’idea di uguaglianza”. Dalla rivoluzione francese alla città noleggiata: “Sembra Squid Game”. E sul turismo che l’Italia si merita…
  • Omicidio Resinovich, LA BOMBA SU SEBASTIANO VISINTIN di Silvia Radin, la cugina di Liliana: “L’ha picchiata sicuramente. Quando veniva qui era un agnellino ma…” E sull’audizione di Claudio Sterpin…

    di Redazione MOW

    Omicidio Resinovich, LA BOMBA SU SEBASTIANO VISINTIN di Silvia Radin, la cugina di Liliana: “L’ha picchiata sicuramente. Quando veniva qui era un agnellino ma…” E sull’audizione di Claudio Sterpin…
  • Omicidio Poggi, ROBERTA BRUZZONE MASSACRATA SUI SOCIAL PER LA CLAMOROSA GAFFE a Ore 14: ma come ha fatto a confondere la casa della nonna di Chiara con quella delle gemelle Cappa a Tromello? “La Sbruffone non sa quale sia”. Ecco cosa è successo…

    di Giulia Ciriaci

    Omicidio Poggi, ROBERTA BRUZZONE MASSACRATA SUI SOCIAL PER LA CLAMOROSA GAFFE a Ore 14: ma come ha fatto a confondere la casa della nonna di Chiara con quella delle gemelle Cappa a Tromello? “La Sbruffone non sa quale sia”. Ecco cosa è successo…
  • Omicidio Liliana Resinovich, LA “MINACCIA” DEL FRATELLO SERGIO: “Non ho mai pubblicato le foto di mia sorella per rispetto, ma sono pronto a fare come Ilaria Cucchi”. Il pc dell’amante Claudio Sterpin verrà sequestrato per cercare altri messaggi in codice?

    di Giulia Ciriaci

    Omicidio Liliana Resinovich, LA “MINACCIA” DEL FRATELLO SERGIO: “Non ho mai pubblicato le foto di mia sorella per rispetto, ma sono pronto a fare come Ilaria Cucchi”. Il pc dell’amante Claudio Sterpin verrà sequestrato per cercare altri messaggi in codice?

di Federico Giuliani Federico Giuliani

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Reportage da Bogotà: in Colombia, nonostante la guerra interna e i cartelli della droga, c’è gente che ha voglia di cambiare

di Valentina Barile

Reportage da Bogotà: in Colombia, nonostante la guerra interna e i cartelli della droga, c’è gente che ha voglia di cambiare
Next Next

Reportage da Bogotà: in Colombia, nonostante la guerra interna...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy