Era il lontano 2004, Amici era agli inizi, si chiamava ancora Fame: Saranno famosi, per quelli come me che volevano sentirsi fighi. Dopo il programma i ragazzi vincitori, prima di essere dimenticati e aprire pizzerie al taglio, venivano portati in giro per centri commerciali - spesso nel sud Italia - a cantare canzoni di dubbio gusto, noi invece eravamo pronti a battere le mani e strapparci i capelli sotto al palco, obbligando i nostri genitori a scarrozzarci in giro durante giornate che ricordano quelle di Sodoma. Andava tutto bene, ma non lo sapevamo ancora. Ecco, la solfa è la stessa, ma adesso non cantano più, ci prendono solo per il cu*o. Siamo diventati tutti dei coglio*i, a me sembra evidente. Il gioco dell’oca, di cui sono molto orgoglioso, è una rubrica che non vuole prendersi sul serio - cosa che evidentemente non fanno - o non hanno mai fatto - anche gli influencer. Che poi, la distinzione tra influencer e content creator qual è? La linea è sottile, spesso invisibile, lontana da occhi indiscreti. Non è sicuramente bastato il terremoto che ha scosso l’Italia dopo il libro di Selvaggia Lucarelli a farci redimere e finalmente ragionare, ma almeno ne stiamo parlando. Quello che cercherò di fare è darvi una visione lucida, imparziale e diretta su questo mondo che è sconosciuto ai più, ma nasconde un sacco di gente che froda, frega, rigira e di base ci fotte tutti. Ma andiamo per gradi. Stamattina mi sono svegliato con un video di una fan di New Martina. Voi direte: “Ma chi è?”, e io sono prontissimo a spiegarvelo. Campana, giovanissima, sveglia e furba, con una dialettica peggiore di quella di Nina Moric.
Quasi sette milioni di follower in otto mesi, postando decine di video al giorno in cui “martirizza” i telefoni dei clienti. Quantomeno è tenace. Manco fosse la madonna di Bracciano, i nostri figlioletti vanno in estasi quando la vedono, piangono, urlano, la vogliono toccare a tutti i costi. Tornando al video, la star delle pellicole (cinesi, di scarsa qualità e rivendute a prezzi esorbitanti) ha appena aperto un punto vendita a Palermo, nel centro commerciale Forum, e durante l’inaugurazione ha voluto a tutti i costi essere presente, tra video con canzoni emotional e red carpet forzati e pacchiani, panico, paura e - letteralmente - sommosse di bambini che corrono incontro al loro destino, avere finalmente una pellicola sul loro piccolo cellulare applicata da colei che, sola, poteva salvare il mondo. Quello che però mi ha davvero scioccato è il video di questa bambina, avrà sì e no10 anni, che piange a dirotto mentre New Martina impavida mostra il suo talento al mondo, proteggendo il telefono dalle intemperie e dalla cattiveria altrui. Come se non bastasse, la madre della bambina la incita, sorride, è felice, è complice, gode nel sapere di aver sbagliato tutto come genitore. Ora, amiche del gioco dell’oca in cui l’oca non sono io, lungi da me prendere fiato, riempire i polmoni e urlare: “Si stava meglio ai miei tempi”. Ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta dell’evoluzione umana? Come siamo arrivati dalla ruota a rendere milionaria una ragazza priva di talento? Almeno, ai miei tempi, gli idoli erano tali perché avevano davvero un talento, un carisma, una forza motrice che li rendeva diversi dalla mia vicina di casa, che tra l’altro si chiama Martina, che amara casualità. Non voglio accusare nessuno, e mi sta anche bene che New Martina metta pellicole diventando ricca sulle nostre spalle, ma quando leggo - ovunque - del grandissimo talento di questa ragazza, giuro, mi vengono i brividi. Se fossimo tutti più onesti, basterebbe dire che a livello marketing ha avuto un’idea brillante, pur non avendo un briciolo di talento. E invece no, non bastava TikTok a incoronarla regina delle regine, ma si aggiunge la stampa che non si sbatte un minimo per raccontare la verità, o far capire davvero come stanno le cose, dato che sarebbe controproducente per i click. Wanna, avevi ragione, e anzi perdonaci, l’unica madonna a cui pregare sei tu. Perché sì, “i coglio*i vanno inculati, caz*o”.