Arriva in sala l’ultimo nato del mondo Warner: Twisters reboot/sequel del celeberrimo campione di incassi del 1996. In un mondo dove si cerca di fare di qualunque cosa una trilogia o un franchise sembrava assurdo che il disaster movie per eccellenza mancasse all’appello. E infatti eccolo qua: arriva dopo 28 anni con un cast nuovo, tra cui Daisy Edgar Jones e Glen Powell. Glen che è nel suo momento d’oro e che all’anteprima di Milano ha generato scompensi ormonali a tre quarti della sala, che a fatica ha visto il film senza ululare a ogni inquadratura del nostro eroe. Ma torniamo al film. Diretto da Lee Isaac Chung, il film riesce a combinare elementi del suo predecessore con uno stile contemporaneo, mantenendo la narrativa classicissima dei disaster movie. Anzi pure più pulita e lineare del solito: a questo giro, per esempio, nessun bovino svolazzava nelle correnti dei tornadi. Ambientato nelle terre dell’Oklahoma, orami segnate da un ruggente capitalismo, il film segue Kate Cooper (Daisy-Edgar Jones) e Javi (Anthony Ramos) nella loro missione di catturare immagini tridimensionali di uragani con tecnologie avanzate in modo da poterli prevenire o annullare in qualche modo. Uniti da un grande trauma i due si ritrovano per portare avanti la loro missione. Il content creator Tyler Owens (Glen Powell) si unisce a loro (nella chiave più tamarra possibile) per documentare le tempeste. Sì, avete letto bene, a questo giro viene raccontata la figura dei colleghi di Chiara Ferragni e simili come qualcuno che porta effettivamente nozioni e spettacoli avvincenti online. La regia di Chung, noto ai più per il suo lavoro indipendente e il successo di Minari, ha una prospettiva più realistica rispetto al film degli anni Novanta e molto più malinconica, trattando anche le implicazioni sociali e il lato oscuro della caccia ai tornadi, dalle visualizzazioni su YouTube con video sempre più estremi agli speculatori immobiliari che tra le macerie delle vite distrutte di chi subisce fenomeni atmosferici del genere, vaga elargendo biglietti da visita e preventivi per la ricostruzione. Non è certamente un lavoro dagli spiccati lati ironici.
Sebbene riprenda la struttura del film originale, Twisters introduce una maturità narrativa e una critica sociale che arricchiscono la trama. E per una volta la diva del film non è una donna, ma come dicevo all’inizio Powell, il meteorologo influencer che alla fine ritrova uno scopo diverso rispetto a quello di creare hype su Instagram. Interessante la giovane scienziata interpretata da Daisy Edgar Jones: messa alla prova all’inizio con la perdita dei suoi amici e colleghi, riaffronta i bestioni fatti di vento e distruzione e ritrova se stessa. Sullo sfondo c’è ovviamente una storia d’amore, ma che rimane sospesa, cosa che io e Martina, partner in crime di anteprima cinematografiche, abbiamo trovato apprezzabile e non scontata. Il film è una riuscita combinazione di nostalgia e modernità, con un intrattenimento più riflessivo rispetto ai blockbuster attuali. Voto 7: perché alla fine io il limone romantico lo volevo.