Mentre Aston Martin, secondo Jeremy Clarkson, appare sempre più evanescente nella scena automobilistica e mediatica internazionale, Bentley vola alto — anzi, vola veloce, lussuosa e silenziosa — con la nuova Flying Spur plug-in hybrid, un’auto capace di unire l’eleganza da salotto inglese con le prestazioni da supercar, il tutto dentro lo stesso telaio. Il nostro giornalista appassionto di auto nel suo ultimo articolo sul Times mette a nudo la curiosa strategia comunicativa di Aston Martin: “Spendono milioni sul programma corse per poi nascondersi quando arriva Netflix”, ironizza, riferendosi all’assenza quasi totale del marchio britannico nella serie Drive to Survive. Persino i legami storici con James Bond sembrano appannarsi: se Amazon dovesse chiedere una Db34 per il prossimo film, “Aston potrebbe rispondere di aver sbagliato numero”, scherza l’ex conduttore di Top Gear. E mentre Aston Martin sembra ritirarsi nell’ombra, Bentley si prende la scena. Presente in serie come Yellowstone, Landman e persino Reacher, il marchio di Crewe dimostra una strategia Pr aggressiva, intelligente e soprattutto efficace. E funziona, perché Clarkson stesso accetta di provare la nuova Flying Spur Hybrid, in assenza di una Aston nel suo calendario. Il test drive della Bentley è una rivelazione. Sotto il cofano, un V8 da 4.0 litri che sviluppa 591 cavalli, abbinato a un motore elettrico da 188 cavalli, per un totale di 771 CV. Numeri da hypercar, ma su una berlina di lusso. Da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi. La vera sorpresa arriva quando passi dalla modalità ‘furia’ alla modalità ‘ninna nanna’. La Flying Spur, infatti, è un’auto dalle due anime. In modalità sportiva, è un missile terra-terra che sfida la fisica nelle curve grazie alla trazione integrale, al retrotreno sterzante e a una miriade di interventi elettronici. “Poi sono salito dietro e mi sono fatto portare a Londra. Ed è stato come salire su un’auto completamente diversa”, scrive Clarkson In modalità comfort si trasforma in una culla rivestita in pelle, con risposte ovattate all’acceleratore e una silenziosità quasi irreale in modalità elettrica.

Lusso, tecnologia, ma anche un po’ di follia. L’interno è un capolavoro di artigianato e tecnologia: manopole “trumpet” che sembrano strumenti musicali, un display rotante che scompare per lasciare spazio a strumenti analogici o “al nulla più elegante”, e dettagli talmente curati da spingere il guidatore a giocarci senza motivo. Tuttavia, non tutto è perfetto, qualche difetto c'è: il bagagliaio è piccolo, i vetri posteriori sono ristretti e il prezzo parte da 226.500 sterline, ma può facilmente superare 300.000 con le personalizzazioni. Clarkson però su una cosa è sicuro: “Non ha rivali.” Rolls-Royce? “Troppo da calciatore.” Mercedes Classe S? “Sembra un taxi.” L’unica possibile concorrente sarebbe una rinata Aston Martin Lagonda, ma “forse esiste già e semplicemente nessuno ne parla”. Mentre Aston Martin scompare dietro le quinte, Bentley continua a dominare il palcoscenico con una berlina che è insieme limousine e jet supersonico. Un’auto che ti fa sorridere quando corri e ti culla quando rallenti. Un’auto che, come conclude Clarkson, "è due auto in una: un gentiluomo e un bruto”.
