L’arte va contro. Spesso il nemico è l’ideologia, la politica, il potere economico. Talvolta, invece, l’avversario è la commissione che deve valutare un film per mandarlo agli Oscar del 2024. È questo, pare, il caso di Anatomia di una caduta, il film di Justine Triet che ha dominato al Festival di Cannes (dove ha vinto la Palma d’Oro) e ai premi César (con sei riconoscimenti). Non sono bastati, però, tutti questi riconoscimenti a candidarlo come miglior film internazionale per la Francia alla prossima edizione degli Oscar. Anatomia di una caduta si è comunque ritagliato il posto nella competizione, dove correrà per il miglior film. Ma perché la Francia ha scelto di non essere rappresentata da un’opera di così ampio successo? La questione parte da lontano e riguarderebbe, secondo alcuni, il discorso fatto da Triet a Cannes. Era il 2023 e in quel periodo le piazze erano piene di manifestanti che protestavano contro la riforma delle pensioni promossa da Emmanuel Macron: “Queste proteste sono state represse in una maniera scioccante. Queste modalità del potere dominante e senza limiti si sta manifestando in sempre più situazioni”. Dopo un attacco del genere, arrivò la risposta direttamente dalla ministra della cultura francese, Rima Abdul Malak: non usò mezzi termini, definendo “disgustoso” l’intervento della regista. Ma le critiche di Triet andarono oltre.
In un’intervista successiva, Justine Triet si disse delusa dall’idea di cultura del governo francese: “L’eccezione culturale è importante da preservare. Serve per sostenere le giovani registe. Io sono privilegiata perché riesco a finanziare i miei film, ma per chi inizia è più complicato. Il governo sta pensando a fondi di stato per aiutare grossi progetti, prodotti da grosse società e che possano portare un profitto”. La peculiarità e la complessità del sistema di finanziamento all’audiovisivo dell’industria francese sono elementi che sono stati analizzati e spesso se ne è messa in luce la ricaduta positiva sui giovani registi e le piccole produzioni. Questo, però, a dire di Triet, potrebbe cambiare in futuro. Insomma, Anatomia di una caduta si trasformò in un film antistituzionale. Nel momento in cui la commissione francese che doveva esprimere il candidato all’Academy per miglior film internazionale si riunì, al posto del film di Triet venne scelto La Passion de Dodin Bouffant di Tran Anh Hùng con Juliette Binoche (che vinse comunque il premio per la migliore regia a Cannes). L’ascesa e i riconoscimenti ottenuti da Anatomia di una caduta, però, fanno pensare che sarebbe potuto essere il miglior concorrente anche agli Oscar 2024. Una decisione politica, quindi, quella di escluderlo? Di sicuro, a questo proposito, non c’è niente. Resta il fatto che il film sarà comunque a Hollywood, dove è tra i dieci finalisti come miglior film (ha ricevuto anche altre quattro nomination: miglior regia, miglior attrice protagonista per l’interpretazione di Sandra Hüller -lei che è anche nel cast de La zona d’interesse, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale). Anatomia di una caduta farà rimpiangere la scelta francese di non portarlo anche nella sezione dei film internazionali?