Lino Guanciale è tornato sul grande schermo con “L’invenzione di noi due”, il film sull’amore che è di tutti. Impossibile non immedesimarsi nei sentimenti dei protagonisti, in quell’amore che cambia nel tempo mentre cambiamo anche noi. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto, se non quando è troppo tardi. O meglio, quando siamo distanti dalla persona che eravamo all’inizio di quella storia d’amore che inaspettatamente ci ha stravolto la vita. Perché è proprio così che nascono le storie più belle, dall’inaspettato. Lino interpreta Milo, il personaggio maschile del film, sposato con Nadia, a cui dà il volto Silvia D’Amico. Tutto inizia con una presa di coscienza: Milo si rende dolorosamente conto che sua moglie non lo desidera più, che dopo quindici anni di matrimonio sono diventati due estranei l’uno per l’altra. Non condividono più nulla, se non la stessa casa, dentro al quale si gravitano attorno ma a distanza. Allora Milo decide di tentare il tutto per tutto: le scrive fingendosi un altro, iniziando una corrispondenza fatta di email densa di sentimenti, in cui entrambi si mettono a nudo senza paura di niente. Il film è ispirato all’omonimo romanzo scritto da Matteo Bussola, ed è diretto da Corrado Ceron. Nel cast presenti anche due eccezionali Francesco Montanari, che torna a lavorare con Lino dopo lo spettacolo teatrale “L’uomo più crudele del mondo” che li ha visti protagonisti, e Paolo Rossi.
Lino racconta così il suo nuovo progetto cinematografico: “Non potete proprio perdervelo questo film, perché dentro ci siamo tutte e tutti noi. C’è la storia del nostro amore per l’amore, c’è la storia della lotta fra il nostro amore e il tempo, di tutte e tutti noi”. E noi di MOW non ce lo siamo perso. E chi scrive, oltre a tutte le domande su noi stessi che il film ci spinge a porci, ha ricevuto un altro regalo. La colonna sonora, o meglio la canzone che accompagna i momenti più belli della storia d’amore tra Milo e Nadia. E la scelta non poteva non ricadere su uno dei brani più dolci e carichi di sentimento del cantautorato italiano, a cui il timbro di Rino Gaetano aggiunge quella dose di struggimento in più che ci sta sempre bene. Ed anche stavolta è stato così. A mano a mano la si riconosce subito dalle prime due note, per diventare poi tutto un crescendo. “Ma dammi la mano, e torna vicino, può nascere un fiore nel nostro giardino…”. Un testo perfettamente in linea con il film, e con il finale. “Da questo mio amore per te”, di Milo e Nadia e viceversa, in realtà non sappiamo cosa nascerà ancora, a cosa li porterà questo rincorrersi fin dai tempi dei banchi di scuola. Dove quella semplice domanda, “chi sei?”, ha cambiato il percorso di due intere vite. E perché no, che potrà cambiare ancora. Nulla resta immutato, come quella valanga di sentimenti da cui ha volte ci lasciamo travolgere, e che questo film invece ci insegna ad abbracciare.