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A CASA! Gal Gadot via da Venezia perché pro Israele. Il prossimo sarà Gerald Butler? Ma davvero dobbiamo scandalizzarci per la loro esclusione dalla Mostra del cinema dopo le proteste dei pro-Palestina?

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

25 agosto 2025

A CASA! Gal Gadot via da Venezia perché pro Israele. Il prossimo sarà Gerald Butler? Ma davvero dobbiamo scandalizzarci per la loro esclusione dalla Mostra del cinema dopo le proteste dei pro-Palestina?
Gal Gadot rinuncia, Gerald Butler è il prossimo? I due attori pro Israele sono contestati dal gruppo V4P, che invece sostiene il popolo palestinese. Ma davvero è scandaloso che con un genocidio in corso vengano esclusi?

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

In vista della Mostra del cinema di Venezia gli artisti si mobilitano contro il genocidio a Gaza e a favore del popolo palestinese. C’è chi dice finalmente, c’è chi dice troppo tardi. Ma qualcosa sta accadendo. Ogni protesta si pone degli obiettivi concreti, come quelli degli Artisti #NoBavaglio; stavolta, però, la volontà è far ritirare “l’invito a partecipare alla Mostra a Gerard Butler, Gal Gadot (entrambi nel cast di In the Hand of Dante di Julian Schnabel) e a qualunque artista e celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio. E che invece quello spazio venga messo a disposizione di una nostra delegazione che sfili sul red carpet con la bandiera palestinese”. Gadot ha già annunciato che non sarà a Venezia per la kermesse. A muovere la richiesta è il gruppo di artisti e attivisti V4P (Venice4Palestine). La lista dei firmatari è di circa 1500 persone, tra le quali Marco Bellocchio, Alba e Alice Rohrwacher, Carlo Verdone, Jasmine Trinca, Laura Morante, Toni e Peppe Servillo, Matteo Garrone, Valeria Golino, Mario Martone, Ken Loach, Abel Ferrara, Céline Sciamma, Audrey Diwan e Charles Dance, Fiorella Mannoia e Paola Turci. È arrivato il momento di esporsi, quindi, senza neutralismi o equidistanze. Se la politica è conflitto, quella di grandi palchi come Venezia è la perfetta occasione per accentuarlo. Niente di scandaloso, bensì il normale bilanciamento delle forze in campo, azione e reazione. A volte si vince, a volte si perde. Oggi hanno vinto coloro che sono dalla parte di Gaza. Ma Venezia non sarà certo l’ultimo terreno di confronto.

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Gerald Butler è il prossimo escluso? Ansa

La direzione del Festival ha replicato dicendo che “la Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica sono sempre stati, nella loro storia, luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e nel mondo”. Evidentemente una nota ufficiale non è più sufficiente. “La comunicazione ufficiale della Biennale sceglie ancora di non menzionare la Palestina e il genocidio in corso, né tantomeno lo Stato di Israele che lo sta perpetuando” – leggiamo nella lettera di V4P – “Se la Biennale vuole davvero essere un ‘luogo di confronto aperto e sensibile’, allora questo spazio deve essere innanzitutto uno spazio di verità. Apprezziamo ovviamente la presenza di film come The Voice of Hind Rajab della regista Kaouther Ben Hania, ma allo stesso tempo ci chiediamo come si può rendere omaggio a figure come Gerard Butler e Gal Gadot, protagonisti di un film fuori concorso, che sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele”. Un’incoerenza che per i firmatari deve essere risolta con l’esclusione dall’edizione di quest’anno dei due attori. Sempre V4P ha manifestato - in una seconda lettera inviata oggi - soddisfazione per i riscontri ottenuti “sia quello solidale e propositivo ricevuto dalle Giornate degli Autori sia quello di apertura al confronto di Sncci-Settimana della critica”. Inoltre, il gruppo sosterrà la manifestazione del 30 agosto che si terrà al Lido alle 17 (a cui aderiranno anche membri della rete Artisti #NoBavaglio).

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