Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film d’animazione/cartone del 1988 che ancora oggi insegna molto. Un parallelismo tra tutte le dinamiche che coinvolgono ‘cartoonia’ (il mondo dove vivono solo i personaggi dei cartoni) e la realtà umana. In questa realtà figura l’iconica fidanzata di Roger Rabbit innamoratissima del suo coniglio (appunto, come suggerisce lo stesso cognome), un po’ fuori le righe all'apparenza, di nome Roger e che assolda un investigatore per scoprire se lei lo tradisce e da qui nascono mille fraintendimenti. Ma non è affatto così, anzi, lei nemmeno ci pensa, ed ecco il primo cliché sdoganato. Tutto una contraddizione di tutto; tutto un fraintendimento, perché alla fine Roger Rabbit è il più figo e il più sveglio di tutti, e anche se vogliono incastrarlo ad ogni costo (per non fare spoiler vi consiglio di guardare il film) lui con mille mosse geniali ma apparentemente maldestre riuscirà a farsi valere. Ecco, qui un po’ questa dinamica tra persone e personaggi torna, nuovo anno ma vecchi dissing... Morgan è stato probabilmente incastrato ed allontanato come Roger in un mondo tra personaggi bidimensionali come quelli dei cartoni e artisti concreti e tangibili. Ma Morgan non è di certo un coniglio, non scappa, anzi, cerca il confronto e anche questo gli viene negato, lui è un figo per quello che scrive e per come lo scrive, per la sua voce caratteristica, per come si veste e per come si muove, per come sa essere profondissimo e allo stesso tempo ironico, per il suo gusto, per come sa dirigere un’orchestra, per come suona, per le parole che usa e in modo particolare per il suo pensiero. Eppure l’ennesimo episodio in merito al famigerato concertone di capodanno a Roma: Tony Effe pieno di solidarietà pilotata dalla discografia, che raccatta piuttosto nuove date anziché esserne realmente escluso, ma è mai possibile? Questo non è forse mobbing? Questo non è forzare una dinamica a favore di alcuni rispetto ad altri?
Facciamo un gioco, mettiamo a confronto alcuni testi di canzoni di Morgan con alcuni di Tony Effe per capire le differenze, come per la settimana enigmistica ‘trova la poesia’:
Morgan da “Amore Assurdo”: “Assurdo cosa accadde / Quando ti vidi per la prima volta / Portavo un cuore entrando nella stanza / Ma uscendo non lo avevo più / Amore, come vetro / Lo infranse al primo colpo”.
Tony Effe da “Miu Miu”: “Prendo una bitch, diventa principessa / Le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta (...) / Arriva Tony, inizia il party / Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte / Con una sola botta faccio due gemelli (...) / Copro la mia pu**ana di gioielli Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli”.
E ancora Tony Effe con Sfera Ebbasta in “Mi Piace”: “Tony, bitch, amo solo le mie thotties, Per la mia città sono Francesco Totti / Seh, numeri d'oro nel mio chopstick (Pow), Lei la comando con un joystick (Uoh) / Non mi piace quando parla troppo (Troppo), Le tappo la bocca e me la fott–, shh (Seh)”.
E torniamo per finire con qualcosa di bello a Morgan in “Cieli Neri”: “Scegli me fra i tuoi re / Un vortice ci avvolgerà / Ti prenderò, se mi vuoi / Danzammo in due / Lei se ne andò ed io ora Ho i ricordi chiusi in te La tristezza dentro me Tra due mani, le mie”
E ancora Morgan con “Nido di spine”: “Vorrei entrar nella tua testa per curiosità ma principalmente per gelosia / almeno capirei che cosa fai quando sei via e una volta appreso che non sei solamente mia come la metterei? / È una bella domanda ed è anche un bel problema nonostante sei una persona in gamba / se mi inganni penso che sei una scema e ora ti dico anche perchè: dunque dunque dunque / è che a uno come me non piace la cintura di castità / e mai la concepirei anche solo come concetto / perchè una donna deve avere garantita tutta la sua libertà / di essere esattamente ciò che è senza dover cambiare o fingere per far contento uno che tanto non è mai contento comunque”.
E qui abbiamo solo “confrontato” quelle che sono strofe d’amore e nei confronti di una donna, nemmeno citiamo tutti gli altri testi poetici di Morgan e li confrontiamo perché sarebbe imbarazzante ma anche inutile, basta pensare alla sfumatura di ogni parola e all’immagine che ci viene data da poche righe rispetto alla volgare situazione che ci si propone a confronto. Non è questione di gusti, né di “fuori contesto”, di una battuta uscita male o di un rima un po’ claudicante, queste sono parole che non lasciano spazio al fraintendimento e che ad oggi vincono e portano il paladino Tony Effe sul palco del teatro Ariston e con una schiera di donne (artiste nientedimeno) in sua difesa e che gli reggono lo strascico.
Signori e signore, se ancora ne esistono, non vi nascondo il mio imbarazzo davanti a tutto questo. Anche lo stesso Marco Castoldi, in arte Morgan dice: “A Roma si respira una grande maturità sociale dal punto di vista della libertà e della capacità delle persone di creare iniziative collettive, in una ricchezza culturale che la eleva su qualsiasi altra città italiana. La creatività che c’è nell’aria a Roma non è una cosa frivola perché è realmente concretamente tradotta in lavoro, opera d’arte, e quindi è stile di vita”. Ma se la Capitale sforna questi capolavori allora c'è preoccuparsi. Nonostante tutto, l'artista ha sempre un pensiero di iniziative collettive e parla di elevazione culturale, ma queste parole non sembrano trovare grandi riscontri. Vedo invece solidarietà solo tra chi appartiene agli stessi circuiti, dove sembrano contare più le entrate economiche che l'arte, e laddove manca l’intenzione di dare spazio a un pubblico che, spero almeno, si sia ormai stancato di questa robaccia. Per Roma abbiamo avuto Tony Effe, che si paragona pure a Totti, ma per Fedez possiamo dire anche qualcosa su Milano, anche lì Morgan ha speso parole importanti: “Io amo anche Milano perché ci sono nato e penso che da Roma dovrebbe imparare a sapersi godere la vita. Milano ha molti meriti: è seria elegante ed affidabile, ma Roma è libera gioiosa e intelligente, luminosa. Il mio rapporto con questa città è talmente appassionante che da ogni esperienza vissuta a Roma ho tratto linfa per la mia creatività e per le mie canzoni, insomma quel che in una parola si chiama semplicemente amore”. Tanto amore proprio ultimamente circola sia a Roma che a Milano che sono diventate città simbolo purtroppo di grandi ipocrisie (e il sindaco della Capitale non ha fatto una bella figura) e nel caso di Milano anche di criminalità... tutta colpa della musica? Certamente no, ma perché dare un fiammifero ad un piromane? Il solito cane che si morde la coda. Ma anche qui Morgan ci regala una bella riflessione: “Ricordo i gloriosi concertoni del 1 maggio a Piazza San Giovanni negli anni Novanta che finivano regolarmente tutti a via del fico nel locale chiamato appunto il locale dove si concentrava a tarda notte tutta la società dello spettacolo che era andata in scena nella giornata e ci si conosceva si improvvisava su quel piccolo palco sudati e liberi così nascevano le collaborazioni tra gli artisti che diventavano non solo collaboratori ma veri amici e quando si usciva dalla porta di quel locale era giorno e magari si stava insieme ancora per una brioche alla crema mangiata nei vicoli come avrebbero fatto Rimbaud e Verlaine. Gli artisti di oggi non sanno nulla di tutto questo perché tutto questo non c’è più, magari c’è qualcos’altro che io non so, ho il sospetto però che i modelli non siano i poeti maledetti ma piuttosto i gangster americani”.
Voglio citare anche un grande cantautore, Paolo Benvegnù, scomparso proprio pochi giorni fa lasciando un grande vuoto nel panorama musicale italiano, uno dei pochissimi artisti tanto onesti intellettualmente da dedicare parole importanti a favore di Morgan e della musica di qualità, un grande amico oltre che un ‘collega’: “Certo è che se uno è straordinariamente bravo, e molto attrezzato a livello culturale, può tranquillamente permettersi anche di stare dentro una major. Uno così può essere Morgan, che io stimo tantissimo, perché in Italia è uno dei pochi che sta facendo delle cose diverse, senza preoccuparsi di quanto succede all'esterno, puntando alla comunicazione e riuscendo a convincere tutti. Personalmente sono contento che Marco Castoldi stia facendo la musica che sta facendo, adesso, in Italia”. I tempi sono cambiati, anche i modi di fare arte lo sono e questo è umanamente normale, ma le vere collaborazioni tra artisti non esistono quasi più, ora è tutto un “faccio il feat con ‘X’ per fare più hype e faccio il dissing contro ‘Y’ così aumento i followers” non si parla più di “fan” o “pubblico” ma di followers, che cosa di cattivo gusto, quanta mercificazione dell’arte sprecata in pochi attimi, quanto lavoro dei grandi cantautori sprecato. Quelli che davvero venivano censurati per il libero pensiero, e le femministe che davvero avevano qualcosa da conquistare. E qui le parole di Morgan sull’arte che dovrebbero svegliarci un attimo: “L’arte è la capacità che ha l’essere umano di generare oggetti concreti inventandoli dal nulla che attirano l’interesse generale e accendono il desiderio di possederli o materialmente o conoscitivamente. Si chiama arte quel che una persona origina in forma concreta attraverso un’estrazione attingendo dal suo universo di fantasia mentale e può essere presentato, comunicato, messo a disposizione degli altri. L’arte è una sorta di rappresentazione della realtà, e’ una dimensione che replica la realtà filtrata da un individuo vivente che viene chiamato artista. Ultimamente si è scoperto che l’arte non è una azione esclusiva degli umani perché anche altri animali possono realizzarla, specialmente volatili nel costruire ed arredare il nido e ambienti scenici per rappresentazioni teatrali. Anche i cefalopodi come le seppie hanno una sorta di loro teatro, alcuni primati fanno musica, gli antilopi praticano travestimenti, i licaoni praticano la conversazione e i dibattiti politici. Gli italiani sono tra i pochi esseri umani che hanno sviluppato nei secoli una cultura disinteressata all’arte, e da qualche anno una vera e propria refrattarietà che nella dimensione collettiva diventa ostilità verso il manifestarsi dello spirito artistico. Quindi essere artisti oggi in questo paese è una cosa eroica per quanto è vilipeso ad ogni livello chiunque voglia realizzarsi come professionista nel campo delle arti perché è totalmente ignorato dal punto di vista della sfera del lavoro, ossia privo di qualunque supporto legale nonostante la costituzione sia chiara sull’importanza che deve essere data al cittadino che svolge un’edificazione sociale come qualunque artista fa specialmente il musicista o il divulgatore televisivo musicale, ma la mia situazione è identica a quella di qualunque uomo o donna voglia costruirsi una esistenza basata sul talento artistico, perché la realtà del sistema del paese Italia è impostata tralasciando in toto questa fetta di società/umanità/professionalita’, il concetto di arte è completamente omesso da qualunque ambito di potere, sia politico ed economico, e questo la dice lunga sullo sfascio della povera penisola senza sovranità [...]”. Ma alla fine, Tony Effe poi? Ha suonato o non ha suonato ha cantato o non ha cantato a Capodanno? Sapete che aveva ragione Morgan? Ma che ce frega di Tony Effe! Ora vi dico chi è Morgan e cosa ha fatto il 31 dicembre: un concerto pazzesco pieno di citazioni e di emozioni che avrebbero smosso anche il più anchilosato ascoltatore passivo. Da Sinatra a Sid Vicious ed Elvis e poi inventando una una possibile versione di My Way cantata da Bowie e infine una nello stile di John Lennon. Ha alternato inediti e brani pilastro della musica internazionale con interpretazione da crooner che ti fanno dimenticare il tempo e lo spazio, il tutto aggirandosi su quel palco con distonica eleganza in una androginia che sembra un punto di incontro tra Freddie Mercury e Bryan Ferry. Morgan, il più grande talent scout tra talent tv e palcoscenici, un patrimonio artistico depredato dagli italiani. Ma di cosa stiamo parlando? Quali problemi assistenziali vogliamo rivangare messi a confronto ad un’ingiustizia così grande che riguarda Morgan e la sua esclusione da ogni tipo di palco, trasmissione e teatro? Questo avviene perché non si ha la reale idea del valore che ha e in modo totalmente incosciente e ignorante, ve lo state non solo lasciando sfuggire ma anche tirando addosso come rimorso di coscienza. Avete presente il modo di dire “perle ai porci”? Ecco non è nemmeno così perché qui perle e porci non stanno manco nella stessa frase, non comunicano, qui ci sono perle, diamanti, capolavori, meraviglie, genialità da una parte e dall’altra ma molto, molto, molto lontano ci sono i porci e in mezzo c’è un abisso in cui i porci non arrivano neanche a vedere le perle col binocolo o in fotografia. La maggior parte degli esseri umani non resisterebbe un paio d'anni nella situazione in cui si trova incastrato Morgan, andrebbero diretti al cimitero o in manicomio, e invece 'questo qua' è ancora in giro e fa spettacolo e mangia in testa a tutti messi insieme e tritati in un secchio come si direbbe in un famoso film di Monty Python. Vorrei proprio vederli i signoroni dei concerti allo stadio e dei contratti milionari con le case discografiche confrontarsi sul palco con Morgan voglio proprio vederli se diventano grandi come i Playmobil o si trasformano in emoticon, altro che auto-tune qui la questione non è se auto-tune sì o auto-tune no, qui la faccenda è molto diversa: qui c’è la musica come forma d’arte e di modello di uomo come lo sono tutti i grandi artisti da Beethoven a Bowie a Battiato a Carmelo bene a Jodorowsky, De Andrè, Fossati, Woody Allen, Modugno eccetera eccetera ... ossia intellettuali pensanti creativi, carismatici, innovativi liberi, tra i quali c’è anche questo signore chiamato Morgan, con la differenza che è nato in un posto sbagliato nel momento sbagliato, perché qui abitano i coccodrilli e non gli esseri umani e sì, questo posto si chiama: Italia 2025. Cosa bisogna fare ancora per capire che la situazione sta degenerando? Perché così pochi artisti alzano la testa in questo branco di pecore senza nemmeno un pastore? Siamo il paese del bel canto e dell’arte, dei beni culturali e degli artisti, e non riusciamo a restaurare un po’ di buon gusto. Adesso potete andare su Instagram a scrivere le vostre ipocrisie e malvagità di gossip da hater, a pubblicare brutti articoli con brutte fotografie, perché sono certa che ho scritto inutilmente come spesso accade e che non si leggerà fino alla fine, anzi insultatemi e datemi della venduta ignorante perché è la stessa cosa che stavo per fare io con alcuni di voi: buon anno a tutti. A Cesare quel che è di Cesare e a Morgan quel che è di Morgan. Lo metto nei buoni propositi del 2025, riprendiamoci l’arte, diamo i giusti diritti a chi li merita, difendiamo la poesia e dissociamoci dall’ignoranza dilagante e dall’ipocrisia.