A volte ci si sveglia il venerdì mattina con la sensazione che la musica pop stia cercando di prenderci in ostaggio. Poi, all’improvviso, succede qualcosa che ribalta il tavolo: gli Oasis si riuniscono e ti ricordano perché hai iniziato ad ascoltare canzoni invece di compilare excel. È per questo che, prima di addentrarci nei nuovi singoli della settimana, diciamolo subito: grazie fratelli Gallagher. Non solo per averci restituito una “Slide Away” con il sudore ancora addosso, ma per averci ricordato che una chitarra distorta può valere più di mille feat studiati da un ufficio marketing. E ce n’era bisogno, perché altrove la situazione è quella che è. Laura Pausini e Robbie Williams hanno unito le forze per un inno da finale di calcio che sembra scritto da ChatGPT sotto effetto placebo. I Gemelli Diversi invece giocano a ping-pong con i ricordi degli anni ’90, mentre JoJo Siwa tenta l’impossibile: ridare vita a Kim Carnes con un autotune da karaoke in maschera. Per fortuna arrivano i Kokoroko a mettere un po’ di groove nelle orecchie, con un brano elegante che profuma di estate londinese e ascolti BBC. Insomma, tra chi ricicla il passato e chi cerca di resuscitarlo, il vero lampo di contemporaneità viene da chi pensavamo finito. Forse la novità più grossa è proprio questa: a salvarci, oggi, non è l’hype ma la nostalgia. O, meglio, l’urgenza vera. Quella che non ha bisogno di hashtag, solo di volume.

LAURA PAUSINI/ROBBIE WILIAMS, Desire
Pensavate che i nuovi Linkin Park che si esibiscono prima della finale di Champions League fossero stati sufficienti, vero? Vi sbagliavate. E di grosso. Perché domani, domenica 13 luglio si terrà a New York la prima finale di un Mondiale per club di calcio, e quindi c’è (urgente?) bisogno di un inno. Se ne occupano Laura Pausini e Robbie Williams. Così, messi insieme da due algoritmi che se la sono giocata a dadi sotto il sole. Questa “Desire” potrebbe quindi essere meno che orrenda? No. Una polpetta così vuotamente epica e bombastica da apparire solo per ciò che è: l’equivalente, sotto forma di canzone, di una moneta da tre euro. Non rara. Falsa.
GEMELLI DIVERSI, 1993
“E andiamo su su su, e andiamo giù giù giù”. E poi: “Su e giù, su e giù, su e giù”. Gemelli Diversi? Non proprio. Torniamo piuttosto al 1993 e ai Vernice di Stefano D’Orazio. “Su e giù” dei Vernice fu una piccola hit, un simpatico brano di pop sca**ato e indolente cantato un po’ in stile Vasco (tornava la speranza di trascorrere “una bella giornata”). Nulla di che, e infatti se lo ricordano bene i Gemelli Diversi, che oggi lo trasformano in “1993”, pillola balneare che affida appunto le sue chance all’intramontabile e multiforme metafora del “su e giù”. Un brano che se ne va dopo due docce, ma va bene così.
KOKOROKO, Da du dah
Let’s funk. Ma senza frenesia né sudore. La colorata band capitanata da Sheila Maurice-Grey e Onome Edgeworth torna con questo “Da du dah” per annunciare l’uscita del nuovo “Tuff times never last”, album chiamato a confermare la costante ascesa del gruppo. Video splendido (in cui i sei Kokoroko si incontrano, ancora bambini. Vagano, curiosi e giocosi, per le strade di Londra e poi iniziano a fare musica insieme) per un brano discreto. Rare groove buono sia per una radio pirata che per la BBC o le nostre radio commerciali. Tanto gusto e quel “ti voglio ancora” che percorre tutta la canzone. Summer vibes al cubo. In attesa dell’album, il piatto davvero forte.

OASIS, Slide away (Live from Cardiff, 4 July 2025)
Pezzo instant-live tratto dai recenti concerti dei riuniti fratelli Gallagher. Una settimana fa suonavano “Slide away” in Galles e ora ecco qui il brano, fuori per tutti. Una sontuosa cartolina come testimonianza sonora del ritorno dell’anno. Muro di chitarre, la melodia cantata visceralmente da Liam, la voglia di ribadire – per via di quella rara miscela di “don’t give a f**ck attitude” e sensibilità pop – che gli Oasis saranno stati pure figli di un decennio, i Nineties, ma che, estrapolati da quella medesima decade, fanno ancora una ca**o di impressione. Per le canzoni, l’urgenza, e la sublime strafottenza che ha spinto Liam a definire “il miglior momento della serata” il momento in cui un fan, durante un concerto dei Green Day, è salito sul palco e ha abbozzato “Wonderwall” con la chitarra acustica. Unici.
JOJO SIWA, Bette Davis Eyes
Un superclassico degli anni ’80 di Kim Carnes nella versione dance-y della giovane voce nativa del Nebraska. JoJo impersona bene Kim Carnes – accenti rochi e tutto il resto –, il pezzo guadagna “tiro”, ma perde per strada la sua atmosfera notturna. A colpi di autotune JoJo Siwa sembra uscita da “Tale e quale show”. La sua cover è, semplicemente e innocuamente, inutile.
