L’ha presentato in anteprima con un concerto acustico su una terrazza vista Duomo, ai piedi della Madonnina. Locura Jam + Opera di Lazza esce a meno di un anno dalla sua prima edizione, semplicemente “Locura”. Più che una riedizione questa è una duplice riscrittura del disco, prima in versione Jam con un organico minimo di strumenti e poi con l’Orchestra sinfonica di Milano diretta dal Maestro Enzo Campagnoli nella versione Opera.
In realtà quella che per una questione cronologica chiamiamo riedizione, non è altro che l’idea originaria del progetto di Lazza, che poi l’ha ripensata così per una questione più di mercato che d’intenzione. Il listening party con cui a settembre aveva fatto sentire ai fan le canzoni dell’imminente album Locura si intitolava proprio Opera e coinvolgeva l’Orchestra sinfonica di Milano. Un chiaro segno della sua visione d’origine. Si era svolto poi davanti lo stadio San Siro, lasciando un ulteriore indizio su quello che sarebbe successo in futuro, per la prima volta, infatti, il 9 luglio Lazza si esibirà allo stadio della sua città e della sua squadra, San Siro appunto.

I risultati incredibili che Jacopo, questo il vero nome, è riuscito ad archiviare giorno dopo giorno, li deve molto alla sua formazione classica, che in questa occasione ha voluto sfoggiare più delle solite collane. Anche per i dischi precedenti aveva sempre proposto un’alternativa acustica delle canzoni, ma questa volta la scelta è stata più ambiziosa e diretta da una visione partecipativa della musica. In antitesi all’immagine del trapper che in solitudine nella cameretta con il pc crea il suo successo da zero, adesso Lazza ha il lusso di lavorare con un’orchestra, che più che una questione di status è un’elevazione della propria attività. Jacopo vuole imporre la sua differenza non solo per il proprio ego, ma per mostrare al grande pubblico la natura più profonda della musica, che è quella di aggregare e accomunare le persone, sia i musicisti che gli ascoltatori, in uno scambio costantemente arricchito.

Sarà per questo che le parole dei brani si caricano di peso e diventano più memorabili. Un’operazione simile ma con scopo diverso, l’aveva fatta anche Dolcenera, quando nell’EP Regina Elisabibbi nel 2018 aveva risuonato col pianoforte le prime canzoni trap che raggiunsero le classifiche. In questo modo voleva dimostrare che non si può denigrare un genere in assoluto, perché non ci sono generi brutti o belli, ma solo canzoni buone o scadenti. Se la canzone ha un’anima non conta la veste che gli si addossa, suonerà sempre bene, anche spogliata di tutti gli arrangiamenti e cantata solo piano e voce. C’era anche Lazza nel disco con la sua prima hit Porto Cervo, in cui duettava e suonava insieme a Dolcenera, con cui condivide l’amore per il pianoforte. Nel 2025 Lazza però non ha più bisogno di difendere un genere, il suo obiettivo ora è mostrare di essere all’altezza di un mondo che ha sempre snobbato la musica “leggera” e figuriamoci la trap o il rap. Vuole far incontrare la strada e l’accademia per stringere un sodalizio che ad oggi non è più impensabile, ma una realtà concreta. Con queto lavoro ha convinto il mondo della classica e incuriosito gli amanti del rap, togliendo un po’ di polvere da certe sonorità. Su YouTube fra i commenti sotto al video di Casanova con Artie 5ive nella versione opera, tanti ragazzi si entusiasmano per l’intro del brano, “L’inizio quanta gasa!”, eppure nessuno si accorge della citazione erudita di Jacopo o se volete chiamarlo così, del campionamento. Tra Artie 5ive e Lazza, infatti, c’è anche la mano di Vivaldi, perché sembra proprio che abbia ripreso il Presto del III movimento dell’Estate, un motivo che avrete sicuramente sentito in una nota pubblicità di una macchina.
Scorrendo ancora i commenti si legge anche “Ok ora voglio sentirla in teatro” e mi viene da pensare che fosse anche solo un granello di sabbia nel mare, ma Lazza con questo disco ha fatto davvero un piccolo miracolo.
