In “Cento messaggi”, Lazza canta: “'Sto mondo a misura d'uomo mi fa sentire in castigo”. E a giudicare dall’esibizione di ieri sera, sembra proprio che Lazza tanto umano, in effetti, non sia. Poco prima della fine del concerto l’ha dichiarato: “Ho rischiato di non suonare stasera”. Cosa che, comprensibilmente, può accadere a chi per quattro giorni quasi consecutivi calca il palco del palazzetto più importante d’Italia, con l’energia e la passione che ci ha messo lui. Il quarto sold out nella sua città per il tour che aveva annunciato prima ancora dell’uscita del suo quarto album, “Locura”, che a luglio riuscirà a portare a San Siro coronando un sogno, oltre che di cantante anche di tifoso, visto che è un milanista sfegatato. Ce lo ricorda quando arriva Anna vestita di nero e blu, le tinte dell’Inter, stuzzicandola così: “La prossima volta però cambia colori”. Poi si candida di sua iniziativa davanti a 10000 testimoni per fare lui da ospite, quando sarà il turno di Anna a riempire il Forum, un segno della stima che le ha sempre riconosciuto, anche quando Anna era poco meno che un’emergente. Reduce di un risultato inedito per un rapper italiano, il disco di Diamante per “Sirio”, l’album uscito nel 2022, che già aveva raggiunto un record per il maggior numero di settimane in testa alla classifica Fimi, sceglie di costruire il palco proprio a forma di diamante. Lo lascia intendere lui stesso quando ringrazia i fan per i successi raggiunti, di cui sono complici e glielo ricorda: “Grazie a tutti voi per il tempo che mi avete dedicato, vale più dei soldi per me”. La scenografia è scarna, sembra che Lazza sia arrivato in un nuovo mondo, un pianeta di ghiaccio dove, come lastre conficcate al suolo, si ergono dei ledwall a forma di porta, che catapultano in realtà parallele o alternative.
Già lo scorso anno al concerto di Drillionaire proprio al Forum, si era presentato scendendo dall’alto con addosso una tuta da astronauta, a sottolineare la sua natura aliena rispetto al proprio settore. Zalla, così per i fan più affezionati, non ha mai nascosto di essere competitivo, né di essere fanatico delle proprie capacità, che sono reali ed è per questo che non è ridicolo quando si autoincensa. Dopotutto chi ha il coraggio e il carisma di stare sul palco da solo, senza band né dj alla consolle per più di due ore di seguito? L’unica pausa non è nemmeno giustificata dal cambio d’abito, che comunque c’è, ma dall’ascesa del pianoforte, che appare da sotto il palco, nascosto da una nube di fumo. Nell’attesa, al buio vengono riprodotti una serie di messaggi vocali, ricevuti probabilmente sui social o su WhatsApp da colleghi e sconosciuti, in cui gli insulti gratuiti e i complimenti smodati si alternano a dimostrazioni di affetto e rispetto, mostrando le due facce della medaglia della fama, che dà e toglie, ferisce e inebria. Quello che indossa Lazza per tutto lo spettacolo è più un costume che un outfit sponsorizzato dai brand, la sua è una visione teatrale dello show e per questo ha voluto presentarsi come una specie di cosmonauta guerriero, prima nero e poi bianco con spalline sagomate arricchite da borchie aguzze. Ha sempre gli occhiali da sole addosso, sia per le luci anch’esse adamantine, che per il personaggio lunare che vuole essere. Quando appare il piano, Lazza non rientra subito in scena, lascia il campo al maestro Aleksander Zielinski sulle note di “Overfoure”, saga con cui Jacopo, il vero nome di Lazza, è solito inaugurare ogni nuovo progetto discografico, sfoggiando le sue abilità pianistiche e compositive. Anche quest’occasione è un segno di riconoscenza e ammirazione per quello che è stato la prima persona ad avergli fatto mettere mano su un pianoforte. Zielinski, pluridiplomato al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove ha insegnato a Lazza, offre il suo aplomb da accademico a favore della trap, che nessuno come Lazza è stato in grado di accostare alla musica classica con così grande armonia e naturalezza. La promessa che gli strappa però è quella di finire gli studi e diplomarsi anche lui, perché per un maestro niente è più prezioso di un talento che non si allena. Tra gli ospiti fa largo ai giovani, oltre alla già citata Anna, ci sono Baby Gang, Fred de Palma, l’unico della sua generazione e Artie 5ive, fresco di Fashion Week a Parigi (dove sono finiti una buona parte degli artisti ospitati nelle serate precedenti), che per la prima volta si è esibito in un’arena così grande. Un battesimo che per un giovane rapper ha il sapore di una conquista. Per il gran finale, la scelta è ricaduta sul pezzo “Dolcevita” che editorialmente parlando è l’ultimo pezzo della discografia di Lazza. Quando aveva presentato il disco in un concerto per pochi fan con l’Orchestra Sinfonica di Milano ai piedi dello stadio di San Siro, aveva detto che questa canzone era quella che suo padre aveva preferito fra tutte le altre di “Locura” e per questo l’aveva messa come ultima traccia nell’album. Per una questione scaramantica più che stilistica, visto che aveva seguito la prassi anche con “Sirio”, che, come già ricordato, è ad oggi disco di Diamante. Stremato, si percepiva che stava usando le ultime forze per sostenere gli occhi e le aspettative di quella platea, fa un bilancio dell’anno passato. Nel 2024 oltre ai primati e i riconoscimenti in ambito musicale è anche diventato padre e ha comprato una casa per la neonata famiglia, così alla fidanzata dice “sei la mia vita”, ma poi subito dopo aggiunge: “Anche voi siete la mia vita, non fate i gelosi”.