image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Abbiamo letto Il Rottamato, libro su Matteo Renzi di Daniela Ranieri del Fatto, ma com’è? Ce l’ha spiegato la giornalista in questa intervista: “Parla di futuro, ma è una bolla vuota”

  • di Pippo Russo Pippo Russo

  • Foto: Ansa

30 giugno 2025

Abbiamo letto Il Rottamato, libro su Matteo Renzi di Daniela Ranieri del Fatto, ma com’è? Ce l’ha spiegato la giornalista in questa intervista: “Parla di futuro, ma è una bolla vuota”
Daniela Ranieri firma Il Rottamato, monumentale e tagliente antropologia di Matteo Renzi, politico dalla resistenza miracolosa. Un’epopea grottesca lunga 729 pagine che racconta l’uomo, la sua soap-opera politica e il Paese che l’ha generato…

Foto: Ansa

di Pippo Russo Pippo Russo

Un libro ch’è quasi un segno di resa. Una presa d’atto che, al di là delle apparenze, il personaggio di cui ci si occupa ha vinto. Che ci ha sbaragliati tutti quanti, che ha fiaccato le nostre linee ultime di resistenza, attaccandosi come un infestante alle nostre vite quotidiane. Lui è Matteo Renzi, il leader politico più farlocco che la storia delle specie bipedi abbia prodotto. Accumulatore seriale di rovesci elettorali, irresistibile forza centrifuga delle masse votanti, fondatore di formazioni politiche interstiziali.

L’unico che, nei sondaggi sulla popolarità dei leader di partito, viaggia asintoticamente verso l’unanimità. In negativo. Eppure, questo campione della parola rimangiata, questo prestigiatore dei numeri difettivi, questo Renato Altissimo del Ventunesimo secolo, continua a godere di un’esposizione mediatica esagerata. Più le prove elettorali lo affondano, più ritorna in su razzente e petulante, indossando la ghigna affilata di quello che sente montare dentro un senso d’indistruttibilità. Come Peter Sellers nella scena iniziale di Hollywood party, che insiste a suonare lo tromba nonostante venga ripetutamente crivellato di pallottole, Matteo Renzi seguita a infliggerci quel birignao stridulo. E a noi rimane da affrontare l’interrogativo insoluto: ma cosa tocca fare, cosa deve accadere, affinché ce lo si levi dai piedi?

Si tratta di un interrogativo che, esplicito o sottotraccia, si presenta di continuo durante la lettura di Il rottamato. Antropologia di Matteo Renzi (Paper First, euro 19,50). Lo ha scritto Daniela Ranieri, autrice che potrebbe essere presentata in diversi modi: giornalista del Fatto Quotidiano; scrittrice; studiosa dalla solida formazione in scienze sociali. Preferiamo presentarla per come la vediamo noi: una delle penne più ispirate e taglienti in circolazione. Ci verrebbe anche da sospettare che sia la figlia illegittima di Mario Melloni, alias Fortebraccio, mitico corsivista dell’Unità. Ma non ne abbiamo le prove genetiche, dunque ci teniamo il sospetto. Daniela Ranieri dà il meglio di sé per scrivere un testo di 729 pagine. Godibilissime dalla prima all’ultima, con decine di passaggi fulminanti. E tuttavia, proprio quel dato numerico dà da pensare: 729 pagine. La clamorosa sproporzione fra l’interstizialità del personaggio e la smisuratezza della sua rappresentazione. Sarà mica, un libro così ponderoso, l’indizio più palese della resa all’inarrestabile infestante? L’autrice accoglie divertita l’obiezione, ma poi risponde seriamente: Se si parla della resa alla potenza artistica del soggetto, capace di farsi disegnare per tutte queste pagine per il motivo che ha mille facce di mille sembianze ciascuna, mi va bene. Ammetto di trovarlo irresistibile, come personaggio da commedia. Se invece parli di una resa politica, allora no: l’ostinazione a scandagliare gli abissi della superficialità di Renzi è un atto di resistenza.

Il rottamato. Antropologia di Matteo Renzi Daniela Ranieri
La copertina de Il rottamato. Antropologia di Matteo Renzi di Daniela Ranieri

Già, le mille facce di Renzi. Con quel campionario di espressioni che tanto ricordano la gommapiuma dei Muppets, forzata alla deformazione per comunicare, di volta in volta, lo sconcerto o la rabbia, la gioia o la costernazione. Le facce renziane sono così: emoticons che ce l’hanno fatta, il campionario d’un grottesco persin malaggiustato. Ne dà uno splendido saggio Riccardo Mannelli, che nella copertina de “Il rottamato” disegna un campionario di faccette renziane che oscillano fra ridicolo e il caricaturale, accomunate da un requisito: sono tutte vere, dato che chiunque potrebbe certificare d’averle viste esibire almeno una volta.

Ma preso atto di ciò, si torna al punto: un soggetto di questa risma, oltre a essere stato presidente del Consiglio per quasi tre anni, cattura l’attenzione del Paese da oltre vent’anni. Cioè, da quel lontano 2004 in cui venne eletto presidente della Provincia di Firenze e già dall’indomani ha avviato un’agguerrita strategia della visibilità il cui obiettivo era chiaro: diventare un personaggio centrale della politica nazionale. Se si guarda le cose da questa angolazione, non si può che prendere atto della riuscita dell’operazione. Ma allora s’impone di spostare l’attenzione dal singolo alla totalità, dall’individuo alla società che lo circonda. È un po’ come la storia del “fenomeno” del villaggio (laddove l’uso del termine “fenomeno” è un’accortezza che tiene conto della vis querelans del soggetto, tema di cui il libro di Daniela Ranieri parla diffusamente): più che al “fenomeno” e alle sue gesta, bisognerebbe guardare al villaggio che gli sta intorno. Allo stesso modo, un’antropologia di Matteo Renzi, come quella condotta da Daniela Ranieri, deve essere per forza un’antropologia del Paese.

Il Paese è stato lo sfondo della sua azione – dice Daniela Ranieri –; in parte lo ha acclamato, in parte l’ha detestato (dopo averlo acclamato), una piccolissima parte, tra cui mi metto, ne ha subito diffidato, trovandolo però affascinante come oggetto di satira. Ho pensato che una singola persona non può incidere così tanto su una nazione intera e i suoi sentimenti: proviamo a vedere se, come per Kafka, l’aggettivo “renziano” preesisteva a Renzi. Ho scoperto un mondo di sostenitori, adepti, fulminati di Renzi che, ci piaccia o no, come direbbe lui, sono la nostra classe dirigente.

Matteo Renzi
Matteo Renzi Ansa

Leggendo il vasto lavoro che hai fatto nel ricostruire la parabola pubblica di Matteo Renzi, ma soprattutto le sue giravolte, si ha l'impressione che urga rivedere il vocabolario. A partire da termini come "trasformismo", che rischiano di essere limitanti.

È vero. Renzi non ha ideologie, cosa di cui fa vanto fin dal primo momento in cui appare sulla scena pubblica nazionale, e questo gli dà tutto l’agio di fare quel che gli conviene sul momento. È tarato sull’attimo. Parla sempre di “futuro”, ma è una dimensione temporale astratta, una bolla vuota, una pura contrapposizione al presente, che ha il difetto di non essere abbastanza renziano. Non si trasforma nel senso di Agostino Depretis, piuttosto nel senso di Arturo Brachetti. È pirotecnico, dà un senso di smaccata frenesia; ma, se ci si fa caso, resta sempre al punto di partenza. Non ha progresso. Non fa tesoro dei suoi errori. Potrebbe benissimo riappoggiare un governo Conte-ter e farlo cadere di nuovo.

Connesso al tema precedente: la figura di Renzi ci costringe a fare i conti col discrimine tra verità e menzogna. Inteso non soltanto come una demarcazione tra dire il vero e dire il falso, ma anche nel senso di "mantener fede alla cosa annunciata". In questo senso, Renzi è uno dei più sistematici smentitori di se stessi, e ci mette pure una grande naturalezza.

Quando non si ha un’idea precisa di ciò che è vero, o meglio, autentico, vale tutto. Nel libro raccolgo le sue infinite giravolte. Da “enricostaisereno”, il suo peccato originale, al “se perdo il referendum me ne vado”, che dovrebbe ipso facto screditarlo fino alla fine dei secoli. Gli “alternative facts” non li ha inventati Trump. Se si legge il libro tutto d’un fiato, a stare dietro alle innumerevoli smentite di sé stesso di cui Renzi dà prova dal 2014, si avverte un senso di vertigine. Non dimentichiamo la finta scheda con cui andò in TV a illustrare il quesito referendario, che era esso stesso non attendibile, a dir poco.

Renzi ha anche contribuito a ridisegnare il format narrativo della politica, trasformandolo in soap opera ma in un senso ben preciso: ogni suo intervento pubblico è come una puntata di "Un posto al sole". Non contano nulla il pregresso, la coerenza dei fatti, la compatibilità dei personaggi, perché tutto quanto viene azzerato dalle esigenze dell'instant drama, l'effetto che ti "permette di portare a casa la puntata, e poi per domani ci si penserà".

La metafora è molto divertente e precisa. Scrivo infatti nel libro che Renzi modifica costantemente la sceneggiatura del suo agire politico, inventandosi dei cambi di trama, a volte pirateschi, a volte prevedibili in modo commovente, che fanno sì che lui resti sempre a galla, come quei personaggi delle soap-opera che, anche se muoiono, vengono fatti resuscitare. Perciò Il Rottamato non è un’inchiesta giornalistica su Matteo Renzi, ma piuttosto una Renzeide, l’epopea di un uomo qualunque trovatosi a gestire questioni enormi non avendo in dote particolari qualità, se non una mostruosa ambizione. Al contempo, ripercorrendone la carriera politica dagli inizi fino a oggi, il libro fornisce ai lettori tutte le motivazioni oggettive della diffidenza che il personaggio Renzi è ancora in grado di suscitare.

Rimane inspiegabile come un uomo così palesemente senza qualità continui a far presa sul pubblico. Come giustisichi questa persistenza?

Non sto a rincorrere le dietrologie, ma è indubbio ch,e se c’era un progetto di frenare la sinistra in Italia, Renzi è quello che ha fatto il lavoro sporco meglio di tutti. Berlusconi doveva restare politicamente in vita perché doveva restare fuori dal carcere. Renzi ha un altro profilo, è un personaggio puramente nervoso, in senso letterario, e non rinuncerà mai all’ambizione di essere amato.

Daniela Ranieri
Daniela Ranieri

Curiosità: porti addosso qualche segno per esserti inflitta così tanto Matteo Renzi in vista della stesura del libro?

Mi sono divertita tantissimo. Renzi è il mio personaggio politico preferito, a volte quando lo incrocio in Tv può capitare che non riesca a sentire tutto quello che dice, perché magari un dettaglio del suo eloquio, una frase palesemente falsa, un suo ragionamento capzioso o una contraddizione clamorosa di ciò che aveva detto poche ore o pochi giorni prima mi fanno ridere in modo scomposto per 10 minuti di seguito. Certo, mi resta il dubbio di aver fatto un grande favore al suo narcisismo (non dico narcisismo in senso psichiatrico perché non ne ho le competenze, ma in senso comune) dedicandogli un trattato. Pazienza: se ci siamo sbagliati sulla sua sportività, se non è un permaloso e un rosicone ma un tipo spiritoso, mi pagherà un gelato di Grom per avergli dato spiegazioni di sé stesso. In fondo, l’ha fatto anche Franco Cordero con Berlusconi. L’altro giorno ho scoperto che a Roma andiamo dallo stesso parrucchiere e la cosa mi fa sbellicare: non solo il suo abbigliamento, ora che è multi-milionario, ma anche il suo modo di portare i capelli parla della sua antropologia (ma bisogna leggere il libro). La cosa difficile è stata non rimanere inquinati da tutto l’invasamento che a un certo punto ho preso l’Italia, per cui o si era con Renzi o si era contro di lui; ho dovuto chiudere amicizie perché in seguito a un articolo o all’altro dedicato a lui, alcuni (ex) amici sono arrivati a insultarmi: avevo osato criticare l’uomo della Provvidenza. Mi ha aiutato l’ironia, che non a caso è l’arte delle distanze per eccellenza.

A proposito del gelato di Grom: è un aneddoto che manca al vasto campionario di cui fai ostensione nelle 729 pagine del libro.

No no, c’è, a pagina 31, insieme a decine di altre sue trovate da capogiro che sembrano un collage dadaista.

Danie’, te possino… Pazienza, sarà per la prossima volta.

https://mowmag.com/?nl=1

More

WELCOME TO FAVELAS COMPRA FREEDA? Ce lo spiega Massimiliano Zossolo, che punta alla testata femminista: “Non vogliamo snaturarla, mai stati politicamente scorretti”. E sui soldi di Elon Musk e la simpatia per Renzi...

di Angela Russo Angela Russo

Welcome to Freeda

WELCOME TO FAVELAS COMPRA FREEDA? Ce lo spiega Massimiliano Zossolo, che punta alla testata femminista: “Non vogliamo snaturarla, mai stati politicamente scorretti”. E sui soldi di Elon Musk e la simpatia per Renzi...

Vittorio Feltri stronca pesantemente il nuovo libro di Matteo Renzi, “L’influencer”: “Invidioso di Giorgia Meloni. Ma possibile che siano sempre gli uomini di sinistra a usare violenza verbale contro le donne?”

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Asfaltato

Vittorio Feltri stronca pesantemente il nuovo libro di Matteo Renzi, “L’influencer”: “Invidioso di Giorgia Meloni. Ma possibile che siano sempre gli uomini di sinistra a usare violenza verbale contro le donne?”

Aldo Cazzullo SMONTA il matrimonio di Bezos. È la morte a Venezia? “Sì, ma dell’idea di uguaglianza”. Dalla rivoluzione francese alla città noleggiata: “Sembra Squid Game”. E sul turismo che l’Italia si merita…

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Calamarata

Aldo Cazzullo SMONTA il matrimonio di Bezos. È la morte a Venezia? “Sì, ma dell’idea di uguaglianza”. Dalla rivoluzione francese alla città noleggiata: “Sembra Squid Game”. E sul turismo che l’Italia si merita…

Tag

  • abbiamo letto
  • cosa leggere
  • Daniela Ranieri
  • Fatto quotidiano
  • giornalismo
  • giornaliste
  • giornalisti
  • Il Fatto Quotidiano
  • Il Rottamato
  • intervista
  • Libri
  • libro
  • Matteo Renzi
  • nuovi libri
  • Politica
  • Politico
  • recensione libri
  • scrittrice

Top Stories

  • Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...

    di Angela Russo

    Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...
  • Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…

    di Benedetta Minoliti

    Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…
  • Presentati i palinsesti Rai. E poi non c’è Cattelan: trombato perché “giovane” o perché non funziona nella tv generalista (e ha fallito le occasioni)? Coletta, il dirigente che lo aveva scelto, lo “rinnega”

    di Gaia Bonomelli

    Presentati i palinsesti Rai. E poi non c’è Cattelan: trombato perché “giovane” o perché non funziona nella tv generalista (e ha fallito le occasioni)? Coletta, il dirigente che lo aveva scelto, lo “rinnega”
  • Siamo stati al concerto di Cesare Cremonini a San Siro, ma com’è stato? Uno spettacolo incredibile, da Luca Carboni a Valentino Rossi sul palco. La formula del suo successo? Forse l’abbiamo capita e vi spieghiamo qual è…

    di Benedetta Minoliti

    Siamo stati al concerto di Cesare Cremonini a San Siro, ma com’è stato? Uno spettacolo incredibile, da Luca Carboni a Valentino Rossi sul palco. La formula del suo successo? Forse l’abbiamo capita e vi spieghiamo qual è…
  • Abbiamo visto Facci ridere (Rai 2) con Pino Insegno e Roberto Ciufoli, ma com’è? Un programma comico che sa solo quello che non è. E se Striscia la Notizia andasse ancora in onda gli avrebbe agevolato una nutrita galleria di Nuovi Mostri…

    di Irene Natali

    Abbiamo visto Facci ridere (Rai 2) con Pino Insegno e Roberto Ciufoli, ma com’è? Un programma comico che sa solo quello che non è. E se Striscia la Notizia andasse ancora in onda gli avrebbe agevolato una nutrita galleria di Nuovi Mostri…
  • Siamo stati al concerto di Luciano Ligabue alla RCF Arena (Campovolo), ma com’è stato? Un sogno molto vicino alla realtà. Tre ore di live, centomila persone e una festa gigantesca per "La notte di certe notti"...

    di Emiliano Raffo

    Siamo stati al concerto di Luciano Ligabue alla RCF Arena (Campovolo), ma com’è stato? Un sogno molto vicino alla realtà. Tre ore di live, centomila persone e una festa gigantesca per "La notte di certe notti"...

di Pippo Russo Pippo Russo

Foto:

Ansa

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Abbiamo ascoltato “60 hz II”, il nuovo album di Dj Shocca, ma com’è? Un atto d’amore per la cultura hip hop. E le collaborazioni con Guè, Club Dogo, Izi e…

di Giuditta Cignitti

Abbiamo ascoltato “60 hz II”, il nuovo album di Dj Shocca, ma com’è? Un atto d’amore per la cultura hip hop. E le collaborazioni con Guè, Club Dogo, Izi e…
Next Next

Abbiamo ascoltato “60 hz II”, il nuovo album di Dj Shocca,...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy