La forza di un sentimento: “Ormai la nostalgia è ineluttabile. È molto probabile che la sentiate questa settimana, forse anche oggi, quando andate al lavoro o mentre leggete questo libro. Probabilmente la vedrete all’opera in un discorso o su uno schermo. Ovunque rivolgerete lo sguardo, la troverete… e la sentirete”. Il senso del ripiego: “Se non potevamo controllare il presente, non ci rimaneva che controllare come il presente diventava passato. Ma ben presto abbiamo scoperto che controllare la storia – e il passato – non è così facile. Alcuni si sono rivolti a leader che promettevano di soddisfare il loro disperato bisogno di significato. Scaricando la colpa della crisi di significato su vari capri espiatori, dalle persone immigrate alle politiche identitarie, queste figure sostenevano che un senso poteva essere garantito solo tornando indietro a prima che la storia accelerasse in un presente perpetuo e andasse in pezzi. Si trattava di appelli palesemente nostalgici”. Un’emozione sul mercato: “Controllando il tempo e lo spazio, il capitalismo globale mantiene molte persone in tutto il mondo in un perenne stato di nostalgia. Molti sono stati dislocati dal capitale e vagano alla ricerca di case e del tempo perduto. Ma il capitalismo e la nostalgia sono in realtà reciprocamente costitutivi, come scrive Alastair Bonnett: ‘Il capitalismo produce […] nostalgia, ma la nostalgia offre una compensazione per il capitalismo, o un rifugio da esso’. Costituiscono un circolo vizioso, e con il peggioramento delle condizioni del capitalismo si è aggravata anche la nostalgia”.
Nostalgoritmo è il suo primo libro tradotto in italiano. Che cosa accomuna lo slogan «Make America Great Again», le pubblicità della nostra infanzia su YouTube e i dinosauri di Jurassic Park? La nostalgia, quell’emozione che Grafton Tanner esplora come una potente forza sociale, culturale e politica. La nostalgia è uno degli impulsi più distintivi della nostra epoca, e questo libro ci invita a prenderla sul serio: le aziende tingono i loro prodotti di un velo nostalgico per stimolare i consumi, mentre i politici la sfruttano per incanalare il consenso, evocando un passato idealizzato. Nel frattempo, cinema e piattaforme digitali sono inondati da remake e reboot di vecchi film e serie. Ma chi è il regista dietro questo desiderio collettivo di rifugiarsi nel passato? È davvero necessario liberarci della nostalgia, o dovremmo imparare a coltivarla in modo più consapevole? Grafton Tanner traccia l’evoluzione della nostalgia nel Ventunesimo secolo, ne svela i meccanismi e ci invita a riflettere su come questa emozione venga manipolata dal marketing, dall’industria culturale e dalla politica, in risposta all’incertezza del nostro presente. Quando il futuro appare incerto, la nostalgia diventa un rifugio confortevole ma può anche rivelarsi un pericoloso strumento di controllo. Un libro da leggere che ci parla di quanto le emozioni governino le nostre vite e di come si possa sfruttarle per influenzare le nostre scelte oppure farle diventare un’altra merce sul mercato.Ha scritto per testate come The Nation, Los Angeles Review of Books, Jacobin e Real Life. È in libreria Nostalgoritmo: Politica della nostalgia di Grafton Tanner (Edizioni Tlon, pp. 350, € 18,00 tradotto da Marco Carassai). Grafton Tanner (1990) insegna nel dipartimento di Communication Studies all'Università della Georgia ed è autore di vari saggi che esplorano le intersezioni tra nostalgia, tecnologia e retorica neoliberista.