L’arte della gioia o dell’avere coraggio. La serie di Valeria Golino, tratta dal romanzo omonimo di Goliarda Sapienza, è audace, se ne frega delle regole e delle linee rette, sperimenta, sbatte la testa e riesce a essere - finalmente - qualcosa di diverso. Assomiglia un po' all'esperimento fatto dai Fratelli D'Innocenzo con Dostoevskij sempre su Sky. Golino, specie nella prima parte della miniserie, riesce a trasformare le frasi di Sapienza in suoni e immagini ancora più universali, a riportare e ripartire dalla poesia per conquistare la realtà. L'arte della gioia è il racconto di una giovane donna attuale e inattuale alle prese col sesso, la violenza e la tragedia (Golino ha conosciuto la nota scrittrice sul set del film di Francesco Maselli, Storia d’Amore). Nella serie siamo nel secolo scorso, ma siamo anche dentro gli anni nostri. Seguiamo la protagonista di nome Modesta nel passaggio dalle umili origini contadine al convento protetta dalla Madre Superiora (Jasmine Trinca). Poi l’arrivo nella villa dei Brandiforti (Gaia Brandiforti è Valeria Bruni Tedeschi e sua figlia Aurora è Alma Noce). Minuto dopo minuto, assistiamo lentamente allo sbocciare del nostro fiore Modì tra inquietanti liason, amori feroci, senza genere (ed età), un retaggio patriarcale da combattere e un'insaziabile fame, la sua, che supera ogni cosa (anche la morte): il desiderio di nascere di nuovo.


L’arte della gioia, il libro e ora la serie, è ancora un racconto forte, dinamico, perturbante e controverso. Valeria Golino che ha dimostrato (di nuovo) di essere un'affascinante regista, ha fatto una scelta importantissima e azzecata per questo progetto optando per la giovanissima attrice Tecla Insolia nel ruolo del personaggio principale de L'arte della gioia. Perché è lei che tira avanti tutto, fa dimenticare anche la narrazione nei momenti in cui si perde. Questo perché Tecla è esattamente come ce l'aveva descritta l'attrice / regista durante un incontro al Bobbio Film Fest: lei è tante cose assieme. Sa essere piccola ed enorme, bellissima e strana, pura e impura. Ha ventuno anni ed è già riuscita a essere Modesta, un ruolo incredibilmente complesso, doloroso, che molte attrici con più esperienza di lei non potrebbero neppure leggere su carta. Così con la miniserie l'attrice emergente si incunea in quella cerchia speciale di stelle incandescenti, destinate a farsi vedere, sentire, amare ben presto da tutto il mondo. Modesta, la ragazzina di Sapienza: feroce, sensuale, implacabile. L’arte della gioia un’onda lunga, un movimento, un manifesto da cui partire. E chissà, forse una storia che non si fermerà con una memorabile serie.

