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Abbiamo visto la terza stagione di Ginny & Georgia su Netflix, ma com’è? Un teen drama frustrante che però sa leggere l’ansia generazionale. Vi spieghiamo perché è una serie irritante ma anche sincera…

  • di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

15 giugno 2025

Abbiamo visto la terza stagione di Ginny & Georgia su Netflix, ma com’è? Un teen drama frustrante che però sa leggere l’ansia generazionale. Vi spieghiamo perché è una serie irritante ma anche sincera…
Ginny & Georgia torna con una terza stagione che riesce nell'impresa di rendere tutti i personaggi ancora più insopportabili di prima. Dopo due anni di attesa, la serie Netflix ci restituisce protagonisti esasperati, quasi caricature di sé stessi, che sembrano fatti apposta per irritare lo spettatore. Eppure, sotto questa patina da teen drama frustrante, c'è ancora qualcosa di autentico nel racconto del disagio generazionale e dei rapporti familiari disfunzionali…

di Benedetta Minoliti Benedetta Minoliti

Ci sono serie che ti fanno innamorare subito dei personaggi. Altre che, invece, ti portano piano piano, stagione dopo stagione, a odiarli tutti. Ogni personaggio, dinamica e scelta narrativa sembrano fatti apposta per farti incazza*e. Eppure resti lì, episodio dopo episodio, perché sotto quella patina da teen drama esasperato c’è qualcosa che ti parla davvero: il disagio di crescere, la fatica di essere genitori, l’ansia di non essere mai abbastanza. È questo il paradosso di Ginny & Georgia, serie Netflix arrivata alla terza stagione dopo un’attesa di due anni. Qui nessuno sembra salvarsi davvero ma tutti, in un modo o nell’altro, ti costringono a fare delle riflessioni.

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Georgia Miller, protagonista della serie Netflix Ginny & Georgia

Nella terza stagione di Ginny & Georgia tutti, nessuno escluso, diventano insopportabili. Più vai avanti, in questi dieci episodi, più sempre di assistere a una gigantesca parodia, che si somma all’incazzatu*a di un’attesa di due anni tra una stagione e l’altra che ti costringe a dover guardare il riassunto iniziale e comunque non ricordare esattamente le vicende di protagonisti e personaggi secondari. I personaggi in questa terza stagione sono esasperati, quasi caricature di sé stessi. Ginny continua a lottare contro l’autolesionismo e una madre che l’ha costretta a diventare grande prima del tempo, portandola perfino a diventare subdola (come lei) per salvarla. Georgia, invece, continua a essere una madre controversa, amorevole con i suoi figli ma meschina e bugiarda col resto del mondo, diventando la “sindaca assassina”. Ginny & Georgia non è una serie perfetta, ma sa leggere l’ansia di una generazione che si sente costantemente fuori posto. È il racconto, pasticciato per certi versi ma sincero, di due donne che si guardano allo specchio e faticano a riconoscersi. E ci sono tutti quei temi cari alle nuove generazioni, a cui sembra essere diretta la serie Netflix: disturbi alimentari, depressione, senso di isolamento anche in mezzo agli amici di una vita, relazioni che si rompono e faticano ad aggiustarsi. E ovviamente la famiglia, da quelle allargate a quelle disfunzionali e incasinate, ma da cui si torna sempre, vuoi per senso di appartenenza, vuoi per non rimanere da soli a lottare contro il mondo.

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Sono temi pesanti, che qui però vengono affrontati in modo “digeribile”, senza essere totalmente svuotati di significato. Alla fine di questa terza stagione, con finale aperto, è chiaro che Ginny & Georgia vuole piacere, ma allo stesso tempo vuole provare a irritarci, a farci riflettere su come, anche quando siamo rotti, proviamo a rimanere in piedi.

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