Nel corso della vita di ognuno di noi non capita così spesso di assistere all’elezione di un pontefice e al clima di grande attesa e curiosità che precede la fumata bianca con i fedeli che gremiscono piazza San Pietro dalla mattina alla sera, sotto il sole o sotto la pioggia. E forse è proprio per questo che quando ciò avviene siamo inevitabilmente catapultati diversi anni indietro e la nostra mente viene invasa dai ricordi. Dove eravamo quando è stato eletto il precedente Papa? Cosa stavamo facendo? Io e Gianfranco stavamo pensando al titolo per la nostra nuova trasmissione che sarebbe debuttata a maggio 2005 su Odeon tv e l’immagine delle pagine del Vangelo sfogliate dal vento durante i funerali di Karol Wojtyla finirono dentro la sigla di apertura del programma. Gianfranco fu irremovibile, decise di intitolare la nuova edizione del nostro appuntamento bisettimanale “Extra Omnes” ispirandosi all’ordine che il Camerlengo intima prima del conclave, il “fuori tutti” dalla cappella sistina a cui aggiungemmo il sottotitolo “habemus Funari”. Come si conviene a ogni debutto ovviamente ci fu anche la conferenza stampa in cui Gianfranco disse che avrebbe voluto intitolare il programma “fuori dai cogl….”, ma poi era addivenuto a più miti consigli e si era lasciato ispirare da quel bel gruppo di porporati simili ad un mazzo di peonie rinchiusi nella cappella con il naso all’insù a rimirar gli affreschi di Michelangelo anche se il nostro sarebbe stato un conclave in salsa laica e Funari avrebbe indicato ai telespettatori per quali politici non si doveva votare.

La trasmissione ebbe un successo strepitoso grazie ad alcuni sapienti ingredienti fra cui l’assoluta libertà editoriale nella scelta degli argomenti da trattare, degli ospiti da invitare e alcune originali innovazioni quali l’anteprima con la lettura di brani della Bibbia e del Corano per individuarne le numerose similitudini, un esempio su tutti l’Annunciazione come “modalità” di predire una gravidanza, sicuramente più attendibile di tanti test oggi in commercio. Una delle puntate che colpì maggiormente l’attenzione del pubblico e della stampa fu quella in cui tirammo in ballo la Genesi e il racconto della prima gestazione per altri della storia, la stessa gestazione per altri tanto osteggiata dalla politica e dagli schieramenti cattolici e conservatori che cercavano in tutti i modi di ostacolare la famigerata legge 40, quella sulla fecondazione assistita. Nel primo libro della Bibbia infatti Sara, moglie di Abramo, non riuscendo a rimanere incinta, propose al marito di fecondare Agar, la sua giovane schiava straniera, per adottarne il figlio una volta nato e chiamarlo Ismaele. A prescindere da come poi si evolse la vicenda con la ribellione di Agar e tutto ciò che ne conseguì, in un colpo solo avevamo individuato nei libri sacri ispiratori del cristianesimo temi di stretta attualità come la maternità surrogata e l’immigrazione e ci eravamo spinti anche più in là allargando le letture con cui aprivamo le puntate al Manifesto del Partito Comunista. In particolare ci eravamo soffermati sul ruolo ideologico e strumentale della religione aspramente criticato da Marx che la definiva “oppio dei popoli” e avevamo fatto un’analisi dei motivi per i quali spesso le guerre fossero provocate dalla folle e bulimica smania di sfruttamento economico e sociale mascherata da scontro di civiltà e integralismo religioso. “Immagina che non ci sia alcuna religione, immagina tutta la gente che vive la vita in pace”, predicava John Lennon e dopo di lui il papabile cardinale Tagle in quel video che gli è costato tante critiche perché, secondo alcuni, cantava una canzone contro la religione mentre Lennon voleva dire tutt’altro visto che l’assenza di religione equivarrebbe all’assenza di ideologie divisive e generatrici di odio. Extra Omnes ebbe un grande successo di pubblico e ci valse pure qualche bella critica, una su tutte quella di Aldo Grasso che dopo aver appreso della svolta cinematografica intrapresa da Gianfranco con l’interpretazione di Johnny Weissmuller-Tarzan nel cortometraggio “Cinquecentomila leoni”, caldeggiava la sua permanenza sugli schermi televisivi dove era sempre capace di dare il meglio di sé e mi chiedeva di convincerlo a non abbandonare il piccolo schermo. “Fuori tutti. Il leone è tornato” scriveva Grasso nell’incipit del suo trafiletto sul Corriere. Il nuovo Papa si sarebbe chiamato Benedetto ma venti anni più tardi sarebbe arrivato anche Leone.


