“Mediterraneo è un album per sognatori, che vuole regalare speranza. L’ho fatto per riuscire a galleggiare, per mantenere un equilibrio tra la marea dell’umore”. Bresh ha raccontato così, ai giornalisti, Mediterraneo, il suo nuovo album in uscita venerdì 6 giugno. Un album che ha il mare come bussola, ma anche come rifugio, nato per evocare immagini e sensazioni, per dare forma a qualcosa di profondamente interiore. In Mediterraneo ritroviamo l’autoanalisi di Bresh, sempre coerente con se stesso, sempre fedele ad Andrea Brasi (suo vero nome, ndr.), con un concept chiaro sin dal titolo, ma che prende forza canzone dopo canzone. Un progetto che è una nave che attraverse acque agitate in un viaggio alla ricerca di quiete e lucidità. “Una sera mi sono reso conto di quanto posso stare bene in una terra intorno al Mediterraneo, senza bisogno di altro” ha raccontato, e in questa frase c’è tutto il senso dell’album. Bresh, che con Mediterraneo chiude una trilogia iniziata con Che io mi aiuti e proseguita con Oro blu, ha costruito un universo che ondeggia tra leggerezza e profondità, tenendo sempre “un piede nella realtà”. C’è spazio, in questo nuovo progetto, anche per il dialetto genovese, con Aia che tia, brano nato mesi prima di Sanremo, quando ha portato sul palco dell’Ariston nella serata duetti Creuza de mä insieme a Cristiano De André.

Dopo Oro Blu, ha raccontato, aveva più soldi in tasca e ha smesso di vivere con i suoi amici. Ha capito di essere cresciuto e ha avuto “paura” che si spegnesse il “fiammifero dell’ispirazione”. Ma non è successo. Se con Sanremo si è fatto conoscere al grande pubblico, che però non è lo “zoccolo duro”, con Mediterraneo vuole ribadire che non è cambiato, che ha vinto la sfida di non perdere la sua personalità. E il tour? In queste ore si è parlato non solo delle date nei palazzetti, con i due sold out di Milano, ma anche delle date estive annullate. A spiegare cos’è successo e il perché dei live cancellati è stato proprio Bresh: “siamo usciti tardi col disco, non c’era possibilità di preparare bene i brani. C’erano anche date che stavano andando bene, altre un po’ meno, e abbiamo deciso di dedicare tutte le energie ai palazzetti. È stata una decisione presa da poco e mi dispiace davvero tanto, chiedo scusa ai fan col cuore in mano. Ma ci sono i palazzetti e siamo contenti così, ripartiamo da lì”. Anche questo fa parte del viaggio di Bresh e del senso di Mediterraneo. Il mare in tempesta lascerà dei segni, ci farà perdere per un attimo la rotta, ma saremo sempre in qualche modo in grado di ripartire, con il vento in poppa, il cielo sereno e la consapevolezza che qualcosa ci osserva, lasciandoci sbagliare per poter imparare (o almeno provarci) dai nostri errori.

