image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Cacciari e lo schnauzer. L’intelligenza artificiale? Ben venga contro la mediocrità naturale

  • di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

22 luglio 2023

Cacciari e lo schnauzer. L’intelligenza artificiale? Ben venga contro la mediocrità naturale
Non è il Messia, ma l'intelligenza artificiale potrebbe essere la via d'uscita rispetto a tanta mediocrità naturale umana, o no? Persino gli attori e sceneggiatori in sciopero a Hollywood, in fondo lo sanno. E qualche peccatuccio in passato lo hanno commesso pure loro... Ecco la riflessione di Fulvio Abbate, che parla anche del filosofo Cacciari e dello schnauzer...

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Chiediamocelo: e se l’Intelligenza Artificiale, AI, non fosse poi così deprecabile, anzi, debba essere immaginata come un’auspicabile zattera (canoa, canotto o materassino) della Medusa per la nostra salvezza dalla Mediocrità Reale, RM, cioè naturale? Il dubbio mi ha raggiunto l’altro ieri. Un signore raccontava di avere cercato (proprio su ChatGPT) a quale creatura del complesso mondo animale, faunistico, il filosofo Massimo Cacciari assomigli. La risposta ricevuta con immediatezza è apparsa subito inappellabile, perfetta, smerigliata: a uno schnauzer. Esattamente ciò che avevo personalmente rilevato facendo caso e infine commentato, nero su bianco, l’attitudine riflessiva arruffata del nostro studioso di ontologia politica, presente nei talk televisivi, già esegeta dell’“Angelus Novus” caro a Paul Klee e Walter Benjamin, messaggero della Storia e delle sue rovine, marxismo ibridato di teorie dell’avvento nell’accezione ebraica. Intendiamoci, l’AI non sarà certo il messia che il popolo di Israele ancora attende, né vanno esclusi i molti doverosi dubbi sulla bontà dei dispositivi telematici che sembrano ridefinire radicalmente, se non con arbitrario estro insondabile, lo stesso processo creativo e cognitivo. Gnoseologico, addirittura. Dunque, sia anche comprensibilmente doverosa la nostra solidarietà agli attori di Hollywood, che in questo momento temono, proprio grazie all’uso sostitutivo dell’intelligenza artificiale, d’essere in prospettiva condannati all’irrilevanza occupazionale. Davanti, metti, alla possibile resurrezione dal catasto della rete del compianto John Wayne e addirittura del suo fido cavallo, Dollor, già presente sul set di “Il Grinta”, così come (cito i volti più esemplari e immediati, sia chiaro) della stessa Marylin, pronta a sua volta a resuscitare l’abito verde “Emilio Pucci” indosso e un mazzo si roselline tra le dita, il modo in cui venne composta nella bara destinata al “Corridor of Memories” del Westwood Village Memorial Park Cemetery, a Los Angeles. E perfino, già che ci siamo, ogni altro divo moralmente discutibile passato in rassegna da Kenneth Anger nel suo esemplare volume “Hollywood Babilonia”. 

Massimo Cacciari
Massimo Cacciari

Ma facciamo un passo indietro. Sarà pure arbitrario ciò che sostengo, credo tuttavia che per risalire alle fonti dell’intelligenza artificiale si possa citare un caso personale. Un pomeriggio d’estate di più di una ventina di anni fa, Claudio Botosso, già protagonista di Impiegati di Pupi Avati, celebre ancora per essere stato baciato con profondità da Ornella Muti sul set di Grandi magazzini (la lingua non era affatto richiesta dal copione, dunque un gesto di generosità da parte della signora) racconta d’essere venuto in possesso di un programma in grado di agevolare il lavoro di sceneggiatura. Lo raggiungo e ci mettiamo subito all’opera. Si trattava di rispondere alle domande che progressivamente il dispositivo miracoloso presentava all’ utente, così via a cascata, fino all’intero compimento dello script, al The End. Ricordo ancora che per cominciare mettemmo nel computer i nomi dei protagonisti, maschio e femmina... Irrilevante precisare che addentrandosi nei meccanismi della relazione, conflittuale o elegiaca, subito giungevano i primi nodi. Restano comunque, su tutto, le parole risolutive, liberatorie rispetto a ogni eventuale assenza di nostro estro, pronunciate allora dal Botosso: “Hai capito adesso perché gli americani hanno i migliori sceneggiatori, e non sbagliano mai un film, ti è chiaro?” Quelli stessi sceneggiatori che oggi, come già detto, sfilano, cartelli in mano, davanti agli studios di Hollywood per evitare che il loro lavoro sia obliterato appunto dalla IA. Anche l’Intelligenza artificiale, se ho compreso bene, è roba Made in Usa.

Le proteste degli attori e degli sceneggiatori a Los Angeles
Le proteste degli attori e degli sceneggiatori a Los Angeles

Tornando però all’obiezione principale - IA vs RM - l'Intelligenza artificiale, con i suoi sviluppi pratici, fuori dubbio appare un oggetto oscuro che custodisce timori e controindicazioni, tuttavia anche l’incancellabile mediocrità reale, storicamente, se non ontologicamente, supplizio di chi ha a cuore la complessità dell’esistente, meriterebbe, forse, un non meno ampio trattamento senza sconti. Non si tratta adesso di fare ritorno con la memoria ai nostri più stupidi compagni di scuola, piazzale, muretto o palestra, gli stessi che messi di fronte a ogni blando interrogativo rispondevano invariabilmente con un “In che senso?”, e forse neppure agli altri incontri che ci hanno costretto a pensare d’essere circondati da una popolazione di creature prossime per spessore intellettivo a un branco di nutrie, se non di capibara, inerme roditore, quest’ultimo, caratterizzato da un suicida istinto gregario. I social hanno d’altronde compiuto il resto: il discorso, la riflessione, la filosofia stessa sostituiti dalla trousse delle emoticon disponibili. A futura memoria, ragionando ancora di Intelligenza artificiale, resterà forse soltanto, come testo critico a fronte, la parodia che ne fa Benda Lodigiani, accompagnata da Mago Forest, domatore del Gialappa's Show, l’“androida” Ester Ascione, tra “rabìa” e “dìsgusto”. Ogni complessità uccisa ormai dagli emoji. Andy Warhol, si sappia, resta il mandante storico d’ogni precipizio. Forse, sempre grazie all’IA, riavremo in vita anche lui, proprio Wharol, il maestro della tautologia glamour che sembra cancellare ogni conflitto a favore di un’acefala felicità spettacolare.   

More

Caso Orlandi, da indagato a detective? A voler far chiarezza sugli ultimi sviluppi è Marco Accetti...

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

tutto è possibile

Caso Orlandi, da indagato a detective? A voler far chiarezza sugli ultimi sviluppi è Marco Accetti...

Sul caso dei file segreti su Messina Denaro ancora una volta ha vinto il clickbaiting sulle notizie. Ecco quello che tutti dovrebbero chiedersi e non si sono ancora chiesti. E la storia dei 50mila è una caz*ata epocale

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Domande lecite

Sul caso dei file segreti su Messina Denaro ancora una volta ha vinto il clickbaiting sulle notizie. Ecco quello che tutti dovrebbero chiedersi e non si sono ancora chiesti. E la storia dei 50mila è una caz*ata epocale

Le migliori miniserie su Netflix e Amazon Prime: la guida definitiva di MOW

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

binge watching

Le migliori miniserie su Netflix e Amazon Prime: la guida definitiva di MOW

Tag

  • Fulvio Abbate
  • Futuro
  • Massimo Cacciari

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Fulvio Abbate Fulvio Abbate

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Le migliori miniserie su Netflix e Amazon Prime: la guida definitiva di MOW

di Riccardo Canaletti

Le migliori miniserie su Netflix e Amazon Prime: la guida definitiva di MOW
Next Next

Le migliori miniserie su Netflix e Amazon Prime: la guida definitiva...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy