Chiudete gli occhi e immaginate il ministro Antonio Tajani fuori da scuola, con i bulli che lo aspettano per picchiarlo. Non è una folle utopia da querela, ma il frutto di una ricostruzione storica. È tutto vero, il vicepresidente del Consiglio scelto da Giorgia Meloni ha avuto una gioventù turbolenta a causa di una simpatia politica che nel 2024 può apparire quantomeno strana. Quale? Antonio Parisi, giornalista e scrittore nonché patriarca della Chiesa Ortodossa autocefala italiana, ha pubblicato un libro sulla monarchia italiana. Si intitola La saga di Casa Savoia, edito da Diarkos. Storie e retroscena di politica, guerre, intrighi e passioni, recita il sottotitolo. Lettura se non altro interessante, soprattutto per gli appassionati della royal family Sabauda. Ma non solo, perché il libro è molto ben documentato anche per quanto riguarda la storia dei monarchici italiani in epoca repubblicana, tra i quali spunta anche un nome importante della politica dei nostri giorni. Antonio Tajani, attuale vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel governo Meloni, vicepresidente del Partito Popolare Europeo e segretario nazionale di Forza Italia. Un'alta carica della Repubblica che non solo preferiva la monarchia, ma che in gioventù è stato un attivista della corona.
Non è un mistero che Antonio Tajani sia stato un giovane monarchico, l'informazione la si trova anche su Wikipedia. Però il libro di Antonio Parisi svela alcuni retroscena del passato del vicepresidente che altrove non si trovano. Siamo nel 1974, e il Fronte monarchico giovanile è in mano a Sergio Boschiero, fervente sostenitore della Corona e nominato ufficialmente da Umberto II come rappresentante ufficiale dei monarchici italiani. Boschiero in quell'anno "doveva lasciare l’incarico di segretario nazionale del Fronte monarchico per assumere la carica di segretario generale dell’Unione monarchica dove avrebbe trasferito il suo travolgente attivismo", racconta Parisi, aggiungendo che aveva allevato, a Roma e in tutta Italia, un gruppo di giovani monarchici in grado di supportare la sua attività politica: "Tra le personalità che si erano segnalate a Roma ve ne erano tre in grado di guidare il Fronte monarchico: Mimmo De Napoli, Antonio Tajani e poi Antonio Maulu. Tajani divenne vicesegretario e lì rimase finché successivamente non diventò un giornalista professionista, e lasciò negli anni Novanta la redazione de «Il Giornale» per divenire uno dei fondatori di Forza Italia e arrivare dove è arrivato oggi.
Maulu e Tajani, racconta lo scrittore, nel 1974 diedero una nuova spinta al Fronte monarchico, portando l'associazione "all’attenzione dei media e dell’uomo della strada, non abituati a vedere monarchici impegnati su questioni internazionali e sociali, ben diverse quindi dalle passate attività politiche degli affezionati all’idea monarchica". Tappezzarono le strade della capitale con manifesti e volantini contro la Repubblica. Fecero una campagna a sostegno del Vietnam del Sud, durante la guerra civile poi vinta dai nordisti di Ho Chi Minh, tanto che vennero invitati nella sede dell'ambasciata vietnamita, dove i due monarchici si dichiararono addirittura pronti "a partire per Saigon per impegnarsi nell'opera della ricostruzione". Non se ne fece nulla, perché poi il Vietnam del Sud non aveva una legione straniera. Poi risulta che Tajanj e il suo sodale fondarono un'internazionale monarchica, verso la fine degli anni Settanta. Poi gli anni della tensione, con le sedi dei monarchici che venivano devastate e i pestaggi contro i ragazzi del Fmg. Parisi racconta che "tra questi, corse diverse volte il rischio di essere picchiato all’uscita da scuola anche Tajani. Il vicesegretario del Fronte fu “salvato” in più occasioni da Luigi Marucci che interveniva sollecitato a “recuperare” il giovane monarchico al termine delle lezioni al liceo Tasso". Nel 1979 invece il ministro degli esteri risulta tra i firmatari di una lettera rivolta a Umberto II per escludere Vittorio Emanuele dalla successione al trono, in seguito allo scandalo dell'omicidio di Dirk Hamer, per cui l'erede al trono fu arrestato. Tutto questo è ben documentato nel libro, e a sentirlo oggi può sembrare anacronistico a poche ore dalle elezioni Europee.