8 marzo, Giornata internazionale della donna. Giorgia Soleri, ex fidanzata di Damiano dei Maneskin, posta su Instagram una gallery tinta di rosa. “Avvicinarsi al femminismo”, una collezione di libri che, secondo la modella-influencer-poetessa-attivista-gattara, rappresenterebbero il primo passo per interessarsi al tema. Una sfilza di testi che parte da Femminucce, donne che cambiano le regole (Rizzoli), un testo di Federica Fabrizio, alias Federippi, amicissima della Soleri e che con lei ha partecipato a Pechino Express 2023. In una video intervista a Fanpage, Federica fa il verso alla compagna. Botta e risposta: “Parlo così? No ‘amiooo’, cosa te lo fa pensare?” scimmiottando il “corsivo”, slang di uso comune tra le giovani generazioni sulla quale ha costruito il successo, e pubblicato un saggio edito da Mondadori, Elisa Esposito, diva di TikTok da un milione e mezzo di follower, sbarcata anche su OnlyFans. Amiœ. Il manuale del cörsivœ è uscito nelle librerie nel 2022, prezzo di copertina 16 euro e novanta. Torniamo alle “attiviste” (nome di battaglia di Federica e Giorgia nel programma di Sky): al secondo posto, nella lista della “femminista guastafeste” (autoproclamazione della Soleri, ndr), c’è Giulia Blasi, Manuale per ragazze rivoluzionarie, sempre Rizzoli; seguono Angela Davis; il libro delle Belle di Faccia, tecniche per ribellarsi a un mondo grassofobico; Lorenzo Gasparrini (dal suo profilo Instagram, 40mila follower: “filosofo femminista alla faccia di chi dice che non è possibile”); Carolina Capria, Irene Facheris (100mila follower), Chimamanda Ngozi Adichie. La gallery della Soleri - che naturalmente un libro lo ha scritto anche lei - è in collaborazione con la Libreria Teatro Tlon, bookshop delle Edizioni Tlon fondata da altri due divi dell’attivismo filosofico sui social, Andrea Colamedici e Maura Gancitano (Tlon.it quasi 300mila follower su Ig) con Nicola Bonimelli. Come si evince dal loro sito i loro libri “trattano di filosofia, studi di genere, scienze sociali, psicologia, poesia, narrativa. Intendono trasmettere l’urgenza e il piacere di porsi domande; costruire ponti tra le idee e le azioni”. Ma il ponte con i filosofi l’ha costruito, sempre sul social di Mark Zuckerberg, un altro editore, GoG che in “un’intervista impossibile a quelli di Tlon” mette in scena una fluorescente presa per il culo in cui fanno confessare a Gancitano e Colamedici che “La cosa di cui vanno più fieri sono le 15mila ore di streaming su Instagram durante l’ultima edizione di Più Libri più Liberi”, o i “72 incontri a cui hanno partecipato” e che lei avrebbe “un’altra faccia sotto al piede”. Linea senza mezzi termini dell’editore romano che aveva già pubblicato nel 2022 il suo Manifesto contro l’editoria, un pamphlet in cui denunciava “il sistema perverso e paramafioso su cui si regge il nostro mondo culturale. Dalla distribuzione che si trattiene il 68% sul prezzo di copertina ai venditori di fuffa delle scuole di scrittura creativa”.
GoG ha deciso di mettersi fuori dalla catena di distribuzione, decidendo di rivolgersi direttamente ai librai o proponendo i propri testi (tra gli altri, di Robert Greenfield, Antonin Artaud, Giuseppe Patroni Griffi, Nelo Risi, Juan Manuel Chavez, Antonio Gramsci, George Orwell, Gian Carlo Ferretti) direttamente nelle fiere. Nello stesso anno riempirono il loro corner, al Book Pride di Milano, esclusivamente con il loro Manifesto. Alla fiera, giunta alla sua ottava edizione e andata in scena dall’8 al 10 marzo, gli editori, tutti indipendenti, hanno proposto i loro cataloghi mettendoci la faccia. Dietro agli stand c’erano anche Pippo Civati (People) e Alessandro Cattelan di Accento, diretta da Matteo B. Bianchi, che pubblica autori esordienti grazie a un faticoso lavoro di scouting. Nei primi due mesi di apertura Accento ha ricevuto più di 1200 proposte, riuscendo comunque a valutarle e a trovare autori da pubblicare: “È molto complesso trovare testi di qualità, soprattutto tra i più giovani che oggi preferiscono rivolgere la loro ispirazione a forme di scrittura non letteraria. Molti aspirano a fare gli sceneggiatori o scrivono testi per musica rap”. Nonostante un mercato ingolfato dalle nuove uscite, la difficoltà nel trovare nuovi autori è un comune denominatore tra le testimonianze degli editori indipendenti rilasciate a MOW. Gerardo Masuccio, che ha fondato Utopia da tre anni e mezzo, edita 12 libri all’anno tra grandi classici e scrittori stranieri in traduzione. “Cerco autori che abbiano una scrittura sorprendente, che sia riconoscibile anche senza copertina. Non mi è ancora capitato per le proposte degli italiani, oltre 6000 l’anno, che ho ricevuto e valutato una a una. Nelle società capitalistiche i mercati tendono a scambiare la quantità di lettori con la qualità dell’opera, così alcuni stranieri straordinari talvolta nemmeno vengono tradotti. Siamo in una condizione di medietà tra i piccoli paesi dove il capitalismo ha attecchito meno e le grandi potenze internazionali come Regno Unito, Francia o Stati Uniti che riescono comunque a esportare grandi autori grazie alla loro forza linguistica”. I grandi colossi dell’editoria, nel frattempo, vanno a pescare tra personaggi famosi e influencer. Però, continua Bianchi di Accento: “Come mi ha raccontato un agente di influencer, il problema non è tanto pubblicare il primo libro, ma quando arriva il momento di pubblicare il secondo, perché non hanno più contenuti”. Operazioni commerciali che, però, permettono anche ai grandi editori di tenere in piedi piccole collane, magari di poesie, finanziandosi nel frattempo con i libri delle celebrities. Nonostante tutti concordino sul fatto la produzione di qualità e quella di “massa” abbiano pubblici differenti, ciò non vuol dire che, in termini di mercato e distribuzione, la seconda non subisca le pressioni della prima. Secondo Alessandro Campaiola, che dirige Mar dei Sargassi (nata nel 2016 come rivista culturale ed evoluta in casa editrice nel 2021), “pur dovendo guardare caso per caso, è ovvio che in un mercato di librerie, dove arrivano in media 200 novità al giorno, i grandi operatori invadendo di tomi gli scaffali, abbiano maggior potere”. Un po’ come le grosse compagnie aeree che riescono ad accaparrarsi più spazio negli hub aeroportuali. Senza contare che i gruppi più importanti hanno spesso anche una propria catena distributiva, il che ne moltiplica la potenza. Una dura concorrenza nei confronti degli indipendenti, per i quali una tiratura di 1000 o 2000 copie rappresenta già un numero elevato.
In un mondo dove non c’è influencer che non abbia scritto un libro, spuntano i titoli di Kabhy Lame, Luis Sal, il Libro sbagliato di Greta Menchi e Le corna che stanno bene su tutto di Giulia De Lellis e ovviamente di Camihawke. Ma l’ultima uscita più sorprendente è New Martina, la mia storia. Fenomeno per caso, autobiografia - con prefazione di Gigi d’Alessio - di una giovane che cambia cover del cellulare e pellicole protettive in video-selfie su TikTok da mezzo miliardo di views. Al secolo Carmen Fiorito, New Martina ha da poco aperto un negozio anche a Bologna, inaugurando file chilometriche di ragazzine impazienti di rifare il trucco allo smartphone. Secondo l’Associazione Italiana Editori, nel 2023 gli italiani hanno speso 1,697 miliardi di euro nell’acquisto di libri, un dato in sostanziale parità rispetto a quello del 2022, per un totale di quasi 116 milioni di copie. Nella classifica dei tomi più venduti spicca l’auto-pubblicazione del generale Roberto Vannacci che si piazza al quinto posto con Il Mondo al Contrario, uscito ad agosto e che in quattro mesi aveva già fatto il jackpot con 200mila copie vendute, numeri inarrivabili quasi per chiunque e impossibili senza il tam-tam creato in un attimo dai media. Grazie al Printing Costs and Royalty Calculator si può fare una stima di quanto entri nelle tasche degli autori che decidono di usare Amazon come piattaforma di stampa e distribuzione dei propri libri. Il software stima che un testo con prezzo di copertina di 20 euro mandi nelle tasche dell’autore 6 euro e 76 centesimi a copia, una royalty di gran lunga superiore a quella versata dalle case editrici varia all’interno di un range tra il 4% e il 10% del prezzo di copertina, indipendenti compresi.