Serie tv e film italiani su Netflix? Male, male .Secondo il prezioso report sull’engagement pubblicato da Netflix ogni sei mesi e ripreso da Dagospia, i dati parlano chiaro: l'industria audiovisiva italiana ha dei seri problemi. “Nel periodo luglio-dicembre 2024, […] ha dominato la seconda stagione di Squid Game, con 620 milioni di ore viste e 86,5 milioni di views, seguita da The Perfect Couple (75,1 milioni di views)”. Questo il quadro globale, in cui l’Italia si affaccia appena con un solo titolo nella top 20: Inganno, la serie con protagonista Monica Guerritore diretta da Pappi Corsicato. Un prodotto particolare – che certo non spicca – legato a una narrazione che pesca a piene mani dalla fiction italiana, ma che ha il merito di affrontare un tema poco esplorato: il rapporto tra sesso ed età matura, tra desideri e piaceri che non hanno scadenza. E ora la domanda dei più birichini. Ma non è che il successo di Inganno è dovuto alle ripetute scene di amplessi? Altamente improbabile, visto che un prodotto made in Italy ben più esplicito come Supersex (sulla vita di Rocco Siffredi) risulta al momento al 1739° posto (anche se da gennaio a giugno scorso la serie si trovava a una posizione ben più alta, con oltre 10 milioni di views). Il vero punto è un altro: Inganno ha saputo attrarre il pubblico internazionale, registrando 27,2 milioni di views, mentre le altre produzioni italiane sono sprofondate in classifica. Per trovare un altro titolo nostrano bisogna scendere fino al 224° posto, dove compare Il caso Yara (8 milioni di views), il film realizzato per Netflix dalla casa di produzione Quarantadue e diretto da Gianluca Neri. Appena sotto, al 228° posto, troviamo la seconda stagione di Lidia Poët (7,9 milioni di visualizzazioni), seguita da Adorazione (230° posto, 7,8 milioni di views) di Picomedia per Netflix.
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Ma allora il problema, donde estas? Negli autori, nelle produzioni italiane che faticano a creare storie capaci di varcare i confini nazionali, o forse nel fatto che le stesse trame convincono a malapena anche gli stessi italiani? In realtà, va precisato che un titolo come Lidia Poët con Matilda De Angelis ha saputo intrattenere e appassionare il pubblico di Netflix Italia, tanto che nel 2023 aveva totalizzato 85 milioni di ore di visualizzazioni, guadagnandosi il primo posto nella top ten nazionale. Dunque, questo e altri casi sarebbero la dimostrazione che il mancato successo di una serie all’estero non sia necessariamente da ricercare in un'apparente mancanza di qualità: basta pensare al gioiello di Tutto chiede salvezza e al drammatico trionfo su scala globale di un film prodotto in America ma girato e basato sull'Italia e sui suoi luoghi comuni come La dolce villa (di cui vi avevamo parlato qui). Ma allora cosa bisogna fare per conquistare l’audience mondiale? Forse il segreto per essere internazionali è proprio mostrarsi “stucchevolmente italiani”? Puntare sui cliché per vendersi al mondo? Netflix o non Netflix, una cosa è certa: la maggior parte dei prodotti italiani di qualità si trovano altrove. In un posto che pochi esplorano, ed è anche gratuito: RaiPlay. Basta vedere le fiction di ottimo livello (Emma Tataranni), miniserie acclamate (Il conte di Montecristo), i film d’autore (Rapito di Bellocchio). Senza dimenticare perle internazionali ricercatissime come Dieci Capodanni di Sorogoyen o Fremont, che passano incredibilmente in sordina. E poi, parliamoci chiaro: avete mai dato un’occhiata alla sezione dedicata agli emergenti?
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