Il live di Salmo, Lebonski Park, è stato uno spettacolo da 40mila persone. Uno show ambizioso al Rho Fiera di Milano, dove non si è svolto solo un semplice concerto ma è andato in scena l'intero immaginario del rapper sardo. Nel Lebonski Park infatti, è stato allestito un vero e proprio parco giochi a disposizione dei fan. È il contributo di Salmo per i fan che aspettano, quelli che arrivano ore prima per accaparrarsi il posto migliore nelle prime file.
Tutto bellissimo, quindi? Non proprio, perché a leggere i commenti lasciati all'artista dai suoi stessi fan, di attese ce ne sono state parecchie, e non spassandosela al luna park.
Gli utenti infatti, si sono riversati sul profilo Instagram di Salmo per lamentare la disorganizzazione. I più infatti, scrivono delle file di ore agli stand del parco, con l'impossibilità di godersi il concerto e addetti agli stand nel pallone a causa delle file chilometriche.
Ma cosa è successo? Che l'ingresso per il parco a tema fosse dalla parte opposta rispetto al palco; così le persone che si sono ritrovate in fila lì agli stand, sono rimaste bloccate in coda senza riuscire a godersi il concerto.
Nessuno tra i commenti mette in dubbio il live, ma l'organizzazione stessa dell'evento. Chi ironizza di essersi fatto degli amici in fila; chi, la maggior parte, non ci sta ad aver visto il live dalle code per token, cibo e bibite. In particolare, qualcuno parla di “scene raccapriccinati” per l'acqua, addirittura con bambini a implorare per una bottiglietta. Inoltre pare che l'ingresso al lunapark sia stato chiuso già alle 21.00, impedendo quindi di entrare e uscire dalle attrazioni a proprio piacimento: e se avessi voluto entrare sulla ruota durante il concerto per avere una visuale dall'alto?, chiede un utente.
Lamentele anche per i parcheggi dove, a quanto pare è il leit motiv della serata, bisognava attendere in fila per ore. C'è chi, per disperazione, se n'è andato regalando i token a qualcun altro perché, appunto, le code erano talmente lunghe che mangiare e bere sembravano un miraggio.
In generale dunque, ad essere nel mirino dei paganti è l'organizzazione del Rho Fiera che ha rovinato l'intera esperienza. Prezzi alti inclusi.

Non è la prima volta che accade qualcosa di simile: lo scorso giugno ad esempio, era toccato ai Fontaines D.C. al Carroponte di Sesto San Giovanni, anche se lì la situazione era persino degenerata nell'intervento della polizia in tenuta antisommossa. Prima ancora, sempre al Carroponte, problemi anche al live dei Deftones.
Al concerto di Cesare Cremonini al Maradona di Napoli, fan che denunciavano di non aver sentito niente né dalla tribuna né dal settore curva, pur avendo pagato biglietti tutt'altro che economici. E questo solo negli ultimi due mesi.
È qualcosa di cui non si parla ancora abbastanza: in Italia non abbiamo venue adatte per i grandi live, come viene sottolineato anche tra i commenti al post di Salmo. Così i grandi eventi vengono spesso organizzati in grandi aree industriali, con acqua venduta a caro prezzo e servizi inesistenti, mentre chi paga per un biglietto nel pit finisce per avere esperienze nettamente superiori rispetto a chi, invece, assiste all'evento da altre postazioni sguarnite di schermi sufficienti o, appunto, con audio che non si sentono adeguatamente. Per non parlare poi della capienza, quando le location vengono riempite al massimo ma gli addetti presenti si rivelano insufficienti: qui non si tratta più solo di costi o attese, ma di qualcosa che può diventare molto molto peggio.
