Non era stata solo una campagna di odio online, c'era stata anche una telefonata: a confermarlo è la stessa Michela Andreozzi.
Dopo l'articolo di Nello Trocchia su Domani, dove il giornalista documentava non solo lo stretto legame tra Insegno e il capo ultras Fabrizio Piscitelli, ma anche il favore che il conduttore Rai gli avrebbe fatto nel 2019, è intervenuta la stessa attrice con una lettera alla testata.
Il favore in questione infatti, altro non era che l'invio del numero della Andreozzi a Piscitelli. Ma ora l'attrice rivela che a quella condizione, seguì una telefonata e giorni che la spaventarono molto: “mesi di ansia e serissimi problemi personali”.

Nella sua lettera a Domani la Andreozzi si dice sgomenta per il gesto, che ritiene gravissimo e pericoloso, e aggiunge che sta valutando possibili iniziative in merito.
L’attrice racconta di aver ricevuto una telefonata minacciosa da Fabrizio “Diabolik” Piscitelli in persona, che le rimproverava una battuta sulla Lazio. La “colpa” da cui è partito tutto, sarebbe stata quella di chiamare “Lazie” la squadra in una trasmissione televisiva: da lì, secondo quanto documentato da Domani, Piscitelli avrebbe inviato il link a Insegno e lui, di tutta risposta, gli avrebbe condiviso il numero della collega. Da quel momento partì una campagna d’odio e minacce contro la Andreozzi, soprattutto sui social, che la costrinse a chiudere il profilo Twitter e a chiedere pubblicamente scusa per paura di ulteriori ritorsioni.
“Sei anni fa fui contattata personalmente, con numero sconosciuto, da Fabrizio Piscitelli – noto alle cronache come Diabolik – che, con un tono inquietante, mi invitava a rimediare a una battuta sulla Lazio che avevo fatto in un programma di cinema e che secondo lui avrebbe offeso i tifosi della curva nord (pronunciai la parola “Lazie”, questa l’onta)”, scrive la Andreozzi. “Non credo sia necessario entrare nei dettagli -aggiunge- per spiegare quanto possa essere spaventoso ricevere una telefonata di quel tenore da un personaggio con una pesante curriculum giudiziario alle spalle”.

Piscitelli a quel punto chiamò a raccolta i suoi sodali e iniziò un periodo fatto di minacce e paura. Dalle intercettazioni venute in possesso di Trocchia, del resto, figurano frasi come “Distruggetela, sta tr*ia”, “Dobbiamo sapere dove sta”, “La dovemo sfonna’…”, “Tutto quello che può essere contro sta bastarda”. Non stupisce dunque che la Andreozzi ricordi quel momento come una persecuzione che l'ha “fatta vivere nell’angoscia, con ripercussioni sulla qualità della mia vita e del mio lavoro”. Un momento il cui ricordo le provoca ancora dolore.
Naturalmente, l'attrice sottolinea che la S.S. Lazio e i suoi tifosi non c’entrano nulla, ma che non può sorvolare quanto sia grave l'episodio, specie in un momento in cui il dibattito pubblico si occupa spesso di violenza sulle donne. È attraverso l'articolo di Domani che ha scoperto che all'origine di tutto ciò ci fosse Insegno, collega che conosce da moltissimo tempo e con cui ha anche condiviso diverse situazioni lavorative.

E dalla Rai? Che si dice? Pino Insegno è attualmente il conduttore di Reazione a Catena, programma del preserale di Rai 1; in estate è approdato anche su Rai 2 con il dimenticabilissimo Facci Ridere. Già finito al centro di niumerose polemiche per l'amicizia con Giorgia Meloni e il suo mega contratto a fronte dei tiepidi ascolti, sulle ultime vicende finora tutto tace: sia da parte del diretto interessato che dell'azienda.
La Rai non si pronuncia, così come i suoi colleghi. Ma davvero la tv pubblica può permettersi il silenzio su una vicenda come questa?
