Diciamo che siete assunti in catena di montaggio, dopo un periodo si scopre che non sapete né catenare né montare, così vi danno più di un milione di euro per stare a casa in attesa di un impiego più facile (ove si presentasse l’opportunità), per un po’ di tempo, diciamo 24 mesi. Succede un casino: altri operai, sindacati, gente per mangiare si compra una sarda e per arrivare a fine mese si limita a leccarla, un lato di sarda al giorno, insomma la faccenda, come si dice, fa notizia. A quel punto il vostro agente che vi ha procurato l’impiego dice: sì, ma il mio cliente guadagna meno di Taylor Swift. È un po’ (con tutti i distinguo) quello che è successo dopo l’estromissione causa flop di ascolti di Pino Insegno dalla prevista conduzione de L’eredità e dopo il Mercante in Fiera: il conduttore prenderà più di un milione di euro per due anni. Forse farà un programma in radio, forse condurrà Reazione a Catena (di montaggio), forse farà una serata (una) per i settant’anni della Rai. L’agente di Insegno rassicura, ha dichiarato che il suo cliente guadagna meno di Amadeus. Adesso, non è che si capisca bene con quale logica si possano mettere a raffronto i compensi di Pino Insegno e quelli di Amadeus, dato che il secondo fa ascolti e il primo no. Dato che siamo soggetti alle leggi di mercato (bé, non tantissimo, in questo caso, la Rai è finanziata con soldi pubblici e se uno se ne sta a casa e non fa programmi dentro i quali si vende pubblicità le leggi di mercato non esistono più) se l’agente di Pino Insegno può fare questo tipo di dichiarazione allora io posso dire che secondo me un operaio della catena di montaggio dovrebbe guadagnare più di Amadeus e Taylor Swift e Pino Insegno e il suo agente messi insieme.
Pare, si mormora, che i contratti Rai di Pino Insegno siano dovuti alla sua amicizia e al suo schierarsi con Giorgia Meloni. Qualora fosse vero tale assunto, sorgono due domande. La prima è facile: ma allora perché la destra si è sempre lamentata dei compensi dei vari Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Roberto Saviano e Roberto Benigni? Loro gli ascolti li facevano, soprattutto anche perché i loro programmi televisivi andavano in onda consentendo la vendita di pubblicità. Di Fabio Fazio, addirittura, la destra si lamentò di un contratto con La7 degli inizi per un progetto che poi non andò in porto, Fazio i soldi li prese lo stesso, ma era una emittente privata, il rischio d’impresa era privato e quindi, alla destra, più o meno, che gliene fregava? E come è che adesso, nel caso di Pino Insegno, non insorgono? (So la risposta, ovviamente, ma oramai la logica la uso così, come hobby, non è che serva realmente a qualcosa, tiene la mente giovane, come la Settimana Enigmistica, tutto lì). Nel caso fosse vero, come suppongono in tanti, che in Rai si facciano favoritismi dovuti agli schieramenti politici ai quali si appartiene c'è da porsi anche un'altra domanda. Se Pino Insegno ha sbandierato ai quattro venti la sua amicizia con Giorgia Meloni, se gli hanno aperto le porte quando è arrivata al governo Giorgia Meloni, se viene ricevuto dai vertici Rai a causa della posizione di governo di Giorgia Meloni, se gli danno i programmi Rai nonostante i flop perché vicino a Giorgia Meloni che minchia di lavoro fa l’agente di Pino Insegno?