La morte ci sorveglia. David Crosby è morto, era una leggenda vivente, ha vissuto la gloria, la gloria lo accoglie nelle sue braccia. A me che vivo, non piace la morte. Dispero nel vedere morire, non vorrei la mia, ma arriverà, un giorno, ho 50 anni e potrei, secondo la natura delle cose, viverne altri trenta, o quaranta, oppure non so, ogni giorno faccio in modo di spostarla come si fa con le date procrastinate di consegna di lavori che non vogliamo concludere, perché il lavoro consegnato in ritardo è sempre il migliore, quello mai consegnato è un capolavoro assoluto, come la vita.
La vita è il capolavoro dell’artista creatore più geniale di tutti i tempi, Dio, che a sua immagine genera le vite dei creatori artisti che disegnano e raccontano il mondo, noi li abbiamo visti e li vediamo, e lo siamo a nostra volta. Nella mia vita ho visto decine di Divinità Umane morire e continuerò a vederne, moriranno come tessere di un domino infinito di angeli caduti che risalgono al posto da cui sono venuti, ritornando puri nella materia originaria in una dimensione invisibile ai miei occhi, che mi circonda senza lasciarsi attraversare, finché sono vivo.
È la morte, ed è sempre successa, e non l’ho mai voluta capire perché nell’interruzione non c’è nulla che somigli alla bellezza o alla musica o all’amore, la morte è il contrario di queste cose, per essere sè e far così esistere la dimensione a lei opposta dove esiste il tempo e il mio tempo, le mia percezione, la mia ragione, il mio cuore, il mio funzionamento come macchina, congegno di produzione della musica. Sono tanti i congegni ancora vivi, ma per poco. Prepariamoci alla loro morte, che io sto scongiurando, scaramantico apotropaico la allontano chiamandola per chiedere la proroga come nel film di Ingmar Bergman, dove si gioca a scacchi, e infine vince, ma intanto si ritarda. Sono morti davanti a me e non dovevano morire, ma è successo.
È morto David Bowie, non ci credo ancora, è morto Franco Battiato, una cosa impensabile, è morto Scott Walker, che cosa grave, che perdita, che errore di Dio. È morto Lucio Battisti tanto tempo fa; ma anche lui non doveva morire. Mi ricordo quel giorno ero su un taxi a Milano nel pieno del mio slancio vitale, ho sentito la notizia alla radio, ho ancora quella sensazione di stritolamento alla gola. È morto Enzo Jannacci, tutti eravamo a quel funerale e nessuno ci sarebbe voluto andare, e prima era morto Giorgio Gaber, e poi è morto Dario Fo, e io mi ricordo come fosse ieri che moriva Bruno Lauzi dopo che avevamo cantato insieme la morte di Sergio Endrigo, e prima ancora la terribile, inaccettabile morte di Fabrizio De Andrè.
Come si fa a gestire tutto questo vuoto? Sono morti Lucio Dalla e Pino Daniele, e sembrano ancora vivi da quanto è assurdo che siano morti. È morto Lou Reed, chi canterà più quei testi così, chi scriverà più cose così? Nessuno, non ci saranno mai più. Quando morì John Lennon avevo otto anni e mi ricordo benissimo lo strazio di mia madre, e mi ricordo ancora prima quando morì la leggenda delle leggende: Elvis Presley, sì, perché ancora mi riesce strano pensare che io ero vivo quando lui era vivo, e vedevamo o suoi concerti in televisione, in diretta, con la mia famiglia seduta sul divano, è quella era la vita. Poi è morto.
È morto Michael Jackson, è morto James Brown, erano sempre stati vivi per me, andavo ai concerti erano gli anni ‘80, erano il presente, la realtà e mi sono morti così, dall’oggi al domani, Freddie Mercury, Prince e George Michael, giovanissimi. Poi un giorno mi telefono Milva per chiedermi una canzone, ma dopo qualche tempo è morta. Ricordo bene Rino Gaetano, quanto mi piaceva, chissà che cose originali avrebbe fatto. È morto Vittorio de Scalzi, Umberto Bindi, Ennio Morricone. Prepariamoci alla morte di tutti quelli che non vorremmo mai morissero, ma capiterà, e quel giorno sarà molto triste.
Eric Clapton è vivo, Bob Dylan, Paul McCartney, Peter Gabriel, Robert Fripp, Elton John, Neil Young, Bryan Ferry, Mick Jagger, Keith Richards, Bryan Wilson, Bryan Eno, Sting, Roger Waters, David Gilmoure, Alice Cooper, Ozzy Osbourne, Robert Plant, Paul Simon, Iggy Pop, Tom Waits, Tina Turner, Mina, Gino Paoli, Francesco Guccini, Ornella Vanoni, Adriano Celentano, Roberto Vecchioni, Paolo Conte, Renzo Arbore, Patty Pravo, sono ancora vivi, prima o poi moriranno, e io non vorrei. Spero con questo scritto di aver allontanato il più possibile quel giorno.