E anche questo 2 giugno è trascorso per dimostrarci quanto l’Italia sia un Paese vecchio e irrimediabilmente rassegnato. Lo specchio di questa drammatica condizione? L’Inno di Mameli cantato da Claudio Baglioni ai Fori imperiali di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo Al Bano (81 anni) che lo ha steccato in finale di Coppa Italia, ecco arrivare il cantautore di Questo piccolo grande amore (73 anni) a farci capire che non tutto, come il vino, con il tempo migliora. A parte quello di Bruno Vespa, neo 80enne, che ha trovato distribuzione su treni Frecciarossa. Altro esempio di “sovranismo senile”. Intanto Baglioni si presenta per interpretare il Canto degli Italiani - scritto da Goffredo Mameli a meno di 21 anni e musicato da Michele Novaro a 29 anni - con l’accompagnamento della Banda Interforze della Difesa. Una scena degna del miglior Fantozzi, quando il “maestro” Canello anticipò l’orario del Capodanno per suonare ad un altro veglione. Non me ne voglia Baglioni, e tantomeno la Banda della Difesa, ma chi ha meno di 70 anni e ha ascoltato la loro versione durante la Festa della Repubblica dev’esser stato tentato di spostare in avanti l’orologio affinché quello strazio finisse il prima possibile.
Una interpretazione impostata, retorica, senza trasporto, con i 50 elementi che sembravano suonare il classico compitino di fine anno di fronte al professore di musica delle superiori. E Baglioni, dal canto suo, che non ci ha aggiunto nessuna verve, con i suoi gorgheggi sicuramente ben armonizzati, ma non in grado di suscitare pathos neppure nel più patriottico degli astanti. Tanto che, nel pomeriggio, è iniziato a circolare un video dove si metteva in dubbio che fosse andato a tempo ed è diventato subito virale. A diffonderlo è stato quel mattacchione di Giovanni all'heavy - pagina social che percula i vizi e le ipocrisie della musica italiana - e che ha fregato tantissime persone, addirittura direttori d’orchestra come il maestro Enrico Melozzi, che prima si è chiesto “ma perché???” e poi, quando un altro utente gli ha fatto notare che si trattava di un fake, ha risposto: “Allora Giovanni all’heavy è un genio assoluto”.
Di certo ha colto nel segno, visto che moltissime persone, oltre a svariati musicisti, ci sono cascati. Questo, però, non dimostra soltanto la forza dei social e la soglia di attenzione sempre più bassa di chi scrolla, ma che l’originale era evidentemente carente. La stanchezza di un Paese mirabilmente raffigurata dal modo in cui facciamo interpretare il Canto degli Italiani che invece meriterebbe maggiori attenzioni, soprattutto per arrivare ai più giovani. Dopo il caso di Al Bano proposi che a cantarlo al posto suo fosse Madame. Dopo Baglioni mi spingo ad avanzare altre due candidature che mi sembrano ideali. La prima è Bello Figo, che potrebbe interpretare un medley con la sua Pasta con tonno, ormai diventato il vero piatto nazionale anche degli italiani per i continui rincari. O più seriamente da Rose Villain: donna, 34 anni, che ha dimostrato di avere una gran voce all’ultimo Sanremo, ha viaggiato e studiato (si era trasferita a Los Angeles a 18 anni e si era diplomata al Conservatorio) e che potrebbe rappresentare le migliaia di giovani costretti a emigrare perché gli spazi da noi sono occupati dagli Al Bano, i Claudio Baglioni e i Bruno Vespa. Ma che, proprio per il successo che ha raggiunto tornando, darebbe speranza a tanti altri.