Il fatto è questo: una band di ragazzi, giovanissimi, nel primo pomeriggio, suona sotto il sole torrido delle prealpi lombarde. Tra una canzone e l’altra parte una bestemmia per il caldo, forse un’altra per la guerra. Accade in quel di Pusiano, paesello di milletrecento anime in provincia di Como affacciato su un omonimo laghetto. Il contesto è quello di un piccolo festival punk e metal, il Kick the Past, due giorni di musica, mercatini, graffitari, birra e salamelle. A un certo punto, la musica finisce. Stop, imposto da una figura misteriosa e istituzionale, al gestore del locale che ospitava la kermesse. La minaccia di non permettere altri eventi, al club di un piccolo paese di provincia, è un deterrente atomico. Così forte da fermare un festival che sarebbe dovuto durare due giorni, con tutto quello che ne consegue a livello di spese e organizzazione. A suonare, diverse band emergenti e non. Headliner gli Svetlanas, gruppo punk-rock con un grosso seguito, conosciuti anche all’estero anche per collaborazioni con personaggi enormi come Nick Oliveri dei Queens of the Stone Age, e bannati dalla Russia di Putin vuoi perché lo avevano messo a torso nudo e con la faccia pittata sulla copertina di un album, vuoi perché bruciavano le sue foto sul palco, vuoi perché nel testo di una loro canzone la cantante suggeriva allo Zar di succhiarle il clitoride. Banditi da Mosca, e adesso anche dal comasco: Olga, la cantante, ci ha detto che “Bannati da Pusiano” potrebbe essere un ottimo titolo per il prossimo disco. La si può argomentare in ogni maniera possibile, un'apologia della bestemmia, ma bisogna anche fare i conti con la fattualità pura e cruda: anche nel 2025, è tutto inutile. Si è detto che ha un valore terapeutico, c'è stato perfino uno studio per dimostrare che bestemmiare non ha nulla a che fare con la blasfemia. Eppure, niente. Ci avevano detto che le macchine nel 2025 avrebbero volato, ma la realtà è questa: due giorni di concerti annullati per una bestemmia. Abbiamo parlato anche con gli Spleen, la band nu-metal che aveva organizzato tutto, e con Olga degli Svetlanas, ospiti principali del festival. Politica, bigotteria, voglia di dormire, scontro generazionale o pregiudizi? Ecco cos’è successo. Spoiler: siamo ai limiti del grottesco.

Gli Spleen, organizzatori del festival
Allora ragazzi, cos’è successo?
Partiamo dal contesto: noi siamo una band e, come band, abbiamo un'associazione no profit con cui facciamo eventi già da un po'. Fin'ora soltanto nei locali, era la prima volta che portavamo tutto in un posto all’aperto, provando a farlo su due giorni. Di solito erano sempre delle serate.
Si trattava di una maratona punk e metal, giusto?
L’idea era far suonare più band emergenti della zona. Questo era un po’ il motivo per cui abbiamo deciso di farlo: dare un palco a chi difficilmente lo trova. Noi per primi, ovviamente. Quindi decidiamo di fare questo festival, e lo chiamo “festival” perché così è stato comunicato, ma va dimensionata la cosa. Era una festa in un paesino piccolo, in provincia di Como, in un prato dove c’è un localino con un palco. Tutto molto tranquillo. E noi, da amici, abbiamo montato l’impianto, chiamato un sacco di band, perlopiù amici nostri e conoscenti, per suonare due giorni.
Come diceva Faletti a Drive In: “Il paese è piccolo, la gente mormora”.
Parliamo di Pusiano, un borgo di 1300 abitanti. Sicuramente questo paesino non aveva mai visto un festival, o comunque un concertone punk/metal.
E magari non avrebbe voluto vederlo mai. Ma, di preciso, cos'è successo?
Non farò nomi perché le band erano tante e non ha senso entrare nei dettagli. C’è stata però una band che, tra una canzone e l’altra, ha anche fatto partire qualche bestemmia. Ci tengo a precisarlo: non era una roba tipo “la chiesa deve bruciare” o simili. Era più tipo: ‘Ragazzi che caldo, porc…’ ed effettivamente, in un pomeriggio di giugno, in un prato senz'ombra, il caldo si faceva sentire.
È bastato questo per cancellare un concerto?
Già dall’inizio del festival, a prescindere dalle bestemmie, c’erano stati problemi con il vicinato. Un po’ per il festival in sé, un po’ per altri motivi che non capisco nemmeno io. Il giorno stesso, per dire, abbiamo dovuto discutere con un vicino che è venuto giù a lamentarsi: ‘Che cazzo state facendo?’, ‘Il volume è troppo alto’ e cose del genere. Volevano già fermarci da subito.
Quanto è durato, alla fine, questo festival di due giorni?
È durato solo tre ore circa. Noi abbiamo iniziato alle 15, verso le 16 è successa questa famigerata cosa della bestemmia, e alle 19/19:15 il gestore del locale ha ricevuto una chiamata da una persona esterna che parlava a nome del Comune. Gli hanno detto che dovevamo smettere di suonare, staccare tutto, chiudere il bar e mandare tutti a casa.
In base a cosa? Ai decibel? Al disturbo della quiete pubblica?
La scusa ufficiale, sinceramente, non è mai arrivata chiaramente. Noi, anche parlando con i vicini, abbiamo il forte sentore che la bestemmia sia stata solo il pretesto, il motivo formale per chiudere qualcosa che, probabilmente, non stava piacendo per nulla agli abitanti del paese.È un paesino da 1300 abitanti, forse meno. Sarebbero potuti venire a chiedere, avremmo potuto parlare con ognuno di loro, davvero. Cioè, la comunicazione è mancata del tutto.
Ma chi è stato a telefonare?
Non sappiamo chi abbia chiamato: sindaco, giunta, assessori, o magari erano anche parenti. In un paese così piccolo è facile che le lamentele siano arrivate a chi di dovere molto in fretta. E da quelle lamentele è partita la decisione di farci chiudere tutto.
A voi chi lo ha comunicato?
Il gestore del locale, che è un nostro amico. Ci ha sempre dato la possibilità di fare eventi, anche in passato in un altro posto. Fino ad oggi, lì facevamo dei dj set tranquilli il venerdì e il sabato sera, e non ci sono mai stati problemi. Quando ha ricevuto la telefonata, e visto che il locale dove lavora ora è in affitto, ha capito che la cosa si metteva male. Ci ha detto: “Ragazzi, dobbiamo staccare”.
Ma se non c'era una motivazione valida, perché non continuare?
Noi, da amici, non volevamo metterlo nei guai. Deve mantenere una famiglia, ha appena avuto un bambino. Quindi ci siamo messi in allarme, abbiamo detto al fonico: “Prepara la prossima band ma non farla partire”. Nel frattempo abbiamo cercato di capire cosa stesse succedendo. Ma non abbiamo ricevuto spiegazioni ufficiali. L’unico feedback è stato: “State bestemmiando, state facendo casino, qui a Pusiano queste cose non si fanno. Chiudete tutto”.
Quindi avete scelto voi di fermarvi, non sono intervenuti i vigili?
Non è intervenuto nessuno. Noi come band abbiamo pensato: ma anche se fossero intervenute, chi bestemmia, se è reato, paga lui, mica tutti.
Altrimenti andrebbero fermate anche le partite di Serie A, o i concerti di artisti che, a volte, hanno bestemmie direttamente nei testi delle canzoni.
Che non è il nostro caso: è stata una frase detta da un ragazzo sul palco, più come intercalare.
Comunque ci avete rimesso tempo, e soldi.
Per organizzare tutto questo ci abbiamo messo due mesi. E noi non guadagniamo nulla, siamo un’associazione no profit. Abbiamo chiamato amici musicisti, recuperato pezzi dell’impianto da chi poteva, cercato di spendere il meno possibile. Il gestore ha fatto investimenti per birre, alcolici e salamelle, perché sapeva che la gente sarebbe arrivata. Ovviamente non ci aspettavamo 5000 persone, ma la sera ,di sicuro sarebbe arrivata più gente. Infatti, mentre stavamo smontando, continuavano ad arrivare persone ignare che l’evento fosse stato annullato. Avevamo anche preparato dei mercatini, un’area gaming, pannelli per i graffiti: tutto buttato via. Abbiamo dovuto dire a tutti: “Non montate nulla, è inutile”. Ma siamo stati onesti a fermarci. Se il gestore non fosse stato nostro amico, magari saremmo andati avanti finché non arrivava la polizia. Tuttavia, per rispetto, ci siamo fermati.
C'è qualcosa oltre la bestemmia?
Alla fine, la sensazione è che sia stato il genere musicale il vero problema. Se avessimo fatto reggaeton, magari avrebbero ballato tutti. Ma punk/metal no. Lì c’è stata una chiusura totale. Quel giorno, tra l’altro, sull’altra sponda del lago c’era un altro evento, con band più tranquille, ma il suono arrivava letteralmente più forte di noi, in linea d’aria. Col senno di poi farebbe anche ridere, se non fosse per tutto lo sbattimento che c’è stato. La cosa brutta è che abbiamo avuto un riscontro piuttosto aggressivo da parte della comunità locale.
E ora? Farete qualcosa?
Una cosa è certa: questa cosa ha avuto risonanza, ci è arrivato tanto supporto, quindi sì, vorremmo rifarlo. Magari questo inverno, o l’estate prossima. Però non qui. Nonostante fosse casa nostra, abbiamo capito che non è il posto giusto. Lo porteremo altrove. Perché fare un evento dove la gente si diverte, dorme, mangia e porta movimento fa solo bene al paese, a livello economico e culturale. Se non lo vogliono, lo porteremo altrove.
Cosa volete dire aI sindaco, o al Comune di Pusiano?
Più che un appello a loro, è un appello a chi ci ha giudicati senza neanche parlarci. Avremmo preferito un: “Ragazzi, abbassate la musica. Se capita un’altra bestemmia, chiudiamo”. E noi l’avremmo fatto. L’avremmo accettato. Ma così, dopo 2 ore di festival, senza dialogo, senza una multa, senza neanche un controllo, fa male. Abbiamo fatto un evento dove non è successo nulla di degradante: niente droga, niente violenze, gente tranquilla. Anzi, una bella realtà. Ma forse troppo per quel paese. E ora, magari, lo rifacciamo. Ci riprendiamo e lo rifacciamo. Probabilmente verso Milano. Ci è dispiaciuto tanto, soprattutto per le band che non sono riuscite a suonare. Alcuni erano venuti da lontano, si erano preparati per settimane, ed è stato brutto doverli guardare in faccia e dire: “Scusa, non puoi salire sul palco”. È una roba che ti rimane dentro. Ma non è colpa nostra. Nessuno di noi voleva che finisse così.
Quindi il vecchio stereotipo della “musica del diavolo” resiste?
Al netto dell'immagine siamo tutti gente che vuole suonare musica per divertirsi, che forse ha ancora qualcosa da dire. La percezione è che se porti la musica commerciale, quella da sottofondo per gente non pensante, quello vada bene. Però mettere la testa sotto la sabbia è proprio un comportamento infantile, così come questa tentativo di censura. Poi ovviamente puoi immaginare che comunque un concerto di band punk metal attiri persone con una determinata estetica. Probabilmente quel paese non era pronto neanche a quello. Forse è un classico paesino di borghesucci che si spaventano ancora per il piercing o per il tatuaggio, e che non sono pronti al dialogo. C’è stato solo silenzio, e poi una chiusura. E questa è la cosa che fa più male.

Olga degli Svetlanas
Olga, avreste dovuto suonare alla sera come headliner. E invece…
Noi eravamo lì dalle 13 per il soundcheck, essendo gli headliner. Il fatto è successo alle ore 16 del pomeriggio, e il concerto è stato annullato definitivamente intorno alle ore 20. Quindi c'è stato un lag di tempo interessante, una sospensione a scoppio ritardato.
È arrivata questa chiamata, ma il contenuto si sa?
A noi è stato detto che era stato suggerito al gestore di interrompere il concerto, altrimenti non avrebbero permesso al ragazzo di continuare a fare non solo questo evento, ma anche tutto il resto della programmazione estiva. La minaccia che gli hanno fatto è stata questa. Hanno interrotto anche i ragazzi che facevano i graffiti.
Ma davvero basta una bestemmia a far chiudere tutto?
Guarda, banalmente è successo tutto più o meno mentre stavamo mettendo giù il nostro merchandising, poco prima che suonasse la terzultima band, i Blaxfema.
Un nome che cade a proposito.
La cosa fa sorridere, perché dai le autorizzazioni a un evento che ha in cartellone una band con un nome del genere, poi ti lamenti con chi ha concesso gli spazi? Tra l'altro, nome a parte, non mi risulta che la band abbia qualcosa di blasfemo nei testi.
Però magari ha messo in preallarme tutto il paesello?
Può darsi. Poi, va bene la bestemmia, ma ho il sospetto che possa esserci altro sotto, visto il tempo che è passato tra la bestemmia e la sospensione.
La politica?
Noi, nel nostro merchandising, avevamo tutte le bandiere free Palestine. Chissà. In ogni caso è sempre qualcosa di orribile togliere la voce a qualcuno, soprattutto in un momento storico come questo in cui dovresti rafforzarla. Io ho visto 2 o 3 interviste del sindaco, dove lui diceva di essere molto interessato alla fascia zero-sei anni e alla fascia anziani, quindi già questo probabilmente è indicativo, ma va bene. Però diceva anche di cercare il dialogo e la trasparenza. Con noi, di dialogo, c'è stato poco o nulla.
Anzi, vi hanno zittiti.
Peraltro quando la gente iniziava ad arrivare, c'era il freschino serale, era anche una bella situazione. Carina, molto carina. Poi, con che motivo? Non è un po' troppo? Per una parola annulli un intero festival? Oltretutto ai ragazzi che hanno bestemmiato non è stato detto nulla, né sul momento né dopo. Hanno fatto i loro venti minuti in serenità. Se ti accorgi che qualcosa non va gli abbatti il volume, gli fai un cenno, fai qualcosa. Invece sono passate all’incirca 4 ore.
Non sarà che i signori del paesino, alle 20, volevano dormire?
Tieni presente che tutto il festival non era poi una roba da finire tardissimo. Avremmo staccato intorno alle 23.30. Il problema è generale: si finanziano le guerre e va benissimo, ma se dici la parola sbagliata è censura totale. Fosse stata una roba organizzata da CL avrei potuto capire, ma così no. Non puoi cancellare un evento di 2 giorni perché un gruppo, tra l'altro molto giovane di ragazzi, alle ore 16 tira una bestemmia.
Poi, la bestemmia è qualcosa di trasversale, che va dai vecchietti che giocano a carte fino ai calciatori.
Vale il commento di un nostro fan veneto, che ci ha scritto: “Per noi è una virgola”. A noi, come Svetlanas, ce ne sono capitati di concerti annullati in vent'anni di carriera, ma questa è la motivazione più assurda. A volte, all’estero, è arrivata la polizia perché c'erano i volumi troppo alti. In America ne abbiamo interrotto uno noi stessi, perché abbiamo visti che nel pubblico si erano presentati dei ragazzi con delle toppe da nazisti. Insomma, i motivi erano veramente diversi.
Voi bruciavate le foto di Putin nei live, e vi hanno annullato un concerto in Russia perché vi hanno dichiarati persona non grata. Adesso lo siete anche a Pusiano?
Bannati da Pusiano è carino. Dovremo fare un disco con una copertina: Bannati da Pusiano. Potrebbe essere interessante e divertente.
Senza dubbio. Pusiano peggio della Russia di Putin?
Scherzando, si può dire. Ma questo è il sintomo di un allarme sull'aspetto sociale in cui stiamo andando a finire.
Poi, è stato giusto fermarsi?
Certo, il gestore probabilmente avrebbe perso tutta la stagione. La minaccia è stata questa. Comunque c’era un’altra intera giornata programmata di eventi che è stata seccata alla base con motivazioni ridicole. So che l'organizzatore aveva provato anche a spostarlo in un altro locale, quello di Erba, perché è lì a 10 minuti, quindi a salvare in qualche modo la serata ma ovviamente alle otto di sera non è che fosse così semplice.
Ci sono state avvisaglie? Vecchietti che sono venuti a lamentarsi, autorità?
No, assolutamente nessuno. Comunque era tutto tranquillo. Era tutto regolare in quel momento. Se sono arrivate le chiamate dal sindaco o altro, sono tutte cose successe dietro le tende, non davanti ai nostri occhi. Davanti ai nostri occhi era tutto sereno, tutto tranquillo. Nessuno si è lamentato di niente, anzi, era anche, ripeto, una bella situazione. Io stessa ho continuato a dire, fino all'ultimo, che finché non mi fossero venuti a comunicare qualcosa di ufficiale sarei rimasta lì. Anche perché mi sembrava talmente assurdo che aspettavo comunque una soluzione. Sicuramente il gestore del locale ha avuto paura di prendere posizione, di portare avanti la cosa. Ed è un peccato perché comunque era una voce diversa all'interno di un paesino di provincia dove raccogliere i giovani e fare un evento per loro avrebbe potuto essere veramente una storia interessante. Soprattutto in un momento in cui stanno chiudendo tutti i posti dove si faceva musica live, non ultimo il Leoncavallo.
Ma l’evento era sponsorizzato dal Comune oppure no?
Io penso che loro fossero finanziati dal comune. Però questo prendilo con le pinze, nel senso che penso di aver capito così ma non te lo dò per certo.