Durante un’intervista l’attore Elio Germano, che lo scorso 3 maggio ha ricevuto il David di Donatello come Migliore attore non protagonista per Palazzina Laf di Michele Riondino, ha fatto discutere per un suo commento riguardo il mondo del doppiaggio e l’annoso dibattito intorno ai film da vedere in lingua originale con sottotitoli oppure no. Germano qualche settimana fa aveva detto ai microfoni di CiakClub: “Io con tutto l'amore e la stima per i doppiatori che abbiamo in Italia trovo assurdo che esistano i film doppiati, (...) i film sono ripresi in audio e video, vanno visti così”. Ha poi proseguito: “E poi rispetto al lavoro degli attori il nostro lavoro passa per dei suoni che non sono il senso di quello che diciamo, semantico della parola, ma sono dei rumori del nostro corpo, delle nostre vocali prodotte, per cui si fa anche fatica quando noi stessi andiamo a fare delle coperture audio a ritrovare quella voce, quelle cose che hai passato proprio perché hai vissuto una cosa (...). Se uno ama il cinema non è possibile vederlo doppiato. (...) Pensa se noi la musica l'avessimo sentita sempre con la voce di un italiano sopra che traduceva, per esempio in tutto il mondo dell'est il doppiaggio è una voce unica, il voice over, quello che noi abbiamo nei documentari, sopra l'audio originale. A loro sembra assurdo che noi abbiamo le voci per tutti gli altri. Per tutto il resto del mondo è assurdo il doppiaggio...”.
È bastato questo per suscitare non poche polemiche. Anche la nota doppiatrice Lilli Manzini ha deciso di commentare le parole dell'attore con un post sul suo profilo Instagram: “Ecco come finisce la mia stima per Elio Germano, io questo lo potevo paradossalmente accettare da qualche giornalista da quattro soldi ma da Elio Germano no. Un grande attore professionista. È come se mi fosse caduto un mito. Dico un mito per un senso di qualità, di bene culturale. Ebbene Elio tu di ‘bene culturale’ non ci capisci un caz*o. (…) Hai toppato alla grande caro mio, non hai rispetto del nostro mestiere perché anche noi doppiatori siamo attori e che tante volte doppiando anche i film italiani abbiamo salvato loro il culo con interpretazioni da bestie (…)”. Manzini nel suo intervento ha sottolineato anche una questione importante legata alla fruizione della settima arte per le persone non vedenti, che, non conoscendo la lingua originale in cui è stato girato il film o la serie, senza il lavoro dei doppiatori, rischierebbero di non comprendere ciò che avviene sul piccolo o grande schermo: “E poi gli ipovedenti, i non vedenti che amano il cinema? Come possono ascoltare voci straniere se non conoscono la lingua?”.