Se esistesse un parco giochi pensato per i maranza, sarebbe Fiera Milano Live allestita per EM15, il concerto con cui Emis Killa celebra i suoi primi quindici anni di carriera. I ragazzi col borsello, le maglie Guccy e il taglio da cuozzo sfumato male sono tutti riuniti per celebrare non solo la carriera del rapper di Vimercate, ma anche la cultura hip hop e il rap. Una grande autocelebrazione, che poteva tranquillamente essere un flop, è invece la dimostrazione che ci si può dare da soli tante pacche sulle spalle, dirsi quanto si è bravi, credibili e importanti nel rap game, ma lo si può fare anche con i colleghi, di “vecchia” e nuova scuola.
Non a caso Emis Killa per celebrare questi quindici anni di carriera ha invitato diversi ospiti, che lo hanno accompagnato in questo lungo percorso fatto di successi e sconfitte, sempre nel segno della musica. E il concerto del rapper ci racconta anche qual è lo “stato di salute” di parte della scena rap italiana. In gran spolvero Lazza, che sembra sempre più vicino all’annuncio del suo nuovo album “Locura”. Sfera Ebbasta si continua a confermare tra i numeri uno. A qualunque concerto si presenti, quando sale sul palco il pubblico impazzisce, e c’è davvero poco da fare. I due, tra l’altro, portano Shiva sul palco, almeno in senso figurato, con “G63”. Fedez, invece, è tornato da Venezia per cantare “Sexy Shop”, tra le hit dell’estate 2024. Cosa non si fa per gli amici. E ancora Jake La Furia si riconferma immenso, uno di quei rapper che ca*a ancora in testa a tutti. A brillare è soprattutto la nuova scuola, da Neima Ezza, che incarna anche il perfetto stereotipo del maranzino, a Kid Yugi, che continua a confermarsi la “next big thing” su cui continuare a puntare. Il rapper di Massafra si sarebbe dovuto esibire con Emis Killa, ma per problemi non ben specificati questo non è successo. Che volessero spoilerare un brano della deluxe de “I nomi del diavolo”, ultimo fortunatissimo album di Kid Yugi? Uno spoiler, però, c’è stato: il nuovo brano di Emis Killa in collaborazione con Massimo Pericolo. Dopo dieci secondi è venuto da dire “ma che mer*a è”, ma più passava il tempo più diventava la classica canzone in cassa dritta che diventerà un successo. La hit estiva che arriva in autunno, mica male.
Quindi tutti bravissimi e tutto bellissimo? Beh, no. Capo Plaza non ne azzecca una. Una delusione, e contando che dovrà esibirsi al Forum di Assago e al Palazzo dello Sport a Roma a febbraio 2025, speriamo ci arrivi un po’ più carino e sul pezzo. Paky non pervenuto. “Auto tedesca” è probabilmente uno dei pezzi più cringe della musica italiana degli ultimi anni. Emis Killa, che ha scelto i brani per i suoi ospiti, forse qui avrebbe potuto scegliere meglio. E poi c’è il grande assente Salmo, che ha annunciato poche ore prima del concerto che a causa di motivi di salute non sarebbe stato presente a EM15. Un vero peccato, perché Salmo si sarebbe unito ai pesi massimi del rap presenti in scaletta e avrebbe sicuramente alzato ancora di più il livello. A mancare sono stati però anche Marracash e Guè, ma annunciati come ospiti. Probabilmente qualcuno avrà sperato in una sorpresa dell’ultimo momento, che non c’è stata. E Emis Killa? Abbiamo parlato più degli ospiti che di lui. Il rapper di “Parole di ghiaccio” si diverte, si autocelebra, propone più di un paio di pezzi “dedicati alle girls”, anche se al suo EM15 non ha invitato neanche una donna. Non stona nelle vesti di protagonista, com’è giusto che sia. Con due ore e mezza di show, anticipate da battle di freestyle e writers che trovano uno spazio per la loro arte senza il rischio di essere denunciati, EM15 è un successo, nonostante non sia sold out. Unica pecca, al di là di alcune esibizioni poco significative, è il delirio per uscire da Fiera Milano Live. Un’uscita sola per circa ventimila persone. Tra spintoni e bestemmie, ci vuole una mezz’ora buona per riuscire a conquistare l’uscita, e un po’ d’aria. Ed è solo il primo step, perché poi mancano ancora circa quindici minuti per raggiungere la fermata della metro, con l’ultima corsa a mezzanotte e dodici minuti. Qualcuno sarà rimasto bloccato a Rho? Noi fortunatamente siamo riusciti a salire sull’ultima metro, stra piena. Un incubo, che ci racconta non solo che forse andrebbero riviste le corse quando ci sono eventi del genere, ma anche che Milano continua ad essere una città disorganizzata sulle “piccole cose”, come i mezzi pubblici, che paghiamo profumatamente.