In una nazione musicalmente evoluta, il fatto che una donna sia da settimane in testa alla classifica non dovrebbe essere una notizia clamorosa. Non lo è in America, dove Taylor Swift è stata l’artista più venduta del 2023; non lo è in Gran Bretagna, dove qualche mese fa la cantante soul Raye ha vinto sette Brit Awards stabilendo un record assoluto di statuette; non lo è in Spagna, dove 11 dei 20 singoli più venduti di sempre sono ad opera di performer e autrici femmine; non lo è in Francia, dove le due canzoni più suonate dalle radio l’anno scorso sono state Flowers di Miley Cyrus (per il repertorio anglofono) e Secret di Louane (per quello locale). Ma l’Italia, si sa, non è un Paese per donne neanche quando si tratta di hit parade. E fa giustamente scalpore la notizia del trionfo estivo di Anna e del suo album Vera Baddie, che si riconferma alla numero 1 per l’ottava settimana consecutiva. Dal 2008 a oggi, nessun nome femminile era arrivato così in alto e così a lungo e, come se non bastasse, è la prima rapper di sempre ad approdare in vetta alle classsifiche al pari dei colleghi maschi. Così come è la prima rapper ad avere un tour da tutto esaurito con mesi di anticipo.
Ci tocca sottolineare l’ovvio: è un successo più che meritato. Il fatto che Anna sia una fuoriclasse lo si era già capito nel 2020, quando in piena pandemia e a soli 17 anni aveva sbancato tutto con la hit virale Bando. Questo brano l'aveva resa la più giovane artista di sempre a raggiungere la vetta della classifiche italiane, facendole ottenere anche un posto nella Top 100 in Francia, Germania, Austria e Svizzera. Cresciuta a La Spezia, Anna ha iniziato ad ascoltare rap praticamente in culla grazie al padre, dj piuttosto noto nel circuito delle serate hip hop locali. Il rap è un linguaggio sonoro che ha masticato e padroneggiato fin da subito, facilitandola nella creazione del suo stile unico. Non a caso riceve attestati di stima da tutti i colleghi, ed è una delle più richieste in materia di featuring e collaborazioni. La spontaneità e la naturalezza con cui si approccia al lavoro in studio e al palcoscenico sono rare, e condisce una solida preparazione tecnica con la leggerezza tipica della sua giovane età (ha compiuto 21 anni da un paio di settimane). Tradotto per i non addetti ai lavori: al microfono è un drago, anzi, una draghessa, e questo vale anche quando la maggior parte delle sue canzoni non hanno un vero e proprio tema portante o contenuti densi di significato. D’altronde, a differenza di quanto pensano in molti, nel rap non c’è sempre bisogno di parlare di qualcosa, e poi è estate, e un po’ di sano disimpegno ci sta tutto. La scelta di pubblicare Vera Baddie a fine giugno l’ha senz’altro premiata, un po’ perché è un progetto assolutamente in linea con la stagione calda e un po’ perché, in un periodo discograficamente stagnante, le ha permesso di farsi notare ancora di più. Complimenti anche al suo team, quindi, che l’ha consigliata bene.
Al di là della musica, poi, la forza di Anna sta anche nella sua personalità e nella sua immagine. È bellissima, ma acqua e sapone: le ragazze non la vedono come un modello inarrivabile, ma come l’amica cool e spumeggiante a cui ispirarsi. È sexy, ma non in maniera minacciosa: nel suo guardaroba ci sono tubini in latex e scollature vertiginose, ma anche felpe col cappuccio, jeans oversize e Timberland boots. A volte è eccessiva, ma in maniera caricaturale: le 50 sfumature di rosa, i peluche, gli sgargianti colbacchi di pelliccia, tutto cospira per strappare un sorriso più che una critica. Eppure ha attraversato gli stessi problemi di body shaming e hating online che riguardano moltissimi teenager: all’inizio della sua carriera era bersagliata di cattiverie per via delle sue curve, del suo look e, cosa ancora più imperdonabile, della sua sfacciata sicurezza in sé stessa (prerequisito di ogni rapper maschio, ma evidentemente alle donne non si lascia passare neanche questa). Ne è uscita a testa alta, facendosi scudo di un sarcasmo e una sfacciataggine ancora maggiore, mettendo a tacere gli odiatori a colpi di rime affilate e traguardi raggiunti. Con la stessa nonchalance reagisce a chi dice che l’hip hop è un ambiente misogino: senza spendere troppe parole sull’argomento, ma mettendosi in gioco in prima persona e facendo strada a tutte le altre che verranno. Insomma, brava Anna, e benvenuta sul tetto del mondo.