Il direttore d’orchestra Enrico Melozzi, nonché compositore e violoncellista, questa sera sarà su Rai Due e in contemporanea su Rai Radio1, con la seconda edizione de "La Notte dei Serpenti". Il concertone, nato da un’idea del maestro per celebrare la cultura e la tradizione musicale abruzzese, andrà in onda in prima serata con la conduzione di Andrea Delogu. Un appuntamento musicale che la scorsa estate ha visto la partecipazione di più di 20mila persone riunite allo Stadio Via del Mare di Pescara, e che questa volta sarà sugli schermi di tutta Italia. Lo slogan resta sempre lo stesso: “Poppizzare il dialetto abruzzese e dialettizzare il pop”. Melozzi ha raccontato cosa dovremmo aspettarci da questa serata: “Sarà tutto più grande, più difficile ma ancora più interessante e curato dello scorso anno. Abbiamo messo in piedi un evento intergenerazionale. Il nostro obiettivo è coinvolgere il pubblico nella sua interezza e penso che ci siamo riusciti. Ci saranno dei maxischermi in alcune piazze abruzzesi così il pubblico potrà identificarsi ancora di più sentendo gli idoli di sempre che si mettono a cantare nella nostra lingua regionale".
E sul fenomeno Geolier, che sul palco di Sanremo ha portato non poche polemiche vista la sua scelta di cantare in dialetto: “Se devo essere sincero, penso che al Festival di quest’anno Geolier, che ha cantato in napoletano, sia stata la cosa più spontanea che c’è stata. La polemica semmai l’avrei fatta con il 90% delle altre canzoni realizzate con sonorità che non avevano nulla a che spartire con la tradizione italiana ma con quelle di Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Un testo in napoletano è identitario e mi piace. Quel ragazzo tra l’altro viene compreso da milioni di giovani, soprattutto fuori da Napoli visto che lo zoccolo duro dei fan ce l’ha a Milano ed è ancora più bello scoprire che esiste questo modo di comunicare. Parliamoci chiaro: abbiamo ascoltato per anni Michael Jackson, George Micheal e Madonna senza capire nulla di quello che dicevano! Ricordo che comprai un libro coi testi dei Queen tradotti in verità anche male e mi delusero. Preferivo quasi non capirli e giocare di fantasia”. E sulla possibilità di una canzone cantata in dialetto abruzzese a Sanremo: “Me lo sogno. Sarebbe meraviglioso anzi ci proverò e spero di riuscirci. Non so se si tempi siano maturi. Magari per il 2026 sarebbe una cosa bella da proporre”.