Sanremo, abbiamo un problema. No, non è la quantità di sonno che perderemo - che francamente in molti casi non si ha più l'età - e pensa il venerdì con le canzoni vecchie e i duetti. Non per le canzoni nuove, figuriamoci, i “criticologi” del web già se la sono presa con Geolier, e manco per i monologhi contenutistici, che vivaddio, grazie alla più amata degli italiani, Lorella Cuccarini, forse ci risparmieremo. Allora, qual è il problema? Lo abbiamo sollevato noi, e riguarda l'orchestra, e poi commentato (tra le altre) su Agi anche da Peppe Vessicchio (che come già sapevamo, non sarà a Sanremo). Per chi si fosse perso le puntate precedenti: una gola profonda (che è un orchestrale) ha lamentato la presenza di direttori d'orchestra improvvisati, che si avverrebbero di uso esterno prendendosi poi la gloria sul palco. Mentre tanti altri qualificati restano fuori. Il direttore col badante, in pratica. Su questo (e non solo) ha chiesto di fare chiarezza Enrico Melozzi, detto Melox, che non è solo la bacchetta più cool del Festival - rimarrà per sempre nella storia per aver diretto i Måneskin, e quest'anno ne dirigerà ben quattro (Mr. Rain, Ghali, Gazzelle, i Bunker 44) - ma anche una delle persone più autentiche che possiate incontrare. Non a caso è considerato da molti il degno erede di Vessicchio…
Maestro... cosa non va in ciò che abbiamo scritto?
Chi vi ha segnalato dei direttori col badante si è concentrato solo su Enrico Brun (che quest'anno dirige Maninni ndr), e non è giusto. È anche vero che non ha esperienza nella direzione, ma almeno è un musicista preparato, con un'esperienza enorme. E poi è stato l'artista a chiederglielo, non si è imposto lui. Il problema è quando i cosiddetti badanti affiancano professionisti poco capaci, che non si capisce perché siano lì.
Qualche nome di badante?
L'ho fatto anche io, per Orang3 (nel 2021 ha diretto Gaia), e lo scorso anno anche Big Fish (direttore d'orchestra per Giorgia) aveva l'aiuto esterno: lo sapevano tutti! Ma ci sono anche le eccezioni, c'è Carmelo Patti, c'è Valeriano Chiaravalle... Ci sarei anche io, e altri ancora. Purtroppo i musicisti sono una categoria incapace di mettersi d'accordo, e certe cose non si risolvono.
Nello specifico, da chi dipende?
È presto detto: la fondazione sinfonica di Sanremo ha un accordo con la Rai, ma non manda l'orchestra sinfonica di Sanremo.
Che vuol dire?
Che non manda gli stabili, i titolari, ma più che altro gli aggiunti, i precari. Ovviamente essendo a giornata, ed essendo già trattati male (economicamente poco pagati) non protestano. Questo però crea un problema artistico: chiunque può dirigere. Ecco, se la sinfonica non è in grado di garantire i titolari, che non rischierebbero figuracce coi direttori indecenti, deve ritirarsi, non c'è altro da dire. La Rai paga sufficientemente per avere gente a contratto, questa cosa va riformata.
Perché non manda i titolari?
Perché non vogliono andare, non vogliono sbattersi. Tanto lo stipendio lo prendono uguale.
Nel frattempo Morgan ha tirato fuori la lobby degli autori, che ne pensa?
Per favore, ma quale lobby. È una moda: se un autore becca una hit, sono gli artisti a richiederlo. È qualcosa che succede da sempre. Perché Marco, che è un gran musicista, non fa qualche session di scrittura con gli altri? Sono sicuro che un suo pezzo lo piazzerebbe al 100%.
Le dispiace che Damiano farà il solista?
Da quanto ne so, non ci sono progetti in tal senso. Quell'intervista al poadcast americano è stata un po' fraintesa.
Mi fido, Maestro, buon Sanremo.