Alessandro Bernini ha soltanto ventisei anni, ma la passione è arrivata da bambino. Guardava i gioielli, che lui associa alle sculture – e all’arte di un suo omonimo, Gianlorenzo Bernini (“È una connessione a cui tengo molto perché anche i gioielli sono sculture e nelle mie opere prendo ispirazione dai temi della natura e sacro”) – dei rapper americani e iniziò a credere che potesse essere il suo futuro. Intervistato dal Corriere della Sera, Bernini ha parlato di sé, di come ha iniziato e delle sue opere: “Fin da ragazzino, avrò avuto quattordici/quindici anni, ero un appassionato della cultura hip-hop americana e guardavo video di artisti rap che indossavano gioielli importanti. Da lì ho iniziato a maturare la convinzione che questi gioielli fossero il simbolo di una vittoria sociale, come dei veri e propri trofei legati alla società: i rapper erano usciti da situazioni difficili e, ritrovandosi in condizioni più agiate, si facevano fare un gioiello per dimostrare che erano arrivati più in alto. Tutto ciò è stata l’ispirazione che mi ha portato a fare il lavoro di oggi: ho saputo trasformare questa passione in energia e quindi in creazione di trofei, come amo definire i gioielli, per gli artisti che vogliono celebrare qualcosa di importante nella loro vita, che sia un momento personale oppure l’uscita di un album”.
Bernini ora vive a Montecarlo e lavora per una grande azienda e ha fatto alcuni gioielli proprio per alcuni dei più importanti artisti della scena rap. Quando gli viene chiesto quale sia il gioiello da lui creato a cui si sente più legato risponde quello per il rapper 21 Savage, “il rapper di origine inglese che è tra i più famosi in America: si tratta di un anello con croce che gli è stato consegnato all’ultimo concerto che ha tenuto in Italia”. Non è l’unico. Anche la collana per Tedua è tra i suoi lavori migliori.
E poi la collana per uno dei più forti tennisti al mondo, Alezander Zverev, “il numero quattro al mondo. Quest’ultima [collana, ndr] ha quattro pendenti diversi, uno per ogni grande slam, che rappresentano ognuno un messaggio per la salvaguardia dell’ambiente e della società. Un messaggio per il futuro”. Le collaborazioni con i vip possono nascere in molti modi, spesso Bernini dice di aver avuto carta bianca nella fase della creazione, nonostante si organizzino sempre, prima di iniziare, degli incontri con i clienti. Bernini spiega anche come nasce un gioiello, a partire dal progetto e dai materiali, chiarendo che dipende molto anche dalle richieste degli acquirenti: “A volte si parte da un disegno, altre volte dalle gemme; bisogna valutare anche in base alle richieste. Se chiedono un design particolare allora si parte dal disegno e poi si cercano le gemme adatte; se invece vogliono un diamante di una determinata forma o colore, si parte dalla gemma e si arriva al disegno. Dopo il progetto, si passa al modello 3D e poi alla costruzione vera e propria con oro e pietre preziose”.
Chissà com’è nata la collana di Fedez dal valore di 250 mila euro. E non solo, anche un anello unico al mondo, il “Two-Sided Soul Ring”, pensato proprio per il rapper italiano, montatura in oro rosa, diamante ambrato dal taglio ovale, diamanti sugli spuntoni e sulle ali, i primi taglio marquise, i secondi taglio rotondo. Tra le ultime collaborazioni, poi, quella con Sfera Ebbasta, un anello e degli orecchini con una perla e diamanti naturali.