Non ho mai avuto rapporti con Chiara Ferragni, di cui non capivo il successo spropositato e nemmeno un carisma planetario (anche se oltre Lugano pochi la conoscevano, e non la vedevo menzionata dai giornali stranieri, sebbene alla fine venisse invitata in parterre che a me non hanno mai dato attenzione), tantomeno con Fedez. Lui, poi, mi stava proprio antipatico, anche se mi piacevano le sue canzoni, da Vorrei ma non posto a Chiamami per nome. Poi ho capito che la sua arroganza era una strategia, nata quando ancora lo bullizzavano a Rozzano, vicino a Milano, un quartiere molto meno pericoloso e disperato di quanto lui amava descrivere. Poi è arrivato il Covid e, sia Chiara che lui, si sono dati da fare sul serio. Sono arrivati anche i due figli, meravigliosi e divertenti. Io e mia moglie Betta, quando volevamo tirarci su di morale, guardavamo i loro video, ed è così che sono nati i veri Ferragnez. Poi è arrivata anche la malattia, il cancro, una parola che, pur essendo stato tra i primi giornalisti a usarla (un tempo si diceva “un male incurabile”), ancora faccio fatica a pronunciare. Infine, la separazione. Con una serie di disgrazie così, è ovvio che mi sia quasi affezionato a lui (lei è ancora troppo borghese per i miei gusti, così perfettina nella forma, un po' meno nella sostanza viste le svirgolate sul fronte della beneficenza). La solidarietà umana unisce, così ogni tanto ci sentiamo, più che altro ci scriviamo su WhatsApp. Ed è proprio per questo che parte il mio cazziatone pubblico: Fedez, datti una regolata. Chiara Ferragni probabilmente te ne sta facendo passare di ogni dal punto di vista della separazione (lei ha come avvocato una mia amica, che è meglio non avere contro). È certo che lui il dente avvelenato ce l’ha, ma sbaglia a renderlo pubblico: Chiara, caro Fedez, rimane la mamma dei tuoi figli. Già in Sexy Shop, il suo singolo estivo featuring Emis Killa, cantava: “A farci del male è una fede nuziale con il foro d'uscita” per concludere dolcemente: “Mani di fata, io ti ho sfiorata, tu sei sfiorita”. Mi sembrava che bastasse.
Intanto i giornali, compreso il mio Novella 2000, pubblicavano le foto di lui con cinque ragazze diverse, una a settimana, tutte splendide e tutte più giovani di Chiara, prendendo troppo alla lettera il mio consiglio: “Chiodo scaccia chiodo”, un detto che era stato anche il titolo di una canzone degli anni Sessanta di Jenny Luna, allora rivale di Mina. Certo, Chiara forse (forse) traboccava di bile, ma mai quanto lui, che ha scritto nelle sue storie un messaggio senza espliciti destinatari. Anche se sono duro di comprendonio, l’ho capito anch’io, visto che il giorno prima si era sparsa la voce che Chiara Ferragni aveva trovato un nuovo amico, l’amministratore delegato di Golden Goose, Silvio Campara, un flirt forse nemmeno mai pensato. “È solo una gara a chi nasconde meglio la mer*a sotto il tappeto, io ho deciso di c*garvi in salotto. Buona recita”. Possibile che fosse un messaggio alla sua ex moglie? Lui, per non saper né leggere né scrivere, aveva smentito. Ma ecco l’ennesima provocazione: Fedez ha spoilerato una parte del nuovo pezzo in uscita con Niky Savage, probabilmente dal titolo Di Caprio. Dove Niky canta: “Cu*o a panettone, ma non è Balocco”, ovvio riferimento al Pandoro Gate, ed è riesploso il caso. “Peccato che non l’ho scritta io e nemmeno la canto io”, minimizza Fedez. Come diceva mia nonna Palmira: “Xe pèso el tacon del buso”, ovvero è peggio la pezza del buco.