La Francia ama l’Italia e il suo cinema. E ce lo dimostrano le manifestazioni, i festival e gli eventi organizzati annualmente intorno al cinema italiano nella nazione. Nel Centro-Valle della Loira esiste il festival “Viva il cinema!”, organizzato nella città di Tours, nel cuore dei castelli della Loira. “Viva il cinema!”, che ha festeggiato quest’anno il suo decimo anniversario, rende omaggio alla vitalità del cinema italiano contemporaneo, come hanno spiegato gli stessi organizzatori dell’evento. Ma perché parlare di giovani cinema italiano in Francia? Sarà mica che i francesi si siano accorti più dei nostri connazionali del potenziale dei nostri talenti emergenti? Noi l’abbiamo chiesto direttamente al presidente del festival, Bruno Lavilatte. Ecco tutto quello che ci ha raccontato
Perché fare un festival del cinema italiano a Tours?
C'è sempre stato un dialogo storico tra alcune regioni italiane e la Valle della Loira. Penso in particolare alla Toscana, penso al Rinascimento, una terra segnata dall'arte, dalla cultura. E poi c'era il fatto che Tours è sempre stata una città di cinema, pensa che avevamo l'unica Cineteca di Francia. Quindi c'è stata una combinazione tra la volontà di un uomo, Louis d'Orazio, fondatore del festival, e la storia comune tra Italia e Francia.
Che rapporto avete con l’Italia?
Louis d’Orazio è un cinefilo agguerrito e un professore di cinema qui a Tours, ha deciso di creare un festival del cinema italiano perché i registi italiani hanno la straordinaria capacità di osservare la realtà e raccontare la società come nessun altro. Nemmeno io ho un legame diretto con l’Italia, ad essere sincero ho origini tedesche. Ma, malgrado ciò, anche se non ho origini italiane, considero l’Italia come il mio secondo paese. Non c’è una ragione razionale ma “è qualcosa che succede nel cuore”.
Il Festival compie dieci anni quest’anno. Come spiega il suo successo?
Non avrebbe avuto questo successo e questa durata senza il lavoro di tutte le squadre coinvolte. Inoltre, questo festival si è progressivamente inserito nel panorama culturale locale, regionale e nazionale della Touraine. Ha risposto a una domanda e, rispondendo a questa domanda, ne ha create altre. La prova è che le sale sono piene.
Si può fare un parallelismo tra il giovane cinema italiano e quello francese?
Personalmente mi viene da rispondere no. Perché il giovane cinema italiano ha sempre un rapporto con la società, un rapporto che può essere molto duro e allo stesso tempo molto poetico. Mentre in Francia, se ci pensate un attimo, forse mi faccio qualche nemico, ma credo che questi stessi temi sociali siano spesso affrontati in modo piuttosto comico. Diciamo comico, ironico, o comunque con una certa distanza.
I film che scegliete sono inediti in Francia, avete la volontà di attirare distributori francesi?
È proprio così, cerchiamo di stuzzicare la curiosità dei distributori francesi. In passato siamo riusciti a creare l’occasione e la possibilità per alcuni film inediti in Francia, di uscire nei cinema della nazione. Quest’anno forse riusciremo ancora. Tra l’altro anche i distributori italiani vedono il festival come una vetrina. Dopo dieci anni, non solo abbiamo un riconoscimento locale, regionale e nazionale, ma anche in Italia. Alcuni distributori, produttori e registi ci dicono "avete un festival che in Italia non abbiamo". E questo è interessante e ci dà la voglia di continuare.