Los Angeles, non una notte qualsiasi. Su quel parquet californiano si sfidano gli eroi del basket dei Lakers e dei Clippers, ma anche i Kings della lega nazionale di hockey e le cestiste dei Los Angeles Sparks: è la Crypto.com Arena ad accogliere la cerimonia della sessantacinquesima edizione dei Grammy Awards, i più attesi e desiderati premi del circo del pop-rock internazionale.
Gli idoli del pentagramma si ritrovano lì, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023: i flash immortalano gli abiti delle popstar che sfilano sul red carpet di Los Angeles e il pubblico è lì per applaudire i miti del rock che scendono dalle limousine. Tacchi a spillo, sorrisi, trucco, autografi, lustrini, note, luci, auto di lusso, selfie, urla, canzoni, occhiali da sole, giacche e gonne, microfoni e telecamere: tutto si confonde e si diffonde nel rutilante mondo del rock, i linguaggi si mescolano, le luci accecano e le voci si confondono.
Trevor Noah conduce, per il terzo anno consecutivo, la cerimonia e il pubblico attende la premiazione di artisti e lavori discografici realizzati tra il mese di ottobre del 2021 e la fine di settembre del 2022.
As It Was risuona sul palco dell’arena di Los Angeles. Per un momento tutti dimenticano i canestri dei Lakers o i colpi in rete dei Kings: l’unico vero king della serata è Harry Styles, un ventinovenne inglese che conquista il pubblico, la critica e le platee del mondo intero con il suo disco Harry’s House.
Quella notte californiana è tutta per lui; il giovane cantautore britannico conquista tre premi, nelle categorie più ambite: “Album of the Year”, “Best Pop Vocal Album” e “Best Engineered (Non-Classical) Album”.
È un trionfo. Ai microfoni dei giornalisti affollatisi alla Crypto.com Arena, Styles dichiara: «Queste cose non succedono spesso a gente come me» e aggiunge – dietro le quinte – che il suo cuore e la sua memoria sono andate immediatamente alla sua famiglia e alla sua «lovely area» di origine, la comunità inglese da cui è partito tutto.
Milioni di dischi venduti in ogni angolo del pianeta, miliardi di streaming e di download, classifiche conquistate a colpi di hit, premi prestigiosi, successi incredibili nei rock-festival internazionali e una carriera da attore decisamente promettente: tutto questo – e molto di più – è Harry Styles. Cosa rende così irresistibile questo talentuoso performer inglese?
Un piccolo grande proverbio britannico recita «Home is where your heart is», la tua casa è lì dove è il tuo cuore. “Casa” è il luogo dove un uomo trova le sue fondamenta d’amore, calore e ricordi felici. Non vivere un edificio, una piazza o una strada, ma esser parte di una famiglia e di una comunità con cui condividere radici, vibrazioni, emozioni e canzoni.
Le cittadine di Redditch, Evesham e Holmes Chapel sono “casa” per Harry Styles, figlio della working class inglese destinato a conquistare classifiche e palchi di tutto il mondo.
Per un curioso gioco del destino, le grandi storie del pop-rock nascono spesso da piccole città di provincia, luoghi periferici o addirittura villaggi: a Tupelo, nel Mississippi, inizia la lunga favola di Elvis Presley; da un angolo dei Caraibi, la Giamaica, prende il largo il reggae di Bob Marley e Peter Tosh; a Liverpool esplode la miccia incendiaria della Beatlemania; a Saginaw, nel Michigan, il piccolo Stevland Hardaway Morris incanta tutti con la sua armonica e viene ribattezzato Stevie “Wonder”; a Stone Town, protettorato britannico di Zanzibar, il piccolo Farrokh Bulsara sogna il suo futuro da Freddie Mercury; a Gary, nell’Indiana, i cinque fratelli Jackson uniscono le loro forze per dar vita ad un collettivo in cui muoverà i primi passi il giovane Michael.
Un angolo del Worcestershire, contea che ha dato il suo nome alla celebre salsa agrodolce e leggermente piccante, è il luogo dove nasce Harry Edward Styles, il primo giorno di febbraio del 1994.
Unita, fino al 1998, all’Herefordshire, questa regione delle Midlands Occidentali ha fatto da sfondo a importanti battaglie della storia inglese, soprattutto nel XIII e nel XVII secolo. Nell’Ottocento, l’area cambia volto rapidamente e alcune cittadine si specializzano in singole produzioni industriali, come avviene a Kidderminster con i tappeti, a Droitwich Spa con la lavorazione del sale o a Redditch con gli aghi e gli spilli. Ed è proprio in quest’ultima cittadina di ottantamila abitanti che nasce Harry, nelle sale dell’Alexandra Hospital.
La famiglia si divide tra due diversi luoghi della contea, Redditch ed Evesham. In quest’ultimo borgo, nel dicembre del 1990 era nata Gemma, sorella più grande.
Nella cittadina della Valle di Evesham, a un passo dal fiume Avon, i due fratelli Styles vivono la loro infanzia accanto ai genitori Des Styles e Anne Selley. L’adolescenza di Harry e Gemma sarà vissuta a Holmes Chapel, cittadina del Cheshire con poco meno di seimila abitanti, collocata a una trentina di chilometri più a sud di Manchester. Sarà questo il luogo che Harry e Gemma identificheranno come “casa” più spesso nei loro ricordi e nei loro racconti personali.
La Holmes Chapel Comprehensive School è l’istituto in cui i due piccoli scolari di casa Styles vivono i loro anni giovanili, ormai segnati dalla separazione dei genitori. A seguito del divorzio, Anne sposerà dapprima John Cox e, successivamente, Robin Twist, scomparso nel 2017, da cui Harry e Gemma avranno un fratellastro di nome Mike e una sorellastra, Amy.
Durante la prima adolescenza, per avere qualche sterlina in tasca in più, Harry si procura un lavoro settimanale part-time alla panetteria Mandeville Bakery di Holmes Chapel.
«The way she walks / The way she talks / How long can I pretend? / Oh, I can’t help it, I’m in love with the girl of my best friend»: i versi della canzone The Girl of My Best Friend e la voce – profonda, irresistibile e vibrante – di Elvis Presley catturano l’attenzione di quel ragazzino della working class che si divide tra la Holmes Chapel Comprehensive School, la panetteria Mandeville e la sua stanzetta, dove trova spazio un apparecchio karaoke regalatogli dal nonno.
Tutto inizia con un piccolo microfono e una canzone della fine degli anni Cinquanta, portata al successo del re del rock’n’roll. Il brano è firmato da Sam Bobrick e Beverly Ross ed è stato lanciato nel 1959 da Charlie Blackwell, ma è Elvis Presley a reinciderla con i suoi Jordanaires nel 1960 e a trasformarla in un successo da classifica, al punto che The Girl of My Best Friend sarà reinterpretata, nel corso dei decenni, anche da Marty Vine, Ral Donner, Johnny Burnette e Bryan Ferry, tra gli altri.
È proprio quella la primissima canzone che Styles decide di registrare sul suo karaoke casalingo, mentre elegge Elvis a sua suprema fonte di ispirazione. Sarà Presley lo Zeus del personale Olimpo di Harry, nel quale entreranno a far parte – progressivamente – il leader dei Coldplay, Chris Martin, la formazione indipendente californiana Foster The People, la rock-band del Tennessee Kings of Leon, i favolosi Beatles e Peter Gabriel, solo per citarne alcuni.
Con tre compagni del suo istituto – Nick Clough, Haydn Morris e Will Sweeny – il giovanissimo Harry decide di metter su una band, i White Eskimo: è tempo di mostrare le sue qualità vocali e performative e “mettersi alla prova” sui palchi dei club del Cheshire, nelle feste private, nei party dei matrimoni locali, nei college e nei teatri scolastici della contea.
Styles è la voce principale e il frontman del quartetto, mentre alla batteria siede Sweeny; Clough è il bassista e Morris il chitarrista dei W.E., come spesso vengono chiamati affettuosamente i quattro dal pubblico di Holmes Chapel.
Nel corso degli anni, la formazione cambierà più volte la sua line-up con gli innesti dei musicisti Alex Lewis, Roy Bennett, Sophie Frost e Brad Nevinson e registrerà anche un extended play intitolato 100X nel 2015.
Forte di una voce sicura e duttile, Harry Styles è un adolescente che macina ore di prove e di esibizioni, alla ricerca di un personale stile vocale e interpretativo. Sul palco, i White Eskimo suonano british rock con venature vagamente punk, ma i loro cavalli di battaglia sono i brani dei Train, band di San Francisco guidata da Patrick Timon “Pat” Monahan, e la seminale Summer of ‘69 del rocker canadese Bryan Adams. Del repertorio dei White Eskimo fa parte anche una elettrizzante versione di A Hard Day’s Night dei Beatles, il quartetto per eccellenza, la formazione con cui ogni band inglese vuole e deve confrontarsi.
Piccoli contest musicali, competizioni locali e sfide tra band sono all’ordine del giorno per i White Eskimo, che trionfano anche in una competizione locale, davanti a un pubblico di circa quattrocento persone. Le live-date si susseguono e le platee si affollano ogni giorno di più di ragazzine, i cui occhi sono tutti per quel frontman dalla voce inconfondibile e dall’eleganza disinvolta.
Si costruisce, dai confini del Cheshire, la prima fan-base personale di Styles. Nelle strade di Holmes Chapel tutti i teenager parlano di quel ragazzo che affronta i repertori di Stevie Wonder, dei Clash e di Paul McCartney con nonchalance e un pizzico di incoscienza adolescenziale.
In Tv furoreggia la versione britannica di un talent show guidato da Simon Cowell – il popolarissimo X-Factor – e molti ragazzi fanno notare a Harry che è forse giunto il momento di confrontarsi con una grande platea televisiva, decisamente più ampia di quella stipata nelle quattro mura di un club dell’area meridionale di Manchester.
Le audizioni di X-Factor sono dietro l’angolo e Styles decide di partecipare. Da questo momento in poi Harry scriverà una nuova storia e la sua popolarità prenderà inattese traiettorie, nuove direzioni. La sua vita prenderà “una direzione”: One Direction.